Figurativo, vulcanico, coloratissimo. Basterebbero già questi elementi a rendere Andrea Mastrovito (Bergamo, 1978) riconoscibile in un panorama di giovani artisti che, per scelte culturali o che per aderire a tendenze ben consolidate, diffidano da simili caratteristiche. Mastrovito porta energicamente avanti da anni la costruzione di un personalissimo mondo di immagini, senza curarsi di fuggire dalla figurazione, ma anzi, facendo in modo che l’accostamento di immagini e il dato cromatico rappresentino da soli tutto il suo discorso. Senza mediazioni, senza slittamenti: tutto in primo piano.
Per questa personale, l’artista ha scelto coraggiosamente di dividersi, e di divedere il proprio lavoro. Il titolo della mostra In & Out of Life dichiara subito questa doppia condizione: l’essere dentro e fuori le cose, la realtà e la sua rappresentazione.
Chi inizierà la visita dal centro della città verrà accolto dall’esplosione di colori nella parte di mostra ospitata nella galleria Antonio Colombo. Generoso il numero delle opere esposte, lavori di grandi dimensioni che sembrano voler evadere dal formato della singola tela per cercare nuove porzioni di spazio dove germinare e sedimentarsi. Sono collage incredibilmente affastellati quanto precisi, che conferiscono alla galleria una nuova spazialità. Il visitatore si ritrova in una giungla di segni e di colori che potrebbe facilmente disorientare. Eppure, sono proprio queste forme e le moltitudini di soggetti illustrati a permettere un facile orientamento visivo: supereroi dei fumetti, icone della storia dell’arte, pin up discinte, e lo stesso Andrea Mastrovito che in molte opere fa capolino con il suo look perfettamente urbano. Teoricamente fuori posto, ma in fondo perfettamente a suo agio nel fitto della foresta.
Non solo la miriade di forme e gli accostamenti cromatici (sempre molto attenti) infittiscono la trama dei suoi lavori, un’ulteriore addensamento è rappresentato dalle citazioni: perfettamente orchestrate tra mondo dei comics e manuale di storia dell’arte, come a voler mostrare la medesima natura bidimensionale che la cultura figurativa assume nel momento della sua riproduzione. In tal senso Spiderman e i quadri di Goya sembrano appartenere ad un’unica grande superficie di carta, tagliata e incollata secondo il progetto e l’ironia dell’artista.
L’altra parte della mostra, presso la galleria 1000eventi, mette in evidenza aspetti dell’opera di Mastrovito per certi versi più interessanti. Se nella tappa precedente il dato cromatico costituiva l’elemento forse più visibile, qui l’artista struttura la propria ricerca attorno all’elemento luce. Nei light box esposti i segni, che ricordano la tradizione figurativa dell’incisione, sono in realtà precisi tagli, fessure che lasciano affiorare dalla superficie nera del cartoncino le diverse scene descritte, tra soggetti sacri e richiami alla storia dell’arte presente. E ancora: accanto a queste opere si posso vedere brevissimi cortometraggi che l’artista ha realizzato in collaborazione con Marco Marcassoli, così come l’installazione video dedicata all’immagine della farfalla, che diventa nel lavoro di Mastrovito metafora della fragilità e della leggerezza dell’immagine.
Tra accostamenti più riusciti e citazioni talvolta involontariamente naïve, la quantità di informazioni, visive, letterarie e iconografiche si fondono per creare un universo sorprendente e a tratti cupissimo.
riccardo conti
mostra visitata il 20 febbrario 2006
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sono daccordo la scopiazzata non e' sostenuta da un miglioramento concettuale .bocciata.
sono due esposizioni disgustose... da Colombo sembrano dei lavori del'asilo.. da 100 eventi quei video una vera vergogna... ma come l'hanno potuti proiettare! Una vera merda!
excusatio non petita, accusatio manifesta.
sul tema della licenza poetica temo non vi siano limiti ai quali avvinghiarsi (o accrocchiarsi...). suggerisco dunque di sollevare la skarpa ( k: licenza poetica, vedi mario capanna...) e ossevare cosa c'è sotto la suola.
Opere bellissime , miglior artista ITALIANO in circolazione mi sa che i nostri figli lo studieranno nei libri di storia ....ma dove abita di preciso?
prenditelo a casa tu e studiatelo tu.
A leggere alcuni commenti il nostro Levathan può soltanto esaltarsi a mille! Ma come siete messi...
Se per merda intendete delle opere che non danno alcuna emozione nel vederle, vi sembra il commento giusto davanti all'Arte ( A maiuscola la sottoscrivo) di Mastrovito?
a me piace tanto questa mostricella... elementari o no, devo dare a questo alunno un bel buono... ottimo se chiudesse la bocca!!!
Il mio ononimetto mi ha detto che è un bell'investimento... tra qualche anno posso sempre regalarlo ad un bambino povero di napoli!!Per rollarsi un bel cannone!!!
ma si scolleranno tutti prima o poi che fregatura.
Ma Emilio prende qualcosa di strano??!!
I lavori di Mostrovito sono uguali a quelli che ci obbligava a fare il mio mprofessore delle medie di artistica alla scuola di Cologno Monzese!!! Mastrovito se vuoi te li regalo così li vendi a qualche babbacchione!!!
il titolo della mostra fa veramente odore di hirst