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fino al 6.I.2011 | Sacro lombardo | Milano, Palazzo Reale

di - 8 Novembre 2010
L’arcidiocesi di Milano è
considerata la seconda della cristianità, dopo Roma, per peso, prestigio e
numeri. Da Ambrogio e Agostino fino ai cugini Borromeo tra XVI e XVII secolo e,
più recentemente, a Benedetto Erba Odescalchi, Carlo Ferrari, Achille Ratti,
Giovanni Battista Montini (per citare solo i più riveriti), la residenza nel
Palazzo Arcivescovile dietro il Duomo significa automaticamente un cappello
cardinalizio e una nomination al papato. Inevitabilmente la storia di Milano e
dintorni è legata a doppio filo a quella del suo “pesante” arcivescovado.
La mostra di Palazzo Reale
affianca una dettagliata cronologia per periodi di fatti salienti a esempi
della rappresentazione del sacro da parte degli artisti attivi a Milano tra
Cinquecento e Novecento.
L’episcopato di Federico
Borromeo, raffinato collezionista e intellettuale, fu particolarmente vivace,
segnato dall’istituzione della Biblioteca e della Pinacoteca Ambrosiana, dai
lavori nella Fabbrica del Duomo e, viceversa, da una lunga serie di pestilenze.
Ciò implicò, da un lato, una concentrazione di artisti (Giulo Cesare Procaccini, il Morazzone,
il Cerano…) seconda soltanto
all’irripetibile age d’or coincidente
con il soggiorno meneghino di Leonardo
da Vinci
, dall’altro la predilezione di soggetti (come San Rocco, il santo
guaritore per antonomasia) e scelte formali che testimoniano una sensibilità
espressionista, grandguignolesca.
L’influenza dei grandi lombardi
del secolo antecedente (Caravaggio
su tutti), evidente soprattutto nell’Andata
al Calvario
di Daniele Crespi,
si interseca a composizioni rubensiane (il pittore anversano aveva recentemente
soggiornato a Genova) nelle tele di Procaccini, oppure a modi vicini a El Greco nel Crocifisso coi santi Giacomo, Filippo e Francesco del Cerano: un pastiche sorprendente dove la
composizione ricorda il genio di Toledo, le tinte stanno a metà tra ricordi
rinascimentali e la dominante rosa di Guido
Reni
, al quale rimanda anche
la figura esile, languida e lattea di luce lunare del Cristo.
Il Settecento, in Lombardia, fu
il secolo dei Lumi, del Caffè, di
Verri e Beccaria e del governo illuminato di Maria Teresa d’Austria, al quale
seguì la Repubblica Cisalpina di Napoleone Bonaparte e Francesco Melzi d’Eril e
la soppressione degli ordini ecclesiastici. Inevitabilmente lo Zeitgeist (e con esso le committenze) si
laicizza e ai rivoluzionari ritrattisti, spesso di provenienza bergamasca, non
si affianca un’identica evoluzione del linguaggio su temi religiosi.
L’Erodiade di Francesco Cairo
è un preludio: ritratto modernissimo che anticipa i close up di Tranquillo
Cremona
, possiede un’aura drammatica ed erotica che rimanda alla tragedia
piuttosto che alla sacra rappresentazione. Significativamente, l’altro dipinto
notevole della sezione centrale è una scena storica, la cui ispirazione è solo
accidentalmente religiosa, ed è dipinto da Giambattista
Tiepolo
, veneziano. Altrove si vede l’affermazione di una cifra morbida,
dalle tinte tenui e uniformi da pietas di provincia, poco coraggiosa e
interessante.

Il Romanticismo e l’Ottocento
riscoprirono la religione come contraltare dell’aborrita ragione ed espressione
del fondo arcano e mitologico dei popoli. Così pittori di primo piano come Hayez e Faruffini ripresero a dipingere soggetti sacri, nella loro maniera
statica e accademica, ma di grande sicurezza formale. Poi verranno scapigliati
e simbolisti a riportare la Lombardia nell’epicentro del nuovo, ma il divorzio
tra arte e religione ufficiale sarà già irrimediabilmente consumato.

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Carlo
e Federico

Maestri
del ‘600 e ‘700 lombardo

Arte
ambrosiana

alessandro ronchi

mostra visitata il 12 ottobre
2010


dal 5 ottobre 2010 al 6 gennaio 2011

Sacro lombardo. Dai Borromeo al Simbolismo

a cura di Stefano Zuffi e Franco Buzzi

Palazzo
Reale

Piazza Duomo, 12 – 20122 Milano

Orario: tutti i giorni ore 9.30-19.30; lunedì ore 14.30-19.30; giovedì ore
9.30-22.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)

Ingresso: intero € 9; ridotto € 7,50

Catalogo 24 ore Cultura

Info: tel. +39 02875672; www.comune.milano.it/palazzoreale/

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