Categorie: Mostre

La nuova mostra di Fondazione Prada a Venezia parla di tempo meteorologico

di - 31 Maggio 2023

Tutti parlano del tempo e lo fanno da un tempo immemore. Il tempo è probabilmente la fonte più inesauribile di argomenti di conversazione nelle interazioni tra estranei come tra amici. Ma perché è un tema così comune? Parlare del tempo risponde al bisogno umano universale di comunicare e condividere le informazioni più basilari, e il tempo forse è l’unico tema veramente globale per avviare una conversazione.

Ma soprattutto, parlare del tempo può essere l’unico modo per continuare a parlare del clima, senza chiudersi in una comprensibile disperazione e in un inevitabile sconforto. Everybody Talks About the Weather ci invita a ritrovare parte dei piaceri perduti di quella conversazione, nella consapevolezza che il mondo dei fenomeni atmosferici rimarrà sempre una meraviglia. Una mostra che ci permette, attraverso cinque secoli di storia dell’arte – dai primi fermenti dell’era moderna in Giorgione, Bruegel e altri fino ai giorni nostri e oltre –, di recepire diversi modi di confrontarci con il caldo e il freddo, la pioggia e il vento, le nuvole e il sole.

Il progetto si inserisce all’interno di un percorso che Fondazione Prada porta avanti da tempo, per sottolineare l’importanza che gli studi scientifici rivestono per la contemporaneità e per il futuro di tutti, come già fatto con “Human Brains” e “Cere Anatomiche”. L’idea, quindi, è quella di prendere il tempo atmosferico come punto di partenza per portare l’attenzione sull’urgenza del cambiamento climatico utilizzando due strumenti, arte e scienza. L’obiettivo? Inquadrare la crisi ambientale e il suo innegabile impatto sulla nostra vita attraverso l’evocazione, la rappresentazione e l’analisi dei fenomeni meteorologici.

Fondazione Prada – Everybody Talks About the Weather – Foto Marco Cappelletti

Le opere come testimonianza

Le opere in mostra sono testimonianze di una relazione con il clima in cui l’interesse per l’atmosfera e i suoi agenti è protagonista. «Denuncia e attivismo sono componenti esplicite nei lavori che abbiamo raccolto a Ca’ Corner della Regina e che presentiamo insieme a pubblicazioni, report, dati e analisi che raccontano le mutazioni in atto sul nostro pianeta. Inquinamento dell’aria, della terra e dei mari, incendi, siccità, inondazioni, ma anche estinzioni e migrazioni sono temi ricorrenti in questa mostra, il cui titolo suona ironico alla luce delle crisi attuali e della marginalità che i temi ecologici hanno avuto per molto tempo nel dibattito politico e per la maggior parte delle persone.» come spiega la Presidente della Fondazione, Miuccia Prada.

Una delle linee di lettura della mostra è data dall’analisi delle diverse intenzioni dietro la rappresentazione di un fenomeno atmosferico. Se le rappresentazioni dell’inverno della “piccola era glaciale” nei paesi nordici o la percezione della nebbia generata dall’industria di Turner e dalle navi nel porto di Le Havre di Monet possono essere nate dalla contingenza, l’attenzione ai fenomeni atmosferici degli artisti di oggi è invece intenzionale. L’intento non è di fornire soluzioni, il progetto, in equilibrio tra arte e scienza, denuncia e studio, che punta a contribuire a una maggiore consapevolezza dell’urgenza del cambiamento climatico.

Fondazione Prada – Everybody Talks About the Weather – Foto Marco Cappelletti

Un percorso su due livelli

Il piano terra e il primo piano di Ca’ Corner della Regina, intrecciando le due dimensioni della ricerca, quella artistica e quella scientifica. La mostra inizia con un grande ledwall che trasmette in loop le previsioni del tempo estratte da media tradizionali e online di tutto il mondo. Le sale del palazzo veneziano svelano una per volta opere d’arte storiche e contemporanee che rivelano la costante attenzione degli artisti nel “parlare del tempo”, dai dipinti allegorici alle pitture en plein air alle recenti installazioni multimediali e all’attivismo transnazionale. Una selezione delle opere in mostra è poi accostata a testi e informazioni grafiche che includono brevi introduzioni agli artisti e ai loro lavori associate a grafici, immagini e dati scientifici.

Questa seconda lettura alternativa offre una visione approfondita dei fenomeni fisici e dei processi ambientali evocati o esplicitamente affrontati dagli artisti e relativi a diversi periodi della storia umana (dalla piccola era glaciale dal XVI al XIX secolo al futuro di Venezia alla fine del XXI secolo) e ad aree geografiche e culture lontane (dalla desertificazione e l’espansione del Sahara all’impatto del ritiro dei ghiacci artici sulla vita degli Inuit).

Le opere pittoriche e le stampe di maestri come Gustave Courbet, Katsushika Hokusai, Plinio Nomellini e Carlo Francesco Nuvolone, condividono lo stesso spazio espositivo con opere recenti e nuove commissioni di artisti come Giorgio Andreotta Calò, Theaster Gates e Beate Geissler & Oliver Sann, stabilendo una continuità ideale tra passato, presente e futuro o, al contrario, innescando un cortocircuito tra visioni opposte e nozioni discordanti.

Anonimo veneto
La laguna ghiacciata alle Fondamenta Nuove 1708, ca. 1709 Courtesy Fondazione Querini Stampalia, Venezia Foto/Photo: Marco Cappelletti e Filippo Rossi
Tiffany Sia
A Wet Finger in the Air (video stills), 2021 Courtesy the artist and FELIX GAUDLITZ, Vienna
Fondazione Prada – Everybody Talks About the Weather – Foto Marco Cappelletti
Fondazione Prada – Everybody Talks About the Weather – Foto Marco Cappelletti

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