Categorie: Mostre

Il tempo circolare della materia: Remo Salvadori trasforma la galleria Stein di Milano in un luogo di meditazione

di - 9 Febbraio 2025

Il rapporto tra Remo Salvadori (Cerreto Guidi, 1947) e la galleria Christian Stein affonda le proprie radici nel 1988, dando vita a un sodalizio artistico e intellettuale che si è consolidato nel tempo attraverso quattordici mostre. Oggi, nella sede milanese della storica galleria, è possibile visitare la personale dell’artista fino al 22 febbraio, con una selezione di dieci opere, per lo più inedite, e un testo critico di Sergio Risaliti.

Il linguaggio artistico di Salvadori si caratterizza per una ricerca approfondita sulla trasformazione della materia, sul concetto di equilibrio e sulla tensione tra opposti. La sua opera si nutre di un forte legame con la filosofia, l’alchimia e la spiritualità, discipline che emergono con evidenza nella scelta dei materiali e nella costruzione delle sue installazioni.

Elemento centrale dell’allestimento è l’opera Lente liquida (2024): quattro campane in vetro di Murano, colme d’acqua, si innalzano nello spazio con un’altezza uniforme di 70 cm, ma con diametri variabili dai 37 ai 52. L’opera invita lo spettatore a un confronto intimo e meditativo, inducendolo a un’esperienza di sospensione e introspezione. La disposizione dei recipienti forma una stella a quattro punte, circoscritta dall’anello d’oro dell’opera Continuo infinito presente (2021), una scelta che sottolinea la volontà di Salvadori di creare connessioni tra il finito e l’infinito, tra il contingente e il trascendente. Il rapporto tra queste due opere, pensato ad hoc per questa esposizione, amplifica il senso di un tempo circolare e di una presenza in costante divenire.

Installation View. Courtesy Galleria Christian Stein
Installation View. Courtesy Galleria Christian Stein

La tensione tra materia ed energia si manifesta con particolare evidenza nella scelta dei materiali: Salvadori lavora con metalli come il piombo, il rame e l’argento, elementi che subiscono processi di trasformazione, rivelando il passaggio del tempo e la mutevolezza della materia. La sua pratica si fonda sulla dialettica tra elementi contrapposti: unità e frammentazione, equilibrio e instabilità, luce e ombra si compenetrano costantemente, generando strutture che sembrano sospese in una dimensione intermedia tra visibile e invisibile.

Un esempio emblematico di questa ricerca è rappresentato dall’opera Alfabeto (2020), in cui l’artista costruisce un linguaggio simbolico attraverso una costellazione di metalli. Utilizzando materiali a lui cari come il mercurio, lo stagno, l’argento e l’oro, Salvadori crea un alfabeto personale, una sorta di mappa cosmologica che rimanda all’ordine dei pianeti e dei chakra, ma senza riferimenti convenzionali, bensì seguendo un principio di risonanza interiore e spirituale.

Le opere di Salvadori si configurano dunque come dispositivi di contemplazione, strumenti attraverso cui il visitatore è chiamato a interrogarsi sulla propria percezione del tempo e della materia; la pratica dell’artista, inoltre, non si limita a una dimensione estetica, ma si fa veicolo di un pensiero più ampio, che abbraccia la trasformazione, la memoria e l’incessante tensione verso un equilibrio sempre in divenire.

L’esposizione alla galleria Christian Stein si configura come un’opportunità per avvicinarsi all’approccio di Salvadori, rigoroso e al contempo poetico, dimostrando come la materia possa diventare veicolo di una riflessione universale, capace di trascendere il visibile per attingere a dimensioni più sottili e impalpabili. Con questa esposizione, l’artista conferma la propria capacità di trasformare la dimensione espositiva in un luogo di meditazione e di scoperta, sollecitando lo spettatore a interrogarsi sul significato profondo della creazione artistica e sulla sua connessione con il mondo che lo circonda.

Installation View. Courtesy Galleria Christian Stein

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