«La moda maschile sta vivendo un periodo di creatività senza precedenti. È stata a lungo un potente meccanismo per incoraggiare la conformità o al contrario per esprimere la creatività. Più che una storia lineare o definitiva, questo è un viaggio attraverso il tempo e i generi. La mostra combinerà look storici e contemporanei insieme all’arte rivelatrice di come la mascolinità sia stata espressa».
Già da questa dichiarazione di Claire Wilcox e Rosalind McKever, co-curatori di Fashioning Masculinities: The Art of Menswear, è possibile cogliere lo spirito della mostra che verrà inaugurata nel marzo di quest’anno al V&A. Ultima in ordine cronologico delle molte mostre dedicate alla moda, tra cui “Christian Dior: Designer of Dreams” (2019), “Balenciaga: Shaping Fashion” (2016 – 17) e “Club to Catwalk: London Fashion in the 1980s” (2013 – 2014).
Un’iniziativa che si inserisce nello storico del museo con grande armonia, il V&A possiede infatti una delle più grandi collezioni di vestiario al mondo. In quest’ultima occasione, “Fashioning Masculinities: The Art of Menswear” intende esaltare l’artisticità e la diversità dell’abbigliamento maschile, modellato, costruito e interpretato da designer e artisti nel costo dei secoli. La mostra presenterà circa un centinaio di look e opere d’arte in tre gallerie – Undressed, Overdressed e Redressed – con un allestimento di JA Projects.
La prima parte, Undressed, sarà dedicata al corpo maschile e all’abbigliamento intimo in un’atmosfera utopica e sognante, volgendo lo sguardo agli ideali classici – come l’Apollo del Belvedere e l’Ermes Farnese – fino ad arrivare alle rappresentazioni contemporanee con le stampe e le fotografie di David Hockney, Lionel Wendt e Isaac Julien.
La seconda galleria, Overdressed, esplorerà invece il guardaroba dell’élite maschile, caratterizzato da materiali lussuosi come seta e velluto, dai colori sgargianti e motivi simbolici. Dai pettorali corazzati agli smoking in seta, mentre a completare la sezione i dipinti a olio realizzati da Joshua Reynolds e Jean- Baptiste Perronneau e un abito Randi Rahm su misura indossato da Billy Porter ai Golden Globes del 2019.
Redressed, ultima delle tre gallerie, aprirà con una riflessione sulla sartoria inglese e sulle origini del completo da uomo, con capi provenienti anche dalla collezione del V&A, dando poi spazio al vestiario militare, alla sua influenza sull’abbigliamento civile moderno, sino alla dissoluzione del tradizionale completo. L’esposizione, oltre a esplorare l’evoluzione della moda maschile, intende anche dare spazio alla nuova onda di fashion designer: da Rick Owens a JW Anderson, da Comme des Garçons a Lesiba Mabitsela, che con le loro creazioni stanno contribuendo a infrangere le convenzioni, non solo per quanto riguarda l’abbigliamento maschile, ma anche in senso più ampio per il concetto di virilità.
Con il progetto Galleria Aperta, la Galleria comunale di arte moderna e contemporanea di Arezzo si apre ai diversi pubblici:…
Gradus è il progetto promosso da Reggio Parma Festival per la produzione di tre spettacoli dal vivo, attraverso un percorso…
Quasi un secolo di impegno nel mondo dell’arte moderna e contemporanea, da Salvador Dalì alla Biennale di Venezia: il caso…
Inaugura oggi 23 aprile e proseguirà fino al 7 maggio la mostra “Oltre la materia”, che mette a confronto, negli…
Cosa accomuna Napoli a Bergamo? Fino all'1 settembre 40 opere, di cui un importante nucleo proveniente dalla Fondazione Giuseppe e…
Torna l'appuntamento primaverile del dipartimento Luxury Fashion di Finarte, a Milano. Tra accessori, oggetti, bijoux, scarpe e abiti dei marchi…