Le immagini apparentemente organiche si trasformano in un qualcosa di sintetico, nascendo appunto dall’incontro tra linee fluorescenti e oggetti domestici, visibile nella serie Phoenix. Punto di partenza per l’artista è la libera gestualità pittorica, ma il tutto segue precisi calcoli e studi dettagliati. Siamo davanti a opere costruite con attenzione e precisione: le immagini che l’artista produce sin dal 2000, hanno una composizione strutturale basata sul collage che allo stesso tempo Berresheim rende pittorica. Da qui la difficoltà di interpretarle e definirle, perché sono conseguenza di una scelta consapevole legata ad un programmatico ermetismo filosofico.
Come afferma l’artista “sono consapevole che con quelle immagini sono entrato in un sistema di classificazione che è definito gesto astratto. Ma spero di riuscire a presentare immagini che possano esser lette come lavori astratti e allo stesso tempo figurativi (come conglomerati di capelli e fili). In questo caso abbiamo a che fare con lavori astratti che possono essere manipolati in ogni dettaglio. Perché tutte quelle linee e figure non sono segni bensì figurazioni e considerandole più pittoriche diventano un commento sul mito della pittura”. Berresheim attaverso i suoi lavori, ha la capacità di trasportare lo spettatore in complessi mondi contemporanei.
mostra visitata il 26 maggio 2011
dal 26/05 al 22/07/2001
Tim Berresheim – Tropical Dancer (Seeing is believing) 2007-2011
Cardi Black Box
Corso di Porta Nuova 38, 20124 Milano
Orari: da lunedì al sabato, 10-19
Ufficio stampa: Paola Manfredi
Info: 0245478189 , +39 0245478120 (fax), gallery@cardiblackbox.com, www.cardiblackbox.com
[exibart]
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