La mostra pone l’enfasi sulle opere eseguite nell’arco
temporale compreso tra gli anni ‘70 e i primi anni ‘80, senza tuttavia
tralasciare i lavori più recenti. L’attenzione per le opere degli esordi è tesa
a sottolineare l’emergere di quelle peculiari caratteristiche che saranno poi
alla base della sua attività di illustratrice: la rappresentazione attenta e
sensibile di situazioni e stati d’animo che ineriscono al mondo femminile e la
critica dei modelli e degli stereotipi della femminilità, condotta attraverso
il filtro dell’ironia che conferisce vivacità e freschezza alle sue
realizzazioni.
Il titolo della mostra, Volevo le calze nuove, è quello di una poesia composta dall’artista
all’età di tredici anni e ritrovata su una fascetta di un vecchio numero de La Settimana enigmistica.
Maddalena esprime la sua frustrazione per non essere riuscita ad avere un paio
di calze nuove, veicolo di differenziazione e di espressione personale, e
rivela il suo carattere indipendente, refrattario all’eccessiva omologazione.
Un breve corredo di “archeologia di Mad” è costituito da
una selezione di quaderni del periodo delle scuole elementari in cui emergono
in nuce le sue qualità compositive.
Dalle fattezze d’angelo, schiave dei diktat del mondo
della moda o libere, indipendenti e orgogliose del proprio corpo, pronte a
ironizzare su quella cultura fallocratica messa in discussione dal movimento
femminista, le donne di Mad si susseguono in una selezione di lavori che, se da
un lato ha il pregio di porre l’enfasi sulla presenza di opere della prima
parte della carriera dell’artista, dall’altro non risulta sempre convincente
nella loro disposizione, associando a queste lavori più recenti.
In queste opere la curatrice della mostra Francesca Pasini
ravvisa un comune sentire con le coeve fotografie di Cindy Sherman e con la serie di acquerelli di Carol Rama realizzati tra la fine degli anni ‘30 e i primi anni ‘40.
Discutibile invece il quadro di riferimenti alla pittura
di primo Novecento delineato nel comunicato stampa: più che nelle opere di Grosz e Dix i legami con l’area germanica sembrerebbero da ricercarsi in
quella pittura che fa capo a Schiele
e Kokoschka, in cui la
rappresentazione del corpo si fa espressione di una condizione psicologica,
mentre appare decisamente curioso che si parli di “visione metafisica sironiana” senza mai nominare de Chirico, i cui Bagni misteriosi”vengono ripresi da Mad e citati esplicitamente.
Nonostante questo ci troviamo di fronte a una mostra
onesta e godibile, che avrebbe forse dovuto focalizzarsi in maniera più
organica sui primi lavori, concentrandosi su un arco temporale meglio definito.
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Alla Triennale di Milano
Napoli,
al Museo Pignatelli
matteo meneghini
mostra visitata il 23 dicembre 2010
dal 16
dicembre 2010 al 29 gennaio 2011
Maddalena Sisto – Volevo le
calze nuove
a cura di Francesca
Pasini
Galleria Riccardo
Crespi
Via Mellerio, 1 (zona Cadorna) – 20123 Milano
Orario: da lunedì a sabato ore 11-13 e 15-19.30
Ingresso libero
Catalogo disponibile
Info: tel./fax +39 0236561618; info@riccardocrespi.com;
www.riccardocrespi.com
[exibart]
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