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Riccardo Gusmaroli, Frequenze parallele | Galleria Glauco Cavaciuti, Milano

di - 30 Novembre 2015
Riccardo Gusmaroli, classe 1963, vive e lavora a Milano. Proprio in questa città per il mese di novembre sarà possibile vederlo esposto nell’ampio spazio della galleria Glauco Cavaciuti nella centralissima Vincenzo Monti. I bellissimi e ampi spazi della galleria sono riempiti da molteplici lavori dell’artista – circa una trentina – a cui è dedicata la personale “Frequenze parallele”. Osservando le sue opere, riesce facile intuire che nasca come fotografo. La qualità di quel particolare tipo di sguardo influenza il suo modo di operare nella ricerca di un segno (più che) tangibile e nello studio di una tridimensionalità dell’immagine. Ciò è riscontrabile nella serie dei Vortici (2010-2015), caratterizzata da numerosissime barchette di carta – ormai diventate firme indiscusse e riconoscibili del suo operato – ma anche nei nuovissimi lavori realizzati con il supporto di coperte termiche dorate del pronto soccorso (da qui il titolo Coperte termiche per l’appunto), sia in un nuovo ciclo di Uova (quasi tutti del 2015) i cui gusci vengono bucati e lavorati, sia in alcune opere dalle serie dei Vulcani (2014-2015) dove la carta è bucata dalla parte retrostante creando un effetto esplosivo. Ciò che ruota intorno al lavoro di Riccardo però non è tanto l’oggetto in sé in quanto oggetto, ma la sua manipolazione. Parte da qualcosa per renderla altro, visivamente, ma non solo. Il passaggio muta intrinsecamente il materiale originario, dandogli una connotazione completamente diversa e permettendogli di acquisirne molte altre. Nonostante questa fase di trasformazione, l’artista opera principalmente per rimozione, adoperando la sottrazione come linguaggio comunicativo, così da aumentare (paradossalmente) la lettura di significati dell’oggetto, che ormai non è più oggetto in sé, ma altro.

A un primo sguardo Gusmaroli sembra riprendere il linguaggio visivo di alcuni grandi della storia dell’arte moderna e contemporanea. Si osservi in tal proposito la serie dei sopracitati Vulcani: la carta di superficie è bucata permettendo allo sguardo di penetrare in profondità e far emergere i colori retrostanti; così come le Coperte termiche fanno intravedere dai fori il velluto nero sottostante. Se in un primo momento tutto questo richiama a grandi linee lo spazialismo di Lucio Fontana, ci accorgiamo con un occhio più attento che si tratta di qualcosa completamente diverso. La somiglianza è così vanificata: si tratta di una sorta di gesto, una sperimentazione, una sorta di esercizio quasi calligrafico del forare il materiale con e in cui si lavora. Lo stesso di può dire per le Uova, svuotate e forate, rese una sorta di pizzo, che risultano essere molto lontane dall’impronta – anche in senso letterario – dell’artista Piero Manzoni.
In quasi tutte le sue opere esiste un senso di dinamismo, di un’energia palpabile, che accompagna anche la stessa vita dell’uomo. Questo movimento è molto chiaro soprattutto nei Vortici, dove crea una specie di allegoria del viaggio, che sia reale o immaginario. Le minuscole e simmetriche barche seguono così diverse rotte nei mari: astratti e colorati su tela, lino e cotone oppure richiamanti quelli reali su cartine nautiche o stradali di luoghi esistenti. Mentre a volte la barca si tramuta in stelle, su cieli monocromi, sovrastanti una qualche cartina dipinta di una qualche città. La barca che solca questi mari è però fatta di carta, secondo l’antica tradizione dell’origami, e vive in questi campi (sempre) monocromi, bianchi, rossi, blu o neri, riuscendo a creare un senso di movimento nella stasi, illudendo l’occhio e il suo proprietario.
La permanente dell’artista è inoltre accompagnata da un catalogo sulla mostra, comprendente una monografia e un testo critico di Gianluca Ranzi, edito da Silvana Editoriale.
Micol Balaban
mostra visitata il 3 novembre 2015

Glauco Cavaciuti Arte
Via Vincenzo Monti, 28 Milano
Info: info@glaucocavaciuti.com www.glaucocavaciuti.com

Di origini italo-armene, classe 1990, vive a Milano, dove si laurea in Scienze dei beni culturali e si specializza in Arti, Patrimoni e Mercati, con ricerca tesi in Danimarca focalizzata sulle European Capitals of Culture. Il suo amore per la cultura nasce sin dall’infanzia, da cui sviluppa una grande passione per diverse forme d’arte, dalla letteratura al teatro e alle arti visive, sposando così un atteggiamento curioso che la porta oggi alla ricerca e alla scrittura nel settore. e.

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