La Galleria Fumagalli di Bergamo presenta al pubblico la ristampa anastatica dei primi due numeri di Azimuth, la rivista–bandiera dell’omonimo gruppo fondato nel 1956 da Piero Manzoni ed Enrico Castellani, con la collaborazione di Vincenzo Agnetti.
I tre artisti italiani stavano cercando nuove strade e nuove idee, lontano dalla pittura di tipo informale, più prossime invece all’eterodossia concettuale e formale. Fu proprio a partire da questa comunanza d’intenti che nel 1959 venne alla luce Azimuth, una rivista ordinata, sobria, capace di alternare testi ed immagini, senza sottomettere però la scrittura alla visione, né viceversa, ospitando, per esempio, sui due numeri editi, una pagina monocroma blu Klein.
Una rivista, questa, che possedeva la manifesta intenzione di andare oltre la pittura ed oltre la scultura, nella creazione di un oggetto a sé significante. L’iniziativa colse nel segno, richiamando l’attenzione, e la collaborazione, d’artisti come Lucio Fontana, Giò Pomodoro, Kurt Schwitters, Arnaldo Pomodoro, Romyn, Mimmo Rotella; e poeti come Nanni Balestrini, Antonio Tullier, Emilio Villa.
Piero Manzoni (1933–1963) è stato sicuramente uno degli artisti più originali del panorama contemporaneo (basti ricordare la serie dei dipinti bianchi in cui erano impiegati materiali insoliti), ideatore di una pittura “oggettuale” precorritrice dell’avanguardia concettuale.
Le sue provocazioni, come la celeberrima merde d’artiste, apparentemente blasfeme, indicavano la precisa volontà di rompere, di uscire dall’estetico per raggiungere una dimensione noumenica.
Sulla stessa scia, Enrico Castellani, partendo da dipinti monocromi e dallo studio della luce, realizzò, con l’ausilio di estroflessioni multiple, quadri che prendevano vita anche in una dimensione significativamente spaziale.
Le esperienze di entrambi confluirono nella creazione del movimento Azimuth e dell’omonima rivista, portabandiera di una pittura astratta, mirante principalmente alla realizzazione di “quadri–oggetto”, quasi sempre monocromi e del tutto privi di riferimenti figurativi. Completa ed affianca l’esposizione allestita presso la Galleria Fumagalli, una selezione delle opere degli anni ’50 e ‘60 di Manzoni e Castellani, e quelle più recenti realizzate da quest’ultimo.
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