Photo by Linda Nylind. Courtesy Frieze / Linda Nylind
Risultati positivi per i booth di Frieze London e Frieze Masters. Già in fase di preview, Thaddaeus Ropac comunicava la vendita di Polls (1987) di Robert Rauschenberg per $ 850.000 e della scultura in legno Ivy (2016) di Tony Cragg per $ 420.000. Spazzolato anche lo stand di Hauser & Wirth, che ha piazzato tra gli altri Lips & Paper (1993) di Ellen Gallagher per $ 950.000 e Lost Boccioni (2025) di Avery Singer per $ 800.000. E fa scintille anche nella sezione Masters, con diverse opere andate per oltre un milione, a partire da Der blaue Garten (Mein Gartentor) di Gabriele Münter, andato per circa $ 3 milioni. Solo per citare i giganti.
Tra le tante notizie, un’enfasi speciale viene data, come sempre, alle partecipazione attiva delle istituzioni. È il caso della Tate, che annuncia l’acquisizione di nuove opere destinate alla collezione tramite il Frieze Tate Fund, reso possibile dal sostegno filantropico di 150.000 sterline alla Tate. Si tratta di Lubna Chowdhary, Assembly 2025 (Jhaveri Contemporary, Frieze London), Barbara Walker, End of the Affair II 2025 Conté (Victoria Miro, Frieze London). Oltre al Frieze Tate Fund, un’ulteriore opera è stata acquisita dalla fiera «as a promised gift from Lance Uggla to Tate’s collection». Madge Gill, Untitled (Venus Mid Heaven), 1920/30 (The Gallery of Everything, Frieze Masters). «Questo è un vero motivo di festa», dichiara James Brett, fondatore di The Gallery of Everything, «non solo per Madge Gill, ma per le migliaia di creatori di immagini che da tempo vivono al di fuori dei canoni storico-artistici. Gill rappresenta la donna e l’uomo qualunque che creano non perché gli è stato insegnato, ma perché sono costretti a farlo. La sua inclusione in due delle più importanti collezioni museali al mondo segna un profondo cambiamento verso il riconoscimento dell’arte nata da pulsioni interiori, fede e trascendenza».
Per rendere l’idea: dal lancio di Frieze London nel 2003, la Tate ha acquisito oltre 170 opere di oltre 100 artisti in occasione della fiera, e da allora queste opere sono state ammirate da milioni di visitatori nelle quattro gallerie della Tate (e prestate per varie iniziative, anche fuori dai confini). In vista della mostra di Frida Kahlo del prossimo anno, la Tate Modern espone l’autoritratto di Rita Keegan del 1987 ” Omaggio a Frida Kahlo” , acquistato proprio in fiera nel 2023. Stesso discorso per la scultura di Adam Farah-Saad del 2023 dal titolo Two traumatised young men connect whilst roaming the city of London, helping each other to survive…(THE INNER CHILDREN MIX), così come fotografie della serie di Tessa Boffin Angelic Rebels: Lesbians and Safer Sex 1989/2023, entrambe acquistate con i fondi forniti dal Frieze Tate Fund 2023.
«Siamo lieti che il Frieze Tate Fund sia proseguito quest’anno grazie al generoso sostegno filantropico, consentendoci di arricchire la collezione della Tate con queste straordinarie opere», ha dichiarato Maria Balshaw, Direttrice della Tate. «So che costituiranno un’aggiunta fantastica alle nostre gallerie e non vedo l’ora di poterle condividere con il pubblico negli anni a venire».
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