Kendell Geers alla M77, installation views. Foto di Lorenzo Palmieri, courtesy M77 Gallery, Milano
Kendell Geers è artista e poeta ma allo stesso tempo lu stesso si definisce punk e mistico, influenzato dalla sua identitĂ di sudafricano di origine europea â la famiglia di Geers era Boera â e dalla sua esperienza di attivista durante il periodo delle lotte contro lâapartheid, poi rifugiato politico a Londra.
Geers realizza opere che sconvolgono i canoni sociali, oltrepassando i codici etici e mettendo in discussione i concetti di identitĂ e potere. Il suo lavoro coinvolge non solo il lato estetico ma soprattutto etico per sfociare nel campo sociale, politico e psicologico.
Per rispondere a questa domanda lâartista decide di spostarsi al piano superiore nella seconda sala della galleria.
Il titolo della mostra prende spunto da un saggio del 1908, intitolato Ornamento e crimine dellâarchitetto Adolf Loos, considerato uno dei precursori dellâarchitettura moderna. Loos portava avanti lâidea che lâarchitettura non potesse essere una forma dâarte, e che lâestetica di un edificio dovesse rispondere esclusivamente a delle esigenze funzionali e non estetiche, senza decorazioni aggiuntive.
Kendell Geers decide di sovvertire questo pensiero e tornare alla natura: il mattone, simbolo del minimalismo a partire da Carl Andre, diventa foresta nellâinstallazione che invade lo spazio della galleria: Hanging Piece.
Alla gabbia di mattoni si contrappongono delle scritte al neon alle pareti, giocando sulle parole e sul loro specifico significato, da âpericolo â terrore â confineâ a ârabbia â errore â ordineâ.
Le opere non sono di semplice lettura per evitare che vengano strumentalizzate da altri â secondo il pensiero di Geers. In esse è presente lâatto di distruzione a cui non possono sfuggire per poter rinascere sotto una nuova veste ed incarnando un nuovo spirito. Oggi piĂš che mai abbiamo bisogno di unâarte curativa, che serva ad alleviare la nostra anima, ma tutto questo non è possibile senza rapportarsi con immagini forti e piene di significato. Il nostro corpo in questo modo subisce una metamorfosi ed è lâunico in grado di innescare questa esperienza. I vetri rotti o la giungla di mattoni avvertono il visitatore, stimolando in lui una maggiore attenzione, invitato a partecipare in prima persona alle opere di Geers: non può limitarsi ad ammirarle esclusivamente dallâesterno. Lâartista cerca di far rivivere lo stesso stato dâanimo e la stessa condizione vissuta da lui in prima persona, invitando cosĂŹ a riflettere sulle proprie scelte personali di ciascuno di noi.
Il lavoro di Geers vuole recuperare lâespressivitĂ artistica tradizionale della natura, ma aggiungendo nuovi significati: i fiori recisi simboleggiano, per esempio, il cambiamento climatico.
La sua è una protesta contro il sistema del consumismo in cui viviamo e della schiera politica che si approfitta della nostra epoca. Lâarte è in grado di trasformare tutto questo in qualcosa di magico, divenire un processo dotato di una nuova anima che âuna percezione alla voltaâ contribuisce a cambiare il mondo. Una rappresentazione artistica che coinvolge differenti campi: dalla politica alla storia personale, dalla poesia alla disperazione, dalla violenza alla tensione erotica. Il suo lavoro si basa su una riflessione profonda e personale. La cultura è unâarma fondamentale per sconfiggere il sistema.
Geers parte dallâutilizzo di oggetti di uso comune per sconfinare nella performance e nelle installazioni ad ampio spettro. I materiali utilizzati sono eterogenei e differenti; da quelli piĂš comuni come gli acrilici su carta, alle stampe lenticolari, per passare allâutilizzo dei mattoni in argilla, al cemento, ai frammenti di vetro di una bottiglietta della birra Heineken, alle manette in bronzo lucidato e ai manganelli rivestiti dâoro. E le parole, sotto forma di neon, reinterpretano il loro significato, pronte a reincarnarsi.
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