Enrico David, Dinnisblumen, 1999. Filato acrilico su tela dipinta, 300 x 200 cm. Raf Simons Collection, Antwerp. © Enrico David. Courtesy Michael Werner Gallery
La nuova mostra, curata da Walter Guadagnini, presenta dall’1 ottobre all’1 febbraio 2026 oltre 160 immagini tutte provenienti dai Lee Miller Archivies, molte delle quali pressoché inedite, per una chiave di lettura sia pubblica che intima del suo lavoro e della sua straordinaria personalità. Il percorso espositivo si concentra sull’attività della fotografa tra gli anni Trenta e Cinquanta, documentando il suo ruolo di ponte tra gli Stati Uniti, l’Europa e l’Africa, dove visse esperienze fondamentali per la sua arte.
Il legame tra fotografia e performance è al centro della nuova mostra che CAMERA ospita in Project Room dal 24 ottobre all’1 febbraio 2026: Cristian Chironi. Abitare l’immagine. Curata da Giangavino Pazzola, l’esposizione esplora l’opera multidiscliplinare dell’artista sardo, dagli esordi negli anni ‘90 sino ad oggi, attraverso una selezione di lavori fotografici, installativi e video. Il percorso espositivo mostra così come la sua pratica artistica sia caratterizzata da originali strategie di costruzione dell’autoritratto, della messa in scena, della creazione dei personaggi e dell’ambientazione, elementi cardine nella generazione del valore costruttivo ed espressivo delle immagini.
Dalle ricerche seicentesche di Galileo e Maria Clara Eimmart in dialogo con opere di Johann Carl Loth, Giuseppe Antonio Petrini e Antonio Canova, fino alle visioni cosmiche contemporanee di Vija Celmins e Thomas Ruff. Ampio spazio è dedicato all’Ottocento romantico e simbolista e al Novecento onirico, di cui si presentano opere dove la notte è intessuta di visioni e immaginazioni trascendenti, come i notturni di Victor Hugo, Odilon Redon, Franz von Stuck, František Kupka, Marc Chagall, Jackson Pollock e Joseph Cornell. La mostra è in programma dal 29 ottobre all’1 marzo 2026, curata Fabio Cafagna ed Elena Volpato e presenta circa cento opere provenienti da prestigiose istituzioni europee e dalle collezioni della GAM.
Allestita al primo piano della GAM e in programma dal 29 ottobre all’1 marzo 2026, la mostra curata da Chiara Bertola e Fabio Cafagna ripercorre la carriera di Elisabetta Di Maggio, presentando lavori storici e nuove produzioni, create appositamente per gli spazi del museo, inseriti in un percorso articolato in sei stanze, che ci fa esplorare temi come le mappature, le trame cosmiche e vegetali, la memoria, la sacralità della natura e le simmetrie ipnotiche, trasmettendo lo stupore profondo dell’artista al cospetto dalla varietà delle forme organiche e artificiali.
La GAM presenta la prima mostra antologica in un’istituzione italiana dedicata a Linda Fregni Nagler, a cura di Cecilia Canziani e in programma dal 29 ottobre all’1 marzo 2026. L’artista utilizza la fotografia come mezzo di riflessione sulla visione, sulla memoria e sulla materialità dell’immagine, intrecciando collezionismo, ricerca e narrazione. In mostra opere realizzate in oltre vent’anni di lavoro, tra cui la grande installazione The Hidden Mother (2013) e la serie inedita Vater, dedicata al Mensur, duello rituale delle confraternite studentesche tedesche. Il percorso include anche Pour commander à l’air, ingrandimenti di fotografie tratte dalla cronaca, la serie Untitled, stampe da disegni ispirati a oggetti di lavoro e architetture, e Smokes, clouds, explosions, tratte dalla sua collezione di lastre per lanterna magica. Presenti anche opere degli esordii, come Non voglio uccidere nessuno.
Negli spazi della Videoteca della GAM prende forma un omaggio a Lothar Baumgarten, artista scomparso nel 2018, noto per aver intrecciato la ricerca estetica con una profonda riflessione antropologica ed ecologica. La mostra, curata da Chiara Bertola e in programma dal 29 ottobre all’1 marzo 2026 raccoglie una selezione di opere – in particolare fotografie – che documentano l’esperienza immersiva dell’artista nel villaggio degli Yanomami, in Venezuela, dove visse per oltre un anno alla fine degli anni ’70.
Dal 22 ottobre al 28 giugno 2026 il MAO – Museo d’Arte Orientale di Torino presenta la mostra Chiharu Shiota: The Soul Trembles, a cura di Mami Kataoka, direttrice del Mori Art Museum, che ne ha concepito il progetto originale, e Davide Quadrio, direttore del MAO, con l’assistenza curatoriale di Anna Musini e Francesca Filisetti. La grande mostra monografica dedicata all’artista giapponese è progetto ampio e articolato, di grande potenza espressiva, che ripercorre l’intera produzione di Shiota attraverso disegni, fotografie, sculture, e alcune delle sue più celebri installazioni ambientali e monumentali.
Dal 31 ottobre al 10 maggio 2026 le OGR Torino presentano WE FELT A STAR DYING, un’installazione immersiva dell’artista Laure Prouvost, a cura di Samuele Piazza, che esplora i misteri del quantum computing e la sua capacità di ridefinire il nostro rapporto con la realtà. Commissionata da LAS Art Foundation e co-commissionata da OGR Torino, l’opera nasce dalla collaborazione dell’artista con il filosofo Tobias Rees e lo scienziato Hartmut Neven, fondatore di Google Quantum AI.
Organizzata da Tate Modern e OGR Torino, con la curatela di Val Ravaglia e Samuele Piazza, mostra collettiva ELECTRIC DREAMS. Art & Technology Before the Internet racconta come gli artisti del secondo Novecento abbiano usato strumenti tecnologici, nati in contesti militari o aziendali, per ridefinire immaginari e stimolare riflessioni critiche, prima della diffusione su vasta scala di Internet. Insieme all’installazione WE FELT A STAR DYING di Laure Prouvost, la mostra traccia un arco temporale che va dalle sperimentazioni pionieristiche del secondo Novecento alle ricerche contemporanee sul calcolo quantistico e sull’intelligenza artificiale, rafforzando la missione delle OGR Torino come centro internazionale di produzione e sperimentazione tra arte e tecnologia.
Dal 30 ottobre al 22 marzo 2026 Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea presenta Domani torno, ampia retrospettiva dedicata a Enrico David (Ancona, 1966), a cura di Marianna Vecellio. La mostra alterna figurazione e astrazione in un allestimento che richiama la scenografia teatrale e i display del design per offrire una panoramica articolata sulla ricerca dell’artista, che attraversa pittura, opere tessili, disegno, scultura e installazioni ambientali, esplorando la dimensione interiore dell’essere umano contemporaneo e concentrandosi sul corpo come metafora della trasformazione.
Dal 31 ottobre al 6 aprile 2026 la Pinacoteca Agnelli presenta al pubblico due nuovi progetti espositivi inediti: la prima grande retrospettiva italiana dedicata ad Alice Neel, I Am the Century, curata da Sarah Cosulich e Pietro Rigolo, offre una prospettiva coinvolgente sull’opera dell’artista mettendo in luce il suo sguardo pionieristico e il suo interesse verso l’umanità in tutte le sue forme; e il progetto espositivo di Piotr Uklański, Faux Amis, che è parte di Beyond the Collection, che prevede inoltre due interventi presso il Museo di Anatomia Umana “Luigi Rolando”, Università di Torino e il Museo della Frutta “Francesco Garnier Valletti” a Torino. In concomitanza con l’apertura delle mostre, la Pinacoteca inaugura anche Vitruvian Figure (Juventus) di Paul Pfeiffer.
Dal 27 ottobre all’1 febbraio 2026 la Fondazione Merz presenta la seconda edizione di PUSH THE LIMITS la cultura si sveste e fa apparire la guerra, un progetto a cura di Claudia Gioia e Beatrice Merz, che propone l’incontro con pratiche, linguaggi e ricerche di 19 artiste – Heba Y. Amin, Maja Bajević, Mirna Bamieh, Fiona Banner, Rossella Biscotti, Monica Bonvicini, Latifa Echakhch, yasmine eid-sabbagh, Cécile B. Evans, Dominique Gonzalez-Foerster, Mona Hatoum, Emily Jacir, Jasleen Kaur, Katerina Kovaleva, Teresa Margolles, Helina Metaferia, Janis Rafa, Zineb Sedira, Nora Turato – protagoniste con opere inedite, già realizzate o ricontestualizzate appositamente per gli spazi della Fondazione.
La Fondazione Giorgio Griffa presenta D1-D5, una bipersonale di Giorgio Griffa e del britannico Simon Starling dal 23 ottobre al 22 gennaio 2026. Le “D” del titolo richiamano i cinque dialoghi che formano il percorso espositivo, nati in alcuni casi da progetti condivisi e collaborazioni dirette tra i due artisti, in altri da affinità formali, materiche e concettuali, che aprono possibilità di confronto e suggeriscono inedite direzioni di indagine. Il rapporto tra Griffa e Starling si sviluppa in mostra in un dialogo tra generazioni, contesti geografici e culturali, tra forme d’arte e percorsi di conoscenza, tra sintesi e narrazione.
In occasione del suo trentesimo anniversario, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta News from the Near Future, una mostra in programma dal 28 ottobre all’8 marzo, che celebra trent’anni di arte, ricerca e visione. Allestita in due sedi — la Fondazione e il Museo Nazionale dell’Automobile (che parallelamente ospita Back to the future. Prototipi di tempo, ve ne abbiamo parlato qui)— la mostra riunisce oltre cento opere provenienti dalla Collezione Sandretto Re Rebaudengo, firmate da artiste e artisti come Doug Aitken, Maurizio Cattelan, Steve McQueen, Cindy Sherman, Wolfgang Tillmans, Urs Fischer, Berlinde De Bruyckere, Paulina Olowska, Glenn Brown e molti altri. Un viaggio non cronologico ma emotivo e concettuale, che intreccia trent’anni di storia espositiva e riflette sulle sfide del presente e le visioni del futuro.
Il 31 ottobre 2025 il PAV presenta Dove le liane s’intrecciano. Resistenze, alleanze, terre, mostra personale dell’artista Binta Diaw, a cura di Marco Scotini. Il titolo della mostra prende spunto dalla liana, pianta rampicante capace di adattarsi e resistere, simbolo di alleanze vitali e resilienza collettiva. Attraverso installazioni ambientali, materiali organici e riferimenti storici, l’artista affronta le tematiche della memoria diasporica afrodiscendente, della sopravvivenza ecologica e della resistenza femminile.
Il Museo Nazionale del Cinema di Torino fino al 22 febbraio 2026 ospita la mostra MANIFESTI D’ARTISTA, a cura di Nicoletta Pacini e Tamara Sillo, che raccoglie 10 manifesti di grande formato che vanno dal muto al sonoro, ai quali si aggiunge la brochure realizzata da Guttuso per il lancio del film Riso Amaro di Giuseppe De Santis. Allestita al piano di accoglienza della Mole Antonelliana, le opere in mostra provengono dalle Collezioni del museo, veri e propri gioielli nascosti, nella maggior parte dei casi esposti per la prima volta. La loro particolarità è di essere incursioni nella cartellonistica cinematografica ad opera di artisti capaci di trasformare l’affisso pubblicitario in opera d’arte a sé stante. Grazie a questi autori, i manifesti assumono un’autonomia artistica che prescinde dai film per cui sono stati realizzati.
In programma dal 30 ottobre fino al 31 maggio 2026, la mostra curata da Andrea Lerda riunisce le opere di Hannes Egger, Olivia Mihălțianu, Rebecca Moccia, plurale, Emilija Škarnulytė ed Eugenio Tibaldi in un percorso che muove dalla consapevolezza che le montagne − nonostante le difficoltà che abitare questi luoghi comporta − hanno storicamente favorito la dimensione dell’incontro, della condivisione e della socialità, alimentando quelle sensazioni di togetherness (“insiemanza”), appartenenza e solidarietà che le società urbano-industriali hanno smarrito.
Betty Danon. Io e gli altri (ne abbiamo parlato qui) è in programma al Castello di Miradolo fino all’8 dicembre 2025. La mostra antologica dedicata all’artista per la prima volta mette in relazione il suo lavoro con l’articolato e vasto mondo di artisti con cui ha collaborato. La Fondazione Cosso presenta, in questo secondo evento espositivo del progetto atempo, una serie di opere, alcune delle quali mai esposte prima d’ora, provenienti da importanti istituzioni pubbliche e collezioni private, che raccontano l’intero ciclo artistico di Betty Danon.
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