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fino al 20.I.2011 | Francesco Candeloro | Milano, Galleria Galica

di - 12 Gennaio 2011
Compresenza e transitorietà sono le due sole guide prospettiche di
Francesco Canderolo
(Venezia, 1974). Entrambi questi caratteri, in Parallele
visioni
, ultima personale milanese dell’artista, diventano necessità
espressive. Nei suoi lavori, membrane traslucide che separano differenti strati
– un aldiquà da un aldilà – segnano da un lato un al di
qua che è già al di là e, dall’altro lato della membrana, un al di là che
stenta ad essere tale, così poco oltre da essere in fondo ancora distinguibile.

Ogni percorso di
Canderolo è un sentiero a varchi contigui. Simboli di un oltre-mondo sottile
che è di per sé un’altra dimensione, assolutamente altra e assolutamente
altrove (altrove da qui, altro da questo), pur tuttavia “presentificabile”
ovunque. Ogni libro, scenario o panorama dell’artista veneziano è vicinanza
prossima
, sovrapposizione nella quale il vero emerge e si verifica
nell’immagine.

Nei suoi progetti,
simultaneità di linguaggi, colori, cangianze e segni della luce prefigurano
margini e icone. Spazi che, trasfigurandosi, diventano opere pittoriche,
fotografiche e installative. Sulla scia di una delle opere esposte a Venezia, a
Palazzo Fortuny (Città delle città), la mostra prende avvio come un
racconto a più fasi, proscenio narrativo fatto di legami e rimandi che
assumono, impressionandola, imperturbabilità di tempi e spazi.


Questa personale di
Canderolo inizia con Quotidiani Movimenti
(Kassel).
La galleria milanese, infatti, allestisce nuovamente una delle lastre
di plexiglas di grandi dimensioni. Superfici tagliate al laser e stampate a
raggi UV che, nel palazzo veneziano, ritraevano grandi città europee e non,
attraverso serigrafie sovrapposte. Definibile come scultura ambientale, questo lavoro
riassume con completezza diverse componenti formali del corpus delle opere
presenti in galleria. Qui, nel vuoto intagliato dell’opera, la possibilità
plurale della visione e dell’immagine si trasforma in allusione e fissità
rappresentativa. Le lastre, intagliate in corrispondenza di punti denotativi
del paesaggio, rafforzano la visione compositiva, destrutturando la natura
normata della visione.

L’immagine
fotografica è luce virata, filtro indelebile che deposita i propri tempi sulla
pellicola e che fa emergere la ricerca pittorica di Candeloro su un determinato
territorio. Tra fantasmagorie e scatole magiche compaiono anche i Libri (carte e acetati colorati,
diversamente sovrapponibili), solidi componibili che accolgono la possibilità
dell’alternanza come tracce di molteplici letture. Lo spazio che questi lavori
occupa è superficie netta, deduzione che asseconda il pensiero eliminando il
codice del segno come elemento regolatore della lettura.


Significanti e
significati tornano così ad essere, per Candeloro, “un mezzo per raccontare
infinite possibilità percettive, è l’istante dello sguardo, il tempo di un clic
”; porzioni di spazio che lasciano “decantare
le immagini per poi riprenderle e riconoscere in esse le esperienze vissute e
quelle ancora da vivere
”.

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al Museo Fortuny

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Dadamaino a Padova

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Galica nel 2004

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mostra visitata il 18 novembre
2010


dal 18 novembre 2010 al 20 gennaio 2011

Francesco Candeloro – Parallele Visioni

a cura di Elena Forin

Galica Artecontemporanea

Viale Bligny, 41 (zona Porta Vigentina) – 20136 Milano

Orario: da martedì a venerdì ore 10-13 e 15-19; sabato ore 14-19

Ingresso libero

Info: tel. +39 0258430760; fax +39 0258434077; mail@galica.it;
www.galica.it

[exibart]

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