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Fino al 25 II 2013 | Arianna Carossa, Displaces | Milano, Rizhoma Gallery

di - 11 Febbraio 2013
Tra gli innumerevoli spazi espositivi che hanno aperto in questa stagione il più recente è Rizhoma, a Milano. Un progetto curatoriale nato a Palermo come housegallery, da un’idea di Martina Colajanni, che oggi porta il “brand” in un piccolo ambiente a pochi passi da Porta Venezia, dove la riapertura è stata affidata ad Arianna Carossa, che ha messo in scena una dissertazione site specific per raccontare il limite di uno smarrimento, la sensazione di trovarsi in un luogo, di fronte ad oggetti, che non ci appartengono, ma che divengono per forza di cose familiari. Un caso o un’indicazione precisa rispetto a questo trasloco? La direttrice risponde così: «Rizhoma non si identifica in un unico luogo. Il suo aspetto può variare, evolversi in base al luogo in cui sorge. Palermo ha influenzato il progetto fornendogli un clima culturale incontaminato e appassionato. Milano, invece, sta dando dimostrazione di essere una città/fulcro dell’arte. Rimane tuttavia il dato che in Rizhoma vivono entrambe le esperienze».

Scesi da una ripida scalinata Rizhoma si presenta come un salotto, con i piccoli pegni del riconoscimento degli artisti lasciati a Martina Colajanni appesi alle pareti; girato l’angolo quello che invece si ha davanti è un piccolo white cube dove si respira pienamente l’aria degli edifici di ringhiera di Milano, dei loro spazi concepiti nei primi anni del Novecento, e l’incontro con i pezzi di Arianna Carossa provoca davvero la vertigine di uno spaesamento: «C’è la volontà di vedere oltre il semplice fastidio, fisico e mentale, che questa indeterminatezza può portare. Ma oltrepassando il confine si può tuttavia intendere il disorientamento come rimedio», scrive Colajanni nel pezzo dedicato alla nuova collaborazione. Perché Rizhoma, nella sua mission, persegue anche l’obiettivo del confronto continuo, con una serie di progetti dove saranno chiamati a collaborare, nello spazio, una serie di altri curatori, «perché la condivisione è un modo implicito per guardare attraverso gli occhi e idee di più persone unite per un unico scopo» afferma Martina. Per ora però continuiamo a perderci tra gli oggetti “ansiosi” di Arianna Carossa dove cornici, immagini, frammenti di specchi, mobili e parti di arredo sono uniti a creare una visione da ricomporre come un rebus. Senza soluzione.

Matteo Bergamini

mostra visitata il 31 gennaio 2013

dal 30 gennaio al 25 febbraio 2013

Arianna Carossa – Displaces

Rizhoma Gallery

Via Plinio 20 – (20129) Milano

Orari: Su appuntamento

Info: +39 329 9298792, rizhoma.gallery@gmail com, www.rizhomahousegallery.it

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