Mario Ceroli
I maestri della scultura contemporanea e gli interpreti delle ultime generazioni, in un dialogo tra tempi e materie, per la mostra “Il fantasma della forma”, visitabile al Museo Civico della Laguna Sud di Chioggia dall’1 aprile al 30 luglio 2023. Allestita in stretto rapporto con gli spazi del museo e curata da Matteo Vanzan, l’esposizione è scandita dalle opere di autori storicizzati, come il compianto Piero Gilardi, Mario Ceroli, uno dei nomi più significativi dell’arte povera, il camaleontico Aldo Mondino e il re della pop art italiana, Mario Schifano. A fare da contrappunto, i lavori di artisti più giovani, come Emanuel Zoncato, Pamela Grigiante ed Elena Ketra. Il confronto, dunque, è tutto giocato sulla tridimensionalità della scultura, linguaggio intrinsecamente aperto alla contaminazione e all’ibridazione, non solo di materiali ma anche di tecnologie e concetti.
Oltre agli artisti già citati, in mostra anche Guido Airoldi, Alessandra Aita, Angelo Alessandrini, Arman, Manuela Bedeschi, Beppe Borella, Giorgio Dalla Costa, Enrico Ferrarini, Mahatma Marchi, Andrea Meneghetti, Dario Tironi, Marcello Tommasi. Selezionati dal curatore Matteo Vanzan, gli artisti hanno saputo affrontare la scultura in maniera innovativa, ognuno seguendo le proprie peculiarità , leggendo i cambiamenti sociali attraverso l’uso di materiali non convenzionali e non propri alla tradizione.
«Una mostra fatta di maestri storici e artisti contemporanei che vuole riflettere sulla dimensione di una scultura che, oggi, si confronta con nuovi materiali e nuove soluzioni in una continua contaminazione di linguaggi che si fondano sia sul mondo naturale che sul progresso tecnologico e scientifico di una società in continua evoluzione», ha spiegato Vanzan, che ha messo in evidenza la continuità tra il concetto e l’oggetto: «Il percorso del linguaggio scultoreo contemporaneo lo possiamo leggere attraverso forme complesse e multicolori, essenziali e monocromatiche, traslucide oppure opache; opere in cui la materia si incurva, si sprigiona e utilizza i più disparati materiali come legno, pietra, terracotta, poliuretano, plastica, bronzo, vetro, pane, neon creando un incessante dialogo con elementi più sottili, talvolta sussurrati, in sintonia con le opere di matrice intimista».
«Un percorso, quello di oggi, fatto di nuovi protagonisti che riflettono sullo stato dell’esistenza, del mondo e della società e che sono stati in grado, con le proprie personalissime ricerche estetiche, di donarci nuove visioni di un’arte che, come affermava Jorge Luis Borges, “vuol sempre irrealtà visibili. Quali sono oggi i nuovi canoni espressivi di una disciplina artistica che trova le sue radici nel nostro più remoto passato?”».
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