Cranio di Mammut Lanoso Mammuthus primigenius Pleistocene superiore (-50.000/-10.000 anni), H. 140 - L. 110 - P. 190 cm. Stima: € 60.000 - 80.000
Un mammut, un Modigliani e una parola vanno all’asta. No, non è una boutade. È il nuovo format cross category lanciato dalla casa d’aste Giquello – perfettamente figlio del suo tempo, senza limiti asfissianti tra categorie, epoche, provenienze, stime. Quando? Il prossimo 6 giugno. Dove? Sotto il cielo affollato di Parigi, il nuovo polo magnetico del mercato dell’arte internazionale. «È una vendita UFO», commentano da Giquello, «un viaggio nel tempo, dal Giurassico al Paleolitico, dai re di Francia alle arti dell’Asia e dell’Oceania, per arrivare al XX secolo e alle opere del grande maestro Modigliani». Come il caso (ormai magistrale) del T-Rex Stan, che in piena pandemia sfilava da Christie’s nello stesso incanto dedicato a Picasso, Twombly e Cézanne. O ancora di Intersect, la vendita ibrida di Phillips che già nel 2020 vedeva dialogare capolavori dell’arte contemporanea, orologi e gioielli – con tanto di consigli su come abbinarli tra loro. Un esempio più recente: The One, l’asta di Sotheby’s che a gennaio portava in scena il meglio di ogni settore, inclusa una maglia di LeBron James da $ 3,7 milioni. Il risultato, sempre uguale: una vendita destinata a un target altrettanto variegato, fonte sicura per attingere a nuovi bacini di clienti, tra Millennials neofiti e collectors veterani.
Sguardo alla proposta parisienne. Si parte da un cranio di Mammut, risale al Pleistocene superiore. «Le zanne di mammut venivano commerciate in Asia molto prima che gli europei ne venissero a conoscenza», racconta a exibart l’esperto Iacopo Briano. «Si dice che Güyük, il Khan dei Mongoli nel XIII secolo, si sia seduto su un trono fatto di avorio di mammut». E aggiunge: «Il fascino di questo animale estinto persiste ancora oggi, tanto che diversi gruppi privati e pubblici negli Stati Uniti e in Russia stanno cercando di riportare in vita la specie attraverso procedure di declassamento, utilizzando campioni congelati nel permafrost». La stima, da Giquello: € 60.000-80.000.
Cambio netto di scenario, è il turno de La Bourguignonne di Amedeo Modigliani. Il tratto distintivo: lascia la collezione Dutilleul dopo 105 anni, e tanto basta a solleticare l’appetito famelico del mercato internazionale. Già nel 1920 veniva incluso nella retrospettiva delle opere del maestro alla Galleria Montaigne, al numero 27, mentre dal 21 dicembre 1945 al 31 gennaio 1946 trovava spazio tra i capolavori esposti a Parigi, alla Galerie de France. Stima attuale: € 7 milioni. Non solo. C’è una Panhard CD tra i lotti straordinari di Giquello, è uno dei prototipi più importanti della storia della 24 Ore di Le Mans. «La vettura più aerodinamica al mondo», specificano gli esperti, «prodotta in soli due esemplari». Guidata da Alain Bertaute e André Guilhaudin durante la leggendaria edizione del 1964, è capace di raggiungere i 230 km/h con una potenza di soli 70 CV. La valutazione pre-asta, in attesa del verdetto finale: € 600.000-1,2 milioni.
Un armadio per gioielli realizzato per l’imperatrice Giuseppina, un elmo samurai del tipo Hoshi-Bachi di inizio Seicento, orologi unici, sculture antiche, rare. Encore et encore. E arriviamo diretti all’ultima proposta del catalogo, senza dubbi quella meno tradizionale: Giquello mette in vendita una parola – quale, non è dato saperlo – quasi un segreto trasmesso dall’artista Alberto Sorbelli al migliore offerente, preziosissimo, eppure immateriale. «Contrariamente al solito», spiegano dalla casa d’aste, «il vincitore non si aggiudicherà un oggetto, ma sarà l’unico detentore della chiave del mistero di questo scambio. Perché questa parola, una volta rivelata al vincitore, non potrà essere rivelata dall’acquirente o dall’artista. Sarà quindi di proprietà dell’acquirente, e solo il proprietario potrà rivelarla al futuro acquirente, se vorrà separarsene». L’appuntamento è a martedì 6 giugno, all’Hôtel Drouot, con i lotti extra-ordinari di maison Giquello.
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