Alan Sonfist,Time-Landscape, 1965-ongoing. Fotografia, cm 63,5x50. Courtesy l’artista e PAV–Parco Arte Vivente, Torino
Il PAV è un’oasi verde all’interno della città di Torino in cui la biodiversità regna sovrana. Al suo interno si trova il centro sperimentale di arte contemporanea fondato da Piero Gilardi, un luogo che da anni sviluppa un discorso coerente, dedicato alle pratiche artistiche ecologiche. Questo spazio di ricerca e di riflessione, crocevia di idee non convenzionali, è il luogo ideale per ospitare uno dei pionieri della land art, un artista che dagli anni Sessanta porta avanti costantemente la sua ricerca tra arte ed ecologia. Alan Sonfist (1946) è conosciuto per i suoi monumenti naturali in continua evoluzione, realizzati per essere perpetuati dallo spirito mutevole del tempo. Time Landscape (1965 – in corso) è una delle sue opere più importanti. Il progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione di una comunità di professionisti che per anni ha studiato il territorio di Manatthan NYC, ricreando all’interno della città una foresta abitata dalle piante autoctone per-coloniali. Oltre ad aver realizzato un monumento di grande impatto nel cuore di NY, Sonfist dimostra come sia possibile e necessario coadiuvare conoscenze e professionalità . Scienziati, artisti, biologi, politici, urbanisti possono collaborare per ridisegnare nuovi futuri possibili e costruire insieme nuove visioni.
Il pensiero di Alan sonfist si pone come una pietra basilare nella ricerca e nelle pratiche artistiche ecologiche contemporanee. Seeds of Time è la sua prima mostra istituzionale in Italia. Il PAV presenta un focus nella produzione artistica di Alan Sonfist negli anni Sessanta e Settanta con una narrazione fotografica. La mostra è stata inaugurata lo scorso maggio con una performance collettiva che ha coinvolto alcuni degli abitanti della città di Torino. I partecipanti sono stati invitati a recuperare piccole zolle di terra dagli anfratti del cemento crepato della città . L’installazione Growth Between the Cracks (2025) si presenta come un mosaico vivente, poiché ogni campione urbano recuperato, racchiude al suo interno semi e germogli che con il tempo stanno restituendo anonime specie vegetali differenti. Ogni pianta che di primo acchito appare come un’erbaccia infestante, è invece una delle specie vegetali che ha scelto di insediarsi nel territorio urbano di Torino a causa di condizioni ambientali favorevoli, divenendo parte attiva della flora urbana. L’opera è quindi una mappatura frammentata della metropoli attraverso le specie autoctone o viaggiatrici che nel tempo hanno trovato terreno fertile per le loro radici, in quegli angoli dimenticati.
Alan Sonfist è un artista e archeologo urbano capace di addentrarsi nella comunità biotica dell’ecosistema urbano. Nella serie fotografica Myself Becoming One with the Tree (1969) Sonfist si confronta umilmente con gli alberi e, abbattendo la visione antropocentrica, diventa un tutt’uno con gli imponenti esseri viventi da cui la nostra vita dipende, misurando il proprio corpo con il loro.
Nel 1981, con Time Enclosure, Sonfist racchiude in cinque cubi di ottone, rame, alluminio, acciaio inox e acciaio corten, semi provenienti da rispettive zone diverse della Florida. Le scatole diventano degli scrigni preziosi, delle casseforti di semi. Il giorno in cui si degraderanno rilasceranno gradualmente il potenziale presente al loro interno. La pratica artistica di Alan Sonfist è sostenibile, lungimirante e rigenerativa, divenendo un ponte tra passato e futuro.
Uno dei progetti più ambiziosi e complessi da lui realizzati è Circles of Time (1987). Alan Sonfist, dopo aver studiato la storia del paesaggio toscano, realizza un grande monumento ecologico su tre acri di terreno. Attraverso sette cerchi concentrici documenta la storia dell’ambiente toscano, dalla foresta primordiale di piante autoctone alla sua graduale antropizzazione. I cerchi raccontano un territorio abitato degli Etruschi, dei Greci, dei Romani fino alla contemporanea produzione vinicola del vino Chianti.
La mostra Seeds of time di Alan Sonfist offre un modello di intervento radicale attraverso la pratica artistica, questionando di conseguenza la nostra responsabilità nei confronti dell’ambiente che abitiamo. Al di fuori dello spazio espositivo, nell’incantevole parco del PAV, ci si può immergere nelle opere di Dominique Gonzalez-Foerster, Gilles Clément, Raffaella Spanga/Andrea Carretto. Collettivo Terra Madre, Emmanuel Louisgrand, Critical Art Ensemble, Sara Enrico, Norma Jeane, Andrea Magnani, Michele Guido, Nooffice, myvillages, Luigi Mainolfi, Bert Theis, Stefano Boccalini, Wurmkos, Piero Gilardi e Marco Tadic.
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