Charles Jones (Regno Unito, 1866-1959) in vita è stato un giardiniere di talento. Veniva chiamato a lavorare nelle grandi proprietà terriere, prevalentemente nel Susset, per curare zone precise del verde di campagna e di città . La sua specialità erano le attenzioni che portava ai dettagli infinitesimi delle decorazioni di bordura. Il giardiniere aveva un occhio particolarmente allenato a riconoscere e a modellare le infinite combinazioni compositive delle diverse forme frutticole e botaniche. In un articolo del 1905, sul The Gardener’s Chronicle, una nota di commento dice che “Jones ha avuto una grande importanza nel far apparire le forme dei giardini di oggi così come sono, tanto con i loro pregi quanto con i loro difetti.”
Quello che pochi sanno è che Jones adottava questo principio applicandolo anche ad un’altra parte nascosta della sua vita. Infatti non è mai stato soltanto un giardiniere. Per circa settant’anni ha portato avanti, in parallelo, anche la fotografia, trasferendo le sue qualità di osservatore privilegiato da un’arte all’altra, con una semplicità inerziale, lampante.
La sua non comune sensibilità lo ha portato a scegliere come materia d’indagine le stesse piante che faceva crescere e che sapeva riconoscere. L’indugio morbido sui dettagli di fiori, bacche e verdure è solo uno dei risultati di una preveggenza artistica che ha scansato la rigorosità degli still life edwardiani, per anticipare in parte il realismo pittorico e lucido di grandi fotografi come Edward Weston (USA, 1886-1958) o Karl Blossfeldt (Germania, 1865-1932).
Alla Galleria Sozzani, per la prima volta in uno spazio espositivo italiano, viene offerta al pubblico una serie di trenta fotografie originali che nascono con pochissimi duplicati per ciascuna. Ogni immagine è rimasta sostanzialmente unica a causa dell’irreperibilità dei negativi, non conservati al momento dei ritrovamenti degli scatti. Solo negli anni Ottanta, infatti, in un baule in vendita al mercatino dell’antiquariato di Bermondsey, sono state ritrovate e valorizzate le prime foto del giardiniere inglese.
Con gli anni sono venuti alla luce solo un centinaio di reperti, riconosciuti di recente come l’anello mancante, lo snodo al secolo, di una nuova generazione di fotografi e di visionari del click.
La semplicità di Jones, essenziale ma pittorica, qualità esibita nella presa del close up, mette in risalto delicati giochi contrapposti di esposizione e di sovraesposizione. Questi elementi sono un presentimento del Modernismo, corrente che esula dall’intento documentaristico del ritaglio immaginifico, per dedicarsi ad un’estetica dell’aura. Il mistero del registro scopico rimane per Jones una sorta di ossessione. L’ombreggiatura dei bianchi e dei neri assieme alla ricerca delle sfumature lavorano sulla monotonia di frutti e verdure restituendo loro un’originaria freschezza che li assottiglia e li rende nudi, frontali. Nelle foto in mostra spicca la ricercatezza amorevole di un fotografo che erotizza persino la banalità senza dare accenni ad un processo di brutalizzazione delle forme.
ginevra bria
mostra visitata il 14 marzo 2007
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