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fino al 14.III.2006 | Edi Hila e Giovanni de Lazzari | Milano, Galleria Kaufmann

di - 21 Febbraio 2006

Tre generazioni di artisti si confrontano nella mostra alla galleria Kaufmann, ricostruendo un percorso nel tempo attraverso la cultura italo-albanese. È Adrian Paci (Scutari, 1969) che organizza, presenta e fa da trait d’union tra i due artisti esposti. Lui, maestro all’accademia Carrara di Bergamo del giovane Giovanni de Lazzari (Lecco, 1977) e allievo, anni prima, a Tirana, di Edi Hila (Shkodra, 1944).
Le grandi tele di Hila, che ritorna a dipingere negli anni Novanta dopo l’esclusione dalla scena artistica per ragioni politiche, mediano tra l’arte contemporanea internazionale e la tradizione pittorica insegnata all’Accademia di Tirana. Scene di vita tratte dal vero sono il soggetto delle sue opere, che contengono però sempre un elemento straniante. Rappresentazioni del contrasto sociale, dell’assurdo quotidiano, del disorientamento estetico. Una giostra nel mezzo di un parcheggio per automobili, una casa di nuovi ricchi con un albero al centro del salotto, la solitudine della madre che, davanti alla tv, cambia canale col telecomando. Queste sono le scene colte dall’artista, tra realtà e surrealtà, per illustrare i risvolti ambigui di un paese in costruzione, ancora alla ricerca di una propria identità nazionale.
Giovanni de Lazzari presenta tre opere, tra cui due sculture che riproducono in scala studi dell’artista. Una semplice penna è lo strumento invece usato per il taccuino, una composizione di diversi disegni su pergamena. De Lazzari, come Hila cerca di cogliere il reale. Osserva ciò che lo circonda e prende appunti. Costruendo un diario visivo della quotidianità, anche quella più semplice e banale, catturata nella sua attrattiva estetica. Vi sono però temi ricorrenti -come il muro e il gioco- che si scontrano e allo stesso tempo si uniscono, in un sottile equilibrio, per trasmettere allo spettatore una vena melanconica e d’inquietudine.
Tutte le opere esprimono atmosfere stranianti che spingono il fruitore a interrogarsi sul cosa significhi appartenere ad un determinato contesto, e su come questo possa invadere la dimensione privata.

I lavori si confrontano e sembrano dialogare fra loro, come a simboleggiare un’arte senza tempo, sempre in grado di cogliere l’ambiguità e la solitudine del mondo reale.
Luoghi e scene di una quotidianità in sospeso. Reale ma evanescente.

monica colombo
mostra visitata il 15 febbraio 2006


Edi Hila e Giovanni de Lazzari
Galleria Kaufmann, Via Dell’Orso, 16 – 20121 Milano
Dal 14 Febbraio al 14 Marzo 2006 – da martedì a sabato, 11.00-19.00. Ingresso libero. Per informazioni: tel. +39 02 72094331 – fax +39 02 72096873 – info@galleriakaufmann.com


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