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fino al 26.VII.2010 | Canedicoda | Milano, Patricia Armocida

di - 20 Luglio 2010
I prefer Hands to Machines,
Unique to Serial, Limited to Quantities.
Queste sono le parole di presentazione che precedono il
lavoro di Canedicoda, all’anagrafe Giovanni Donadini (Treviso, 1979). Artista grafico e musicista, crea
serigrafie dal 2002. Comincia a suonare con il gruppo punk With Love a quindici
anni, insieme a Nico Vascellari. Da allora ha suonato attivamente sotto vari alias e con
molte band in giro per il mondo. Attualmente fa parte di WW, Fantamatres,
Canzone Macabra e Lago Morto. Ottaven è il suo progetto audio da solista.

Come Canedicoda ha sviluppato un
universo grafico basato su stampe serigrafiche a mano di pezzi unici e in
tirature limitate, producendo collezioni personali di t-shirt e grafiche per
Netmage Festival, 8mm records, Von Archives, Dumb Skateboards, Bastard, Replay
e Fondazione Buziol. Segue anche progetti installativi per Marsèll e Marsèll
Goccia.

Insieme a Nico Vascellari e Matteo
Castro cura la programmazione di Codalunga, un villaggio turistico sperimentale
nel centro storico, borgo-antico, di Vittorio Veneto, una sorta di fulcro
fervido della scena musicale underground del nord-est.

Per la sua prima personale,
Canedicoda sceglie di allestire una sorta di suk, un dedalo che fra tele nere e
formelle ripropone un percorso fatto di strani abbozzi decorativi, rumori
delicati, movimenti quadri e panneggi scuri. Forse emulando la falsa riga della
recente retrospettiva europea di Ed
Templeton
, skater professionista, ottimo fotografo e artista
contemporaneo fin troppo copioso, Canedicoda fa un tentativo.

Il veneto tenta di riversare parte
delle sue abilità grafiche e di trapiantarle nello spazio. Il risultato è che le
sale della galleria prima spandono poi implodono su loro stesse. Il giovane artista,
infatti, non sembra essere a conoscenza delle proprie radici (del sangue nella
propria pancia). Canedicoda non subodora l’esistenza formale né di Larry
Clark
, né di Nan Goldin, né di Jim Goldberg, né di Allen Ginsberg e men che meno di Shepard
Fairey
.

La sua personale, dietro
l’intrigante titolo Le cose ricominciano a muoversi, è la dimostrazione del fatto che
produrre serigrafie, lasciando agire il colore in segmenti, non basta a
coinvolgere un sé, ancora troppo debole, forse, per dar vita a nuovi mondi. In
questa mostra nulla racconta di quel sapere che agita e che va a scavare lì,
dove tutti i fili si intrecciano e dove si forma il punto di partenza per una
vera e propria ricerca artistica.

Sembra che, dietro le brevi
escursioni visive di questa personale, non esista nient’altro. Niente sotto
forma di disegni, lettere, fotografie o riflessioni. In galleria tutto si
sussegue velocemente ma senza trasporto, senza trasmettere quel qualcosa chiamato visioni, odori e
inquietudini. Le opere esposte non sembrano far parte di alcun paesaggio. Però
nell’aria resta una colonna sonora. Un sottofondo realizzato, forse, per
muovere raso e seta, ma non per aprire né sangue, né occhi, né pancia a nuove
forme di vita.

ginevra bria

mostra visitata l’11 giugno 2010


dall’undici giugno al 24 luglio 2010

Canedicoda
– Le cose cominciano a muoversi

Galleria Patricia Armocida

Via Bazzini,
17 (zona Piola) – 20131 Milano

Orari: da
martedì a sabato ore 11.30-13 e 15.30-19

Ingresso
libero

Info: tel. +39
02 36519304;
galleriapatriciaarmocida@gmail.com; www.galleriapatriciaarmocida.com

[exibart]

Visualizza commenti

  • ma siamo impazziti? si può o meno essere d'accordo con la recensione, ma è inammissibile che si arrivi all'insulto! Anche se una recensione appare discutibile, la risposta piĂą sensata sarebbe un contraddittorio ben argomentato... è profondamente triste che "gente di cultura" - o che crede di esserlo - come quella che frequenta le mostre si riduca al "chi non è con me è contro di me", a cercare spiegazioni dietrologiche o peggio ad attaccare personalmente chi ha commesso l'abominevole crimine di scrivere ciò che pensava

  • Sono d'accordo sul fatto che non bisogna insultare chi ha scritto il pezzo...
    Ma quando un artista che realizza serigrafie astratte viene accusato di non far provare le emozioni che suscitano i lavori di fotografi e artisti che con lui non hanno nulla in comune e da cui non ha mai preso ispirazione...Beh...C'è da chiedersi se ha capito qualcosa della mostra.

  • Ma che paese di dietrologi e di mettinculo! Scusate: Ginevra Bria ha scritto quello che ha visto e lo ha fatto in onestĂ . Criticare è sempre la forma piĂą impegnativa e responsabilizzate. Un po' di rispetto. E se dissentite fatelo in maniera intelligente in modo che si possa confrontare.

  • La signorina Bria è famosa per non andare a visitare le mostre che recensisce...Almeno, quelle nelle gallerie.
    Quindi non stupiamoci d'una recensione simile...

  • ragazzi sono fular...non c'è alcuna capacitĂ  per il giovane artista di uscire da clichè rassicuranti..esattamente come fa il suo amico nico vascellari..

    Ho la sensazione che ci siano "paesi per vecchi" che costringono e formano i giovani ad una certo compiacimento, forse dato dalla precarietà generale. Non vedo urgenze; ha voglia Politi ha inviare la lettera dove pier luigi celli intima ai figli di uscire dall'italia...ma quì non si tratta di mancanza di strumenti, si tratta di mancanza di contenuti...di artisti che ci provano, sviluppano le proprie ossessioni e i propri feticismi adolescenziali per tentare di mettere su un lavoretto comodo comodo...

    Mi sembrano burocrati della creativitĂ , e da questo giudizio non esce nemmeno Vascellari, che, con ancora maggiore maestria, remixa alcuni immaginari ruffiani di arte povera attualizzata...

    Forse si tratta anche di un collezionismo e un pubblico distratti, ma va bene...però parliamo di ARTIGIANATO dell'arte contemporanea e non di arte contemporanea...

  • a milano dovreste ringraziare di avere la bria che ha la nevrosi e la voglia di recensire tutto, da altre parti i critici di exibart sono meno disponibili (vedi torino) e neanche sarebbe stata considerata questa mostra..

  • Sembra che la recensione cerchi qualcosa che nella mostra non può essere. E, non trovandolo, dica che avrebbe dovuto esserci. Si può essere pro o contro, ma dire a chi avrebbe dovuto essere ispirata la produzione artistica inverte i ruoli di critico e di artista.

    C

  • ginevra bria semplicemente NON VA A VEDERE LE MOSTRE CHE POI TANTO DENIGRA ed è uno dei tanti volti dell'arte a cui interessa l'immagine e non il contenuto
    se vuoi farti pubblicitĂ  puoi farlo in altri modi e non parlando di una cosa come l'arte che appassiona ancora molte persone, molto piĂą umili e sicuramente piĂą acculturate ( non ci vuol molto) di te

  • o ma se canedicodazabetta fa cagare perchè dovete prendervela con ginevra bria? a parte il fatto che questa recensione è sublime, fa venire una gran voglia di cospargere tutti i foulard di benzina e dargli fuoco

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