Categorie: milano

fino al 31.X.2006 | Mario Cresci | Milano, Fotografia Italiana

di - 10 Ottobre 2006

Qualche tempo fa, in un’intervista rilasciata ad Alessandra Mauro, Mario Cresci (Chiavari, 1942) ricordava come la sua attività di fotografo si fosse sviluppata di contro alla predominanza dell’estetica crociana e avesse imboccato una direzione fenomenologica, con i nomi di Merleau-Ponty e Arnheim a ricoprire il ruolo di fondamento teorico. Com’è noto anche grazie a testi come La voce e il fenomeno di Jacques Derrida, la morte ossessiona strutturalmente la riflessione di Husserl. Si pensi all’ultima tappa della lunga riflessione barthesiana sulla fotografia, ossia alla Camera chiara. Baudelaire sul letto di morte, ritratto da Nadar, ma pure il cadavere di un nicaraguense, ci fanno toccare con mano, letteralmente, un corpo oramai decomposto. Che ancora ciò avvenga o avverrà quando osserviamo gli scatti digitali dei nostri cari estinti, è un fatto di cui sono personalmente convinto, al di là della presunta soluzione di continuità rispetto all’analogico.
Per tornare al Barthes del 1980, e con qualche semplificazione, la proposta di una ricezione metodicamente emotiva di certa fotografia funziona alla perfezione nel caso della serie proposta da Cresci, nei locali milanesi di Fotografia Italiana. La motivazione non è mortifera, almeno non è il primo dato che salta agli occhi e li aggredisce. Bensì è la premeditazione e la consapevolezza del lavoro del lutto. Al punto da risultare addirittura inquietante.
A cosa si riferisce il raddoppio, l’abissalità del duplice d’après in questione? Occorre tornare indietro negli anni, e ritrovare un Cresci che impugna la matita per studiare, non copiare, alcuni scatti classici: The illuminated Man (1968) di Duane Michals e ancor prima il ritratto di Marcel Duchamp (1965) realizzato da Ugo Mulas. O Man Ray, il succitato Nadar e finanche un dagherrotipo anonimo. Per concludere idealmente con Face Farce (1970) di Arnulf Rainer. Dove il tratto manuale già interviene ab origine -ma proprio la fotografia ha ribadito che un concetto come quello di “origine” è sottoposto da sempre a sollecitazioni più o meno evidenti- sull’opera, e va da sé nel disegno di Cresci che la rilegge.
Ma il procedimento non si arresta a questo punto, bensì diviene “copia di copia”, come doveva inizialmente chiamarsi la serie. Il disegno viene riprodotto, meccanicamente, per ritrasformarsi in fotografia datata 2005-2006. E l’automazione non garantisce, ovviamente, una copia perfetta. Cambia il supporto, la dimensione, il tratto. Perché se nella prima fase Cresci –come ci ha raccontato con un certo stupore, riguardando quei disegni di vent’anni fa- sceglie tutta una tavolozza di metodi per incunearsi fra soggetto e oggetto della fotografia, con approcci talora violenti e tal altri sinuosi, nella seconda fase la matita pare cangiarsi in carboncino, e l’oleosità del lucido diviene à plat del supporto in cotone e metallo.
A farsi coinvolgere, l’operazione diviene vertiginosa. L’istinto, certo puerile, è andare a ricercarsi gli originali per risalire la china della memoria. Naturalmente grazie alle riproduzioni stampate su qualche storia della fotografia.

articoli correlati
Intervista a Mario Cresci et al.
Cresci alla Gam di Torino

marco enrico giacomelli
mostra visitata il 21 settembre 2006


Mario Cresci – D’après di d’après. A cura di Fabio Castelli
Fotografia Italiana , Corso Venezia 22 – 20121 Milano
Orario: da martedì a venerdì dalle 15. alle 19. Sabato su appuntamento
Ingresso libero- Info: tel. +39 02784100; fax +39 0277809369; info@fotografiaitaliana.comwww.fotografiaitaliana.com
Catalogo con testi di Carlo Bertelli, Aldo Colonetti, Angelo Trimarco e Mario Cresci


[exibart]

Articoli recenti

  • Arte contemporanea

Art Brussels, la capitale belga in fermento sulla scia della fiera: le mostre da vedere

Art Brussels ha chiuso le porte della sua quarantesima edizione ma in città rimangono tante mostre da non perdere, dagli…

30 Aprile 2024 9:14
  • Mercato

Finarte fissa il record per un’asta di fotografia in Italia

Da Gabriele Basilico a Luigi Ghirri, passando per Gursky, Mapplethorpe e Man Ray. Tutti i risultati della vendita di Finarte,…

30 Aprile 2024 8:00
  • Mostre

Magali Reus a Milano: Off Script è un contributo alla scultura contemporanea

Negli spazi del Museo del Novecento di Milano, fino al 30 giugno, Fondazione Arnaldo Pomodoro presenta “Off Script”, la mostra…

30 Aprile 2024 0:02
  • Mostre

Il ribaltamento di genere attraverso gli oggetti domestici: Formafantasma a Milano

La Casa Dentro: una mostra personale di Formafantasma presentata a Fondazione ICA Milano, un progetto espositivo inedito, intimo e poetico…

29 Aprile 2024 22:08
  • Arte contemporanea

Pesaro 2024: la mostra di Giovanni Termini in un palazzo cinquecentesco

Gli spazi del cinquecentesco Palazzo Tiranni-Castracane di Cagli si aprono all’arte contemporanea con la mostra di Giovanni Termini, nell’ambito di…

29 Aprile 2024 18:56
  • Attualità

Il Garage Museum di Mosca è stato perquisito dagli agenti dell’FSB

Gli agenti dell'FSB, il Servizio di Sicurezza Federale della Russia, hanno perquisito l’archivio del Garage Museum of Contemporary Art di…

29 Aprile 2024 18:20