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fino all’11.IV.2009 | Bas Meerman | Milano, Studio Cannaviello

di - 31 Marzo 2009
Bas Meerman (Hilversum, 1970; vive a Berlino e Amsterdam) mette il visitatore di fronte alla potenza espressiva dell’immagine, mostrando con forza una calma sensuale. Una pace lasciata emergere senza fretta dalla figura dell’uomo, immagine che l’artista pazientemente ricerca e stende sulla tela. Quel che viene da pensare, osservando i lavori di medie e grandi dimensioni esposti in galleria, è che il pittore voglia anche, allo stesso tempo, imprimere nelle forme ritratte l’impotenza della specie umana, sua particolare ossessione. Meerman cattura l’arrendevolezza e la rende visibile attraverso l’ambiguità dei contrasti cromatici.
Rispetto ai lavori precedenti, quest’ultima serie affossa le passate allusioni sessuali, qualche anno fa più esplicite, per concentrarsi su soggetti dai quali arrivano atmosfere sempre in bilico, dimensioni di calma ritratta sempre sul punto di sfociare in accadimento. Nascono da questi ragionamenti e da questo stato interiore le serie dedicate ai vasi di fiori e ai suoi due cani, simboli della quotidianità dell’artista, metafore, più o meno esplicite che accompagnano, forse a volte in maniera pedissequa e familiare, lo spettatore lungo questo piano percorso tematico.
L’elemento più importante di questo modo di dipingere il reale è un effetto. È il risultato emancipatore dell’incontro personale con il libro dei libri, la Bibbia, iconografia che Meerman traduce sottraendolo al monopolio interpretativo dei custodi della fede d’ogni genere. Qui si rivela la bravura appianante dell’artista, che non mette mano al vissuto dei soggetti ma, al contrario, li spolpa rispetto alla loro identità.

La priorità pittorica viene rimessa dunque alla lucidità delle forme, insieme estetico che riesce ad avere la meglio su tutte le interpretazioni autorizzate. Chi osserva The Bible, dunque, non può fare a meno di mirare alla lettura dell’opera in maniera incondizionata, indipendente rispetto al significato della composizione. Il motivo di questo stacco è che Meerman, dipingendo, è in grado di lasciare e di ricreare il tempo giusto di fruizione per lo spettatore. Per far sì che emerga un’opinione filtrata del materiale diegetico-visivo. Senza questo atto di libertà, probabilmente la pittura di Meerman assumerebbe un ritmo differente e un significato eccessivo, ridondante rispetto al proprio motore di autenticità.
Bas Meerman è irritato dai dubbi che provengono dalle cose. Attraverso la regolarità e la finitezza dei soggetti si dirige verso l’autonomia del lettore, dalla quale lui stesso dev’essere capace di prendere cautamente le distanze. Colui che legge e filtra la visione attraverso la lente della religione e della calma interiore, in vero, legge un’immagine riflessa e sublimata fatta di curiosità, desideri struggenti e delusioni.

La logica di queste opere, spezzata dal rigore della prospettiva, ne esce rafforzata e, come nel caso dell’intrigante Cruxifiction, questa sensazione deriva dal continuo confronto con testi, linguaggi e mondi che Meerman non nasconde, ma vela con perizia.

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mostra visitata il 3 marzo 2009


dal 3 marzo all’undici aprile 2009
Bas Meerman
a cura di Frans Vosman
Studio d’Arte Cannaviello
Via Stoppani, 15 (zona Porta Venezia) – 20129 Milano
Orario: da martedì a sabato ore 10.30-19.30
Ingresso libero
Catalogo disponibile
Info: tel. +39 0220240428; fax +39 0220404645; info@cannaviello.net; www.cannaviello.net


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