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Filippo Timi, Favola | Teatro Parenti, Milano

di - 18 Maggio 2015
Andare a vedere Filippo Timi è una garanzia, si sa cosa aspettarsi: le risate sono facili, non manca una componente prepotentemente kitsch con qualche scivolone, mai troppo accentuato, verso toni un po’ più volgari, i costumi, questa volta firmati Miu Miu, sono congeniali alla messa in scena, con una scenografia che rende il palcoscenico un enorme confetto rosa. Insomma, il pubblico è pronto. E lo è anche lui, Timi, che sembra ogni volta essere consapevole di quello che sta dando ai suoi fan tanto da poterci ridere e scherzare insieme.
E forse qui cade, perché sì a fine serata si è soddisfatti e divertiti, ma ci si chiede –soprattutto dopo aver visto diverse volte a teatro il nostro Filippo – se magari non si poteva optare per un innalzamento dei toni, un evitare qualche espediente scenico e drammaturgico forzatamente inseriti per poter godere appieno della bravura degli artisti in scena e del loro pathos senza dover smorzare, se non addirittura stroncare, un accenno di riflessione intima.

Siamo nel cliché anni Cinquanta per eccellenza, due casalinghe frustrate e annoiate dalla vita, che passano il loro tempo spettegolando e bevendo bourbon. Mrs. Fairytale, interpretata da una credibile Filippo Timi, picchiata dal marito, e Mrs. Emerald, una potente Lucia Mascino, che scopre che il suo Martin ha un’amante. Niente di nuovo, la vita trascorre normalmente, tra gli interventi di un ballerino di mambo, un cane impagliato e un vicino intelligente. Fino a quando, una mattina Mrs. Fairytale si accorge di una mutazione nel suo corpo che cambierà il destino delle due signorine snob.
Il finale, un po’ molto cercato, è assurdamente calzante per un secondo tempo all’insegna del grottesco, dalla colonna sonora di Vertigo di Hitchcock agli abiti elegantemente noir.
Quello che turba, e che lascia un po’ perplessi, è non solo la sensazione di già visto che ci accompagna per tutta la durata dello show, ma anche, e soprattutto, il non capire dove questa volta Filippo Timi voglia andare a parare. Come già accennato, è tutto perfetto, dagli interpreti Lucia Mascino e Luca Pignagnoli, alle luci cinematografiche e alla colonna sonora nazionalpopolare, ma alla fine ruota tutto intorno a lui, a Timi, alla sua carenza affettiva e al suo bisogno di essere ricordato. Ma può essere questo teatro?
Giulia Alonzo
Favola
uno spettacolo di e con  Filippo Timi
e con Lucia Mascino e Luca Pignagnoli
Produzione Teatro Franco Parenti

Dopo gli studi al Politecnico di Milano e all'Accademia di Belle Arti di Brera, collabora con diverse testate di teatro e arte. Studiosa di arti visive, design e spettacolo dal vivo, è particolarmente interessata alla ricezione e alla simbologia delle opere d'arte nella società contemporanea. Attualmente impegnata nello sviluppo del portale trovafestival.com, la cultura in movimento.

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