Anselm Kiefer, Ritratto © Paolo Pellegrin
Un tributo grandioso alla memoria femminile e al potere trasformativo della conoscenza: Anselm Kiefer (Donaueschingen, 1945), tra i più influenti artisti contemporanei, torna in Italia con un progetto inedito pensato per la Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a Milano. La mostra, intitolata Le Alchimiste, sarà visitabile dal 7 febbraio 2026 e si inserisce nel programma culturale proposto in occasione dei Giochi Olimpici Invernali Milano-Cortina 2026.
Promossa da Comune di Milano–Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Marsilio Arte, con il contributo di Gagosian e Galleria Lia Rumma e il sostegno di Unipol e Banca Ifis, l’esposizione sarà curata dalla storica dell’arte Gabriella Belli. Il catalogo, edito da Marsilio Arte e curato da Gabriella Belli, include saggi di Natacha Fabbri, Gabriele Guercio e Lawrence Principe e offrirà ulteriori chiavi di lettura sul rapporto tra arte, conoscenza e trasformazione.
Concepita come un dialogo tra pittura, storia e memoria, Le Alchimiste presenterà 38 grandi teleri realizzati appositamente per la Sala delle Cariatidi, uno spazio simbolico della città, in quanto segnato dalle ferite dei bombardamenti del 1943. Dopo aver ospitato nel 1953 il Guernica di Picasso, la sala accoglierà quindi una nuova riflessione visiva sul rapporto tra distruzione e rinascita.
L’opera di Kiefer trae ispirazione da Caterina Sforza, figlia del duca di Milano Galeazzo Maria Sforza, scienziata e autrice di un prezioso manoscritto che raccoglie più di 400 ricette di medicamenti e formule alchemiche. A lei e a molte altre donne alchimiste dimenticate — da Isabella Cortese a Maria la Giudea, da Marie Meudrac a Mary Anne Atwood — Kiefer mira a restituire una voce e un volto. Le sue figure evocano infatti un sapere perseguitato ma essenziale: quello delle donne che, tra scienza e magia, hanno posto le basi della conoscenza moderna.
Le Alchimiste non è soltanto un progetto commemorativo: costruisce un pantheon femminile dove mito, filosofia e scienza si fondono in una narrazione visiva sull’intelligenza intuitiva e sperimentale: quella scienza fondata sul motto alchemico Obscurum per obscurius, ignotum per ignotius: “l’oscuro attraverso il più oscuro, l’ignoto attraverso l’ancor più ignoto.”
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