Difficile poter credere che, a presentare questa seconda personale
milanese di Cezary
Bodzianowski (Lodz, 1968), si adatti
dichiarazione d’intenti migliore. Quel che rimane di quest’artista, di ogni
mostra allestita, è il miraggio strutturale delle sue azioni, residui estetici
che concretizzano poesia e disvelamento, caducità e ordine, architettura e
imperfezione. Come sostiene l’artista stesso, sempre presente e costantemente registrato
durante le proprie performance, elementi ordinari quali palazzi o passanti o,
ancora, strade e alberi diventano esistenze. Componenti fisici
soggettivi che, quando lui stesso scompare, ci ricordano in che modo il resto
sopravviva.
In galleria, a Milano, due videoinstallazioni, due sculture di grandi
dimensioni, alcune piccole foto e un’intervista incorniciata (con le risposte di
Bodzianowski scritte a mano) completano la raggiera degli interventi progettati
per Uno e più. Caustico
e dolcissimo, concettuale e irriverente, il mondo che si trova in galleria vira,
mutua rispetto a quel che si trova fuori.
Richiami a idoli della strada, incomprensioni
accidentali e formule dell’equilibrio marchiano i nuovi lavori installati con
insolito (voluto e intellegibile) pudore. Ogni scorcio, incastonato nel
percorso di questa personale, restituisce esattezza e abbondanza visiva. Quasi
che l’artista fosse impossibilitato, ogni volta, a portare con sé tutto quel
che trova per strada, ciò che deve rimanere ancora da vedere è un
codice; un’istanza di presentificazione di un gesto che si manifesta in quanto
figura di pensiero. In quanto tramite di senso chiuso in qualche lato buio del
linguaggio corrente.
Conscio dei propri personali teatri di eventi, Bodzianowski rende note sottili azioni come storie nonsense,
scene dell’assurdo che, ancora una volta danno vita a un personaggio senza
fine, con tanto di baffi, pneumatici usati e occhiali. Un ingenuo dai modi
raffinati che, mostrandosi per mimetizzarsi, cambia quel che potrebbe succedere
in quel che deve accompagnarlo ovunque.
L’artista polacco
rinnova dunque la lettura poetica di una visuale quotidiana che, se non fosse
accesa dal proprio passaggio, finirebbe persa o spenta tra folle di ignari e
susseguirsi di spazi pubblici, dove chi guarda non vede e chi transita sembra
sempre voler finire altrove. Per non perdersi in quel che si trova davanti.
articoli correlati
Da
Zero… nel 2007
In
collettiva a Trento
Per
Fotografia Europea
ginevra bria
mostra visitata l’11 novembre
2010
dall’undici novembre al 18 dicembre 2010
Cezary Bodzianowski – Uno e più
Galleria Zero…
Via Tadino, 20 (zona Piazza Lima) – 20124 Milano
Orario: da martedì a venerdì ore 11-13.30 e 14.30-19.30; sabato ore 15-19.30
Ingresso libero
Info: tel. +39 0236514283; fax +39 0299982731; info@galleriazero.it; www.galleriazero.it
[exibart]
Al via EXPOSED Torino Foto Festival, il nuovo Festival Internazionale di Fotografia di Torino, a cura di Menno Liauw e…
Innovatore inquieto e implacabile, figura dominante del minimalismo e dell’astrazione, Frank Stella è morto a 87 anni: la sua visione…
È stata questa la frase, pronunciata dalla madre dell’artista che ha ispirato il percorso della mostra Disintegrata, in corso alla…
Da Hernan Bas a Nari Ward. Ecco gli artisti internazionali che occupano gli spazi in Via della Spiga, in occasione…
Torino a tutta fotografia con il nuovo festival Exposed e la fiera The Phair, gli appuntamenti da non perdere con…
Al Nitsch Museum di Mistelbach, in Austria, una mostra ripercorre i 30 anni di inquieta sperimentazione dell’artista palermitano Andrea Cusumano,…