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fino al 7.XI.2008 | Guido Biasi | Milano, Galleria Blu

di - 10 Ottobre 2008
Guido Biasi (Napoli, 1933 – Parigi, 1983) inizia a rappresentare con dimestichezza l’irrealtà che gli è propria solo negli anni ‘60. Il pittore, pur continuando a esser presente con alcuni progetti e lavori in Italia, decide di trasferirsi definitivamente a Parigi, dove collabora con le riviste importanti che promuoveranno il suo modo di fare arte anche a Francoforte, ad Amburgo e a Bruxelles, ove in quegli anni, a breve distanza tra loro, vengono tenute tre sue personali.
È questo il periodo di stabilità espressiva e di solidità nella resa estetica, caratteristiche che renderanno i suoi noti mondi per la memoria degli ambienti ben delineati; universi surrealizzanti la cui tecnica e le griglie compositive divengono sempre più raffinate e riconoscibili. Nei quadri realizzati durante questo primo decennio dei ‘60, per Biasi la pittura inizia a diventare un percorso immaginifico creato per la meditazione e la contemplazione del ricordo; e del valore di quest’ultimo di fronte alla storia e alla cultura messe in rapporto con il presente.
Alla Galleria Blu, dopo quasi quarant’anni d’assenza, torna una personale dell’artista napoletano che, dopo aver attraversato un secolo d’arte e di artisti (in vita frequentava Baj, Colucci, Manzoni, Sordini e Verga), torna in galleria. Benché postuma, questa breve retrospettiva, attraverso una ventina di lavori rappresentativi, tele a olio che vanno all’incirca dal 1961 al 1981, riporta quasi per intero lo sguardo di un Biasi traslucido e oniroide, uno sguardo centrato su vent’anni di pittura e di storia della pittura.

Dunque, il ridotto numero di tele esposte diventa importante, anche se non fondamentale (data la scelta di non esporre i saggi e i pamphlet pubblicati dal Biasi “esegeta d’arte”), per comprenderne il percorso di ricerca formale e i punti cardine della sua poetica. Da vedere, per assaporare il mondo stanziale, letterario e a tratti fané, gli omaggi a Borges, a Henry James, a Proust e a Redon.
Da considerare con maggiore attenzione, proprio vicino all’ingresso, l’Hommage à la Hollande – quest’opera del 1969, dipinto di netto schieramento di pensiero, sarà il lasciapassare che gli garantirà l’ospitalità allo Stedelijk Museum di Amsterdam – e poi le sue roccaforti come le mnemoteche, le memorie ecologiche e le instancabili museologie. Particolarmente vivace e densa, sia per quanto riguarda il portamento delle campiture e che per l’andatura strutturale del quadro, la Museologia del 1976, esposta due anni dopo alla Biennale di Venezia.

Nel complesso, queste venti opere ricalcano i passaggi più chiari e sfidanti dei progetti visivi dell’artista. Biasi, e da qui prende spunto il titolo della mostra (Un eretico dell’arte), dichiarava lucidamente, guardando a se stesso: “Io sono, come artista, un eretico. Eppure la mia pittura è moderna“. Quando con l’aggettivo “moderno” poneva un limite interno alla vastità del linguaggio iconico, per Biasi mai abbastanza esterno da sostituirsi, sovrapponendosi, alla verità del reale.

ginevra bria
mostra visitata il 22 settembre 2008


dal 22 settembre al 7 novembre 2008
Guido Biasi – Un eretico dell’arte
Galleria Blu
Via Senato, 18 (zona corso Venezia) – 20121 Milano
Orario: da martedì a sabato ore 11-19.30
Ingresso libero
Info: tel. +39 0276022404; fax +39 02782398; galleriablu@fastwebnet.it; www.galleriablu.com

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