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Finissage | Nanda Vigo, Affinità elette | Galleria San Fedele, Milano

di - 28 Febbraio 2015
Tra gli anni Cinquanta e Sessanta, la donna artista non esisteva, come le mussulmane oggi, l’unica strada possibile era accodarsi in qualche gruppo di tendenza oppure fidanzarsi con artisti “contro lo stile” attratti dalle integrazioni delle arti (architettura, design, arte). Nanda Vigo, classe 1936, vitalissima paladina della asessualità dell’arte, poliedrica designer, compagna di Piero Manzoni fino al 6 febbraio del’63, quando il genio morì, continua a vivere all’insegna delle sperimentazioni più ardite e possibili innesti tra artigianato e industria. Basta aprire il suo sito per entrare nel vivo della  sua  personalità  dalla spazialità plurima. Vigo, ha studiato all’Istitute Politenique di Losanna, spirito antiborghese e di formazione internazionale, ha sempre viaggiato e da ragazza alternava soggiorni in America e a Parigi.
A Milano esordisce nel 1959, quando sotto l’egida dello Spazialismo di Lucio Fontana e della rivista Azimuth, fondata da Piero Manzoni e Enrico Castellani, in contatto con il Gruppo Zero di Dusseldorf (fondato nel1957 da Heinz Mack, Otto Pine e Gunter Uecker), il nuovo prendeva forma nell’architettura, nel design e le arti visive andavano oltre la tela, la scultura e le tecniche e i materiali tradizionali.La signora della luce, degli specchi e dei cristalli ieri e oggi si circonda di menti brillanti, come erano Giò Ponti e Lucio Fontana, mentore trainate della ormai mitica Milano della  ricostruzione post –bellica e della sua rinascita culturale dell’epoca. Con la ZERO House (1959-63), realizzata a Milano, l’autrice sostituisce le pareti con grandi lastre di vetro, inserisce neon, riduce gli elementi d’arredo e chiede  a  Castellani e a  Fontana un‘ambientazione monocroma e da quel momento con questi e altri artisti avanguardisti per empatia e condivisione di ricerche innovative comincia a produrre non solo arte ma  mostre, collaborazioni e progetti.

Vigo con una mostra dall’emblematico titolo “Affinità  Elette” a cura di Andrea Dall’Asta SJ, comprensiva di oltre venti protagonisti delle seconde avanguardie storiche del Novecento, autori delle opere della sua collezione, di artisti e amici con i quali ha condiviso esperienze, obiettivi, idee, sono testimonianze concrete  che attualmente sul mercato oro e rispecchiano il suo modus operandi e uno spaccato dell’epoca spazialista milanese. Sperimentazioni, interlocutori, collaborazioni soprattutto amici in cui le opere sistemate in penombra e sembrano fluttuare nello spazio algido della Galleria San Fedele. Su due piani della galleria irradiano luce le opere al neon della Vigo, sono inconfondibili quelle storiche della serie Cronotopo (1960), anche quelle più recenti creano immateriali  relazioni tra spazio, luce, tempo e luogo.
Al primo piano si trovano una carrellata di opere di Carla Accardi, Gianni Colombo, Carlo Nangeroni, Mario Nigro, Luca  Maria  Patella, Emilio Tadini, Giulio Turcato, animatori con Nanda Vigo di Cooperarte, una cooperativa d’arte che nel 1976 collaborava  con artisti diversi di fama internazionale, tra gli altri Christo e Jan Fabre.
Si ricorda che Manzoni nel 1957 ha esposto al San Fedele, nell’ambito della mostra dedicata al Movimento di Arte Nucleare, qui c’è anche una sua opera imperdibile, come il disegno di Mario Radice, bozzetto dell’affresco per la Casa del Fascio di Como, icona dell’architettura razionalista di Giuseppe Terragni, che ispirò Nanda Vigo da bambina, da cui ereditò il rigore geometrico, la linearità spaziale e il ritmo compositivo, all’insegna della trasparenza e della luminosità.
Jacqueline Ceresoli
mostra visitata il 17 febbraio
Dal 29 gennaio al 28 febbraio 2015
Nanda Vigo, Affinità elette
Galleria San Fedele via Hoepli 3/a Milano
Orari: da martedì a sabato dalle 16:00 alle 19:00
Info:www.sanfedele.net

Jacqueline Ceresoli (1965) storica e critica dell’arte con specializzazione in Archeologia Industriale. Docente universitaria, curatrice di mostre indipendente.

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