Un reportage sulla Spedizione dei Mille, in foggia di tavole ad acquerello e penna, costituisce il corpus della mostra con cui Fondazione Brescia Musei dà inizio alle celebrazioni per il primo anno del nuovo Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia di Brescia, sito nel Castello di Brescia, che sovrasta il centro storico e il complesso del Museo di Santa Giulia dove questa mostra ha luogo, nella “Sala dell’affresco”.
Osservatore partecipe, l’autore Giuseppe Nodari, giovane garibaldino, prese parte alla spedizione dei Mille, annotando quanto viveva in taccuini e tavole policrome «delle quali s’ornò poi la casa dove morì medico”, secondo le parole del sodale Giuseppe Cesare Abba, e che restituiscono ora in mostra un vivido resoconto dell’avventura sua e dei compagni.
Con notevole capacità di sintesi ed evocazione, le tavole raccontano in primis del suo personale osservare gli eventi e di quei “momenti di pausa” durante la spedizione, che influiscono sullo stile della figurazione, dove immaginiamo la lotta della volontà di dipingere e disegnare per trovare un equilibrio nel mezzo di un acquartieramento.
Una sorta di combinazione tra distacco giornalistico – con figure nette, paesaggi ampi e ariosi che descrivono spazi inesplorati con una natura dominante nella minacciosa fissità – e un’enfasi celebrativa, non retorica ma attenta alla valorizzazione delle parti in gioco: scene di massa dove spesso le figure di combattenti (a cavallo, a terra, sulle imbarcazioni, in agguato, in manipoli) hanno dimensioni di distopia prospettica, di grandezza e rilievo che sembrano valorizzare i gradi di importanza gerarchica, o ancora meglio drammaturgica, richiamando stilisticamente i fondali delle scenografie dell’opera lirica.
Si tratta anche di scene di popolo in piazza e di paesaggi urbani affollati da personaggi concitati e stupiti, che sono efficaci, sia nella testimonianza dei tumulti, sia nella rappresentazione da “cartolina” dei nuovi paesi incontrati, con la sorpresa del reporter-esploratore, segnando quasi un prodromo delle piazze d’Italia del Novecento.
Mentre alcuni paesaggi – ad esempio dove lo sfondo di Palermo domina, nel silenzio della vastità di una valle, l’avvicinamento delle truppe – sono sicuramente più volti a far trepidare nell’attesa, così come le scene notturne di sbarco o di marcia attraverso le rocce, dove i riflessi della luna segnano i profili delle alture, quasi staccandoli tridimensionalmente e contribuendo a far percepire il pathos del dramma epico in atto.
Una mostra attentamente corredata di documenti e ricostruzioni, che contribuisce a ricostruire alcuni passi dell’azione dei Mille, collocandoli in un’appropriata regione spazio-temporale. La prevista durata ne permetterà la visita in occasione della ripresa primaverile del Museo con nuove mostre in programma.
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