Categorie: Mercato

VOLTA Basel 2025 è una lettera d’amore alla città

di - 17 Giugno 2025

Quando nasceva, nel 2005, era una piccola comunità di galleristi che presentavano gli artisti in cui credevano, e tanto bastava. Oggi – a vent’anni di distanza – VOLTA è un appuntamento immancabile nella settimana calda di Basilea, conta 70 gallerie da 28 Paesi e alcuni espositori degli inizi sono diventati giganti nel frattempo – vedi alla voce Kavi Gupta, vedi ancora Pippy Houldsworth, con i loro artisti superstar. Ma non ha perso la sua anima pionieristica, la fiera: i piedi ancorati al presente, gli occhi fissi sulle urgenze – la sfida è di intercettare i bisogni prima che diventino mode, ricorrenze, frenesia. Ora avranno anche un’eco più vasta, nella nuova sede del Congress Center, 4000 metri quadrati nel cuore pulsante della art week, in un mix esatto tra grandi nomi e giovani scoperte, dal 19 al 22 giugno (con preview mercoledì 18). Quindi, come si differenzia VOLTA Basel 2025, in una settimana stracolma di eventi? Ne abbiamo parlato con il direttore artistico Lee Cavaliere.

20 anni di VOLTA Basel, proviamo a riavvolgere il filo. Le chiedo: come è cambiato l’approccio dei collezionisti all’arte contemporanea, dalla nascita di VOLTA al presente?
«Onestamente, mi sembra che ci si concentri meno sull’investimento e più sulla connessione. Ricordo che quando lavoravo con le gallerie, i venditori cercavano spesso di convincere i collezionisti che acquistare un’opera fosse un modo sicuro per fare soldi… Ora ho l’impressione che succeda meno di frequente, che non sia questo l’approccio principale insomma. Credo in questo senso che il Covid ci abbia insegnato molto sul valore del momento, le persone sembrano concentrarsi di più sul vivere la ricchezza della vita. Che inizia sempre con l’arte».

Lee Cavaliere, direttore artistico di VOLTA Basel. Ph Christa Holka

Quindi adesso a che punto siamo? Qual è, come si suol dire, la salute del mercato?
«Per il mercato emergente e medio è un buon momento. C’è stato un calo a livello generale nell’ultimo anno, è vero, ma questo dipende dal rallentamento delle vendite nella fascia alta. Ci sono invece sempre più acquisti per le opere di basso valore, di collezionisti che cercano di entrare in contatto con nuove voci e idee. Gli affari stanno diventando più personali, direi più “onesti”. Sono molto ottimista riguardo alla situazione attuale: per me si tratta di occuparmi del futuro del mercato e di sottolineare l’importante ruolo che i collezionisti svolgono nel suo sviluppo, nella sua sostenibilità».

In questo panorama si inserisce VOLTA, in concomitanza strategica con altri players dell’art market globale – più o meno longevi – tutti concentrati nelle stesse date a Basilea. Come vi distinguete dai “competitor”?
«Per me, VOLTA è sinonimo di comunità. Abbiamo un gruppo di gallerie davvero straordinario che conosce profondamente i propri artisti, che crede fermamente in loro. Lasciamo ampio spazio alla connessione, con visite guidate, conferenze e spazi di incontro per momenti di tranquillità. Mi piace analizzare le idee, interrogarmi su parole come “emergente”, “accessibile”, “globale” – che cosa significano realmente? Che cosa significa l’arte per le persone? Ecco, qui in fiera l’ambiente è accogliente e inclusivo, accessibile, amichevole. Io personalmente sono sempre presente, parlo con i visitatori, offro tour guidati. Ci piace mantenere le cose relativamente piccole, in modo che chi arriva possa davvero vedere tutto e trascorrere del tempo di qualità. VOLTA si può vedere bene in un pomeriggio di relax».

Courtesy of VOLTA Basel

ll vostro slogan per questa cifra tonda è “20 years of powering artistic discovery”, e VOLTA d’altronde si concentra sui nomi giovani ed emergenti (in dialogo con i big). Le chiedo: c’è qualche artista di cui ricorda in particolare il transito in fiera, appena prima della “scoperta”, del boom su scala globale? O su cui dovremmo tenere gli occhi puntati per l’edizione 2025?
«La cosa meravigliosa dell’essere sulla piazza da 20 anni è che c’è una sorta di aspetto generazionale. Alcuni dei primi espositori sono diventati nomi importanti, come Kavi Gupta e Pippy Houldsworth, con artisti internazionali di tutto rispetto. Ma la fiera ha saputo mantenere la sua freschezza, il suo dinamismo e il suo senso di creatività, e di questo sono molto felice. Quando Amanda Coulson fondò VOLTA nel 2005, era una piccola comunità di galleristi che presentavano artisti in cui credevano. Oggi manteniamo quel senso di cameratismo: abbiamo gallerie di grande esperienza e affermate, che possono aiutare le gallerie più giovani a migliorare il loro gioco; ma funziona anche al contrario, con le gallerie più giovani che ispirano quelle più affermate e a loro agio. Per i nomi da tenere d’occhio: questa edizione presenta opere incredibili che non sono mai state esposte prima in Europa, inclusi artisti provenienti da Gaza e da tutto il Medio Oriente, noti nelle loro regioni ma mai visti prima in Europa. E poi ancora presentazioni radicali, tra cui lavori che indagano l’intelligenza artificiale e l’arte digitale, nonché reinterpretazioni di tecniche e artigianato tradizionali».

A proposito di emergenti: proprio nell’ultimo biennio, in tempo di crisi, stiamo assistendo a una sorta di repulisti dell’arte contemporanea, per cui a “resistere” sono gli artisti davvero meritevoli, al di là di trend e di mode passeggere. È qualcosa che state notando, anche dal punto di vista della fiera?
«A New York abbiamo avuto il Padiglione Ucraino, quest’anno a Basilea ospiteremo artisti provenienti da zone di conflitto e artisti rifugiati… L’arte e gli artisti resisteranno per sempre, dimostrano la loro potenza e resilienza. In tempi di crisi, ci rivolgiamo sempre all’arte e agli artisti per aiutarci a elaborare il momento. Il prezzo delle opere è più accessibile rispetto ad alcune fiere, il che offre una reale opportunità di collezionare opere e di entrare a far parte dell’enorme rete di supporto necessaria per far progredire la nostra cultura collettiva».

VOLTA Basel 2025

E arriviamo così alla nuova edizione di VOLTA Basel, con oltre 20 espositori in più rispetto all’ultima edizione (e con tanto di sede nuova). Qual è il filo rosso che tiene uniti i vari progetti della fiera?
«Per VOLTA, la scoperta è la chiave: si tratta di favorire conversazioni, esplorare idee e dare al pubblico il tempo di riflettere. La nuova sede è perfetta per questo, proprio in Messeplatz, nel cuore dell’azione. Negli anni precedenti eravamo un po’ più lontani, il che significava che alcuni visitatori non potevano partecipare. Ora invece la sede più grande ci offre più spazio per divertirci: oltre ad aumentare il numero di gallerie partecipanti, abbiamo anche un programma di conferenze, una lounge, un ristorante più ampio e sculture di grandi dimensioni».

Siete una fiera profondamente internazionale, con una rappresentanza di gallerie da 28 Paesi, e con un avamposto a New York. Qual è invece la specificità local, il legame con la città di Basilea, che tenete a valorizzare?
«Credo che Basilea continui a essere la location e il momento clou del calendario artistico. È un posto meraviglioso e multiculturale, facilmente raggiungibile da qualsiasi luogo, e si percorre a piedi. La settimana dell’arte invade completamente la città, quindi è una vera e propria destinazione artistica. La adoro: ci vado ogni anno dal 2010 e nutro un profondo affetto per questo luogo e per i tanti amici che ci vivono. Basilea coltiva la fiera da vent’anni e abbiamo un pubblico locale fedele, attento, coinvolto e meraviglioso. La fiera di quest’anno è una sorta di lettera d’amore alla città: venerdì l’ingresso è gratuito per i residenti di Basilea».

Per chiudere: qual è l’aspetto di cui è più orgoglioso, per queste due edizioni da direttore?
«È importante che tutti riconoscano l’importanza dell’arte e della cultura, soprattutto in questo momento, ed è incoraggiante vedere quanto le persone siano coinvolte e quanto l’arte sia potente nel mondo. Credo fermamente che VOLTA stia cambiando la situazione e stia favorendo questa crescita. Ci stiamo prendendo cura del futuro del mercato e sono davvero orgoglioso di costruire una community attorno a questo».

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