Marinella Senatore per Wounded Words Wounding Words, Biblioteca Capitolare, Verona
Dal 9 al 19 ottobre Palazzo Forti, storica sede della Galleria d’Arte Moderna di Verona chiusa dal 2015, riapre al pubblico con la mostra The Then About As Until, un progetto di Video Sound Art che indaga il rapporto tra espressione verbale e immagine, a partire dalle ricerche verbovisuali degli anni ’60, che hanno spinto artisti di tutto il mondo a sperimentare nuove forme visive di produzione linguistica. La mostra, a cura di Laura Lamonea, utilizza la riscrittura e la sperimentazione linguistica, nella sua decostruzione e dislocazione, e raccoglie le opere di David Claerbout, Helga Davis, Peter Downsbrough, Nicoletta Grillo, e dei tre artisti del collettivo Auguste Orts (Herman Asselberghs, Anouk De Clercq e Manon de Boer). In occasione di The Then About As Until, Palazzo Forti ospita sabato 11 ottobre Utopia Gym, una performance di Marilisa Cosello dove il corpo atletico diventa segno e linguaggio.
Ápeiron | Senza confini è l’anteprima di un nuovo progetto espositivo ideato dalla Galleria d’Arte Moderna Achille Forti in collaborazione con ArtVerona. Per la prima tappa, a Palazzo Forti dal 9 al 26 ottobre, tre opere significative della collezione sono state selezionate e riallestite in dialogo con la mostra The Then About As Until: Il Canneto (1965) di Eugenio Degani, Untitled #139 (1984) di Cindy Sherman e Scomposizione IV (2000) di Italo Zuffi. Opere emblematiche per la loro capacità di superare i confini tradizionali dell’opera d’arte, si espandono nello spazio e nella percezione, offrendo una rilettura attuale che riflette lo spirito dinamico e interdisciplinare del progetto.
La Biblioteca Capitolare, uno dei luoghi simbolo della memoria scritta europea – è considerata la più antica biblioteca ancora attiva al mondo, con un fondo prezioso di oltre 1200 manoscritti – dal 9 al 26 ottobre presenta una serie di lavori che mettono in luce il valore rivoluzionario della parola, provenienti sia da collezioni private sia dalle gallerie che partecipano ad ArtVerona. Curata da Marta Cereda, Wounded Words Wounding Words porta lo sguardo sulla parola come campo di tensione, per indagare il rapporto tra linguaggio, ideologia e, talvolta, violenza attraverso le opere di artisti come Vincenzo Agnetti, Mirella Bentivoglio, Alighiero Boetti, Marcel Broodthaers, Marcello Carrà, Dina Danish, Tacita Dean, Gaia De Megni, Marco De Sanctis, Marlene Dumas, Milli Gandini, Alfredo Jaar, Maria Lai, Sabrina Mezzaqui, Rebecca Moccia, Shirin Neshat, Man Ray, David Reimondo, Micol Roubini, Sarenco, Markus Schinwald, Marinella Senatore, Giulio Squillacciotti, Armando Testa, Tobias Zielony, Andrea Zittel.
Il suono è uno dei codici fondamentali della comunicazione. Gli interventi immaginati per la ventesima edizione di ArtVerona – e che vanno sotto il nome di It sounds like another word – esplorano questa grammatica acustica naturale come metafora e come strumento – per riconsiderare le relazioni tra umano, non-umano e territorio. Dal 9 al 12 ottobre chiunque è invitato a porsi in ascolto procedendo fuori dai confini individuali per sentire, captare e accogliere le meraviglie e ciò che c’è di misterioso nella natura; ad aprirsi all’incontro con l’altro, a riconsiderare i nostri modi di stare e il nostro operare e avviare una più ampia riflessione sulla necessità di riconoscere agli animali, ai vegetali e a tutto ciò che non è umano, gli stessi diritti fondamentali di cui gode l’essere umano.
La Dogana di fiume, un ex posto di blocco per il commercio fluviale a Verona, dal 9 al 26 ottobre accoglie un’installazione e una performance dell’artista cileno Enrique Ramírez (1979, Santiago del Cile, vive e lavora tra Parigi e Santiago). Il progetto, ideato da Laura Lamonea con la curatela di Pascale Cassagnau, trasforma il luogo in uno spazio per riflettere su migrazione, sradicamento e memoria. Sulla scalinata d’ingresso, tra il fiume Adige e l’edificio, una scritta emerge come una soglia simbolica, mentre un’azione sonora e una performance ne amplificano la dimensione poetica e politica.
Dal 9 al 12 ottobre il progetto Autogeografie: tu fai le foto ma sei parte del paesaggio, a cura di Thomas Ba e realizzato in collaborazione con l’ufficio Conservazione e valorizzazione sito UNESCO e Cinta Muraria, coinvolge un luogo di fascino a Verona, la Rondella della Boccare, edificata tra il 1522 e il 1525 come luogo di fortificazione della città, per indagare, attraverso la fotografia, il rapporto tra corpo e paesaggio urbano, due elementi distinti, ma strettamente legati l’uno all’altro. Autogeografie vedrà lavorare insieme glə studentə dell’Istituto Marco Polo e glə artistə Lorena Bucur e Davide Zulli per creare delle opere d’arte. Lə due artistə sono state selezionata in quanto indagano il corpo e lo spazio attraverso la cartografia, la fotografia e l’installazione, utilizzandoli come dei veri e propri strumenti conoscitivi. Questi medium diverranno una chiave esplorativa che glə studentə utilizzeranno per analizzare con una nuova prospettiva lo spazio urbano che fa parte della loro vita quotidiana.
Dall’11 ottobre al 9 novembre Palazzo del Capitanio apre eccezionalmente le sue porte per ospitare TOMORROWS – Folding, Flexing and Expanding, un progetto di Fondazione Cariverona con Urbs Picta, in collaborazione con Museo del Contemporaneo Univr e ArtVerona, che invita a concepire l’arte come laboratorio critico per immaginare ciò che ancora non esiste e per interrogare, con radicalità e urgenza, le forme che la vita potrà assumere. Sette sono gli artisti coinvolti: Apparatus 22, Mit Borrás, Zach Blas, Heather Dewey-Hagborg, Shu Lea Cheang, Copper Frances Giloth e Michele Gabriele. Ognuno di loro indaga il corpo come terreno di proiezione speculativa, trasformazione tecnologica e conflitto simbolico, ciò che emerge è la del corpo come superficie di proiezione ideologica e come territorio di conflitto.
In programma dal 9 al 12 ottobre, a cura di Luca Panaro, valorizzano Zenato Academy, un laboratorio permanente di studio e sperimentazione in campo culturale. Sole Pioggia Vento di Julia Carrillo è il frutto di una residenza d’artista che si tiene ogni anno presso l’azienda, ed è costituita da una serie di fotografie off-camera ottenute riportando in camera oscura gli elementi naturali osservati tra i vigneti della Valpolicella e della Lugana. Sotto il silenzio del tempo di Dario Picariello nasce invece dalla valorizzazione delle opere acquisite nel 2024 con la prima edizione del Premio Zenato Academy ad ArtVerona. Spazio parallelo di Lu Yidan porta l’attenzione del pubblico su una fotografia acquisita durante la quinta edizione del Premio Zenato Academy presso The Others Art Fair a Torino, affiancata da altre della stessa serie che mostrano paesaggi in bilico tra realtà e finzione, mettendo in discussione le convinzioni visive più comuni.
Udatinos – Sensibili all’acqua è un’installazione datapoietica e partecipativa ideata da Oriana Persico all’interno del programma Panta Rei, promosso da Fondazione Cariverona e Urbs Picta in collaborazione con Museo del Contemporaneo e Musei Civici di Verona | Museo di Storia Naturale. L’opera prende forma sulle rive dell’Adige come organismo sensibile, capace di reagire in tempo reale ai dati ambientali e all’interazione del pubblico, attraverso luci, suoni e stimoli tattili. Collocata negli spazi del Museo di Storia Naturale di Verona, Udatinos entra in dialogo con la dimensione ecologica e scientifica del museo, sollecitando una riflessione sul fiume come ecosistema vivo, memoria collettiva e risorsa condivisa. Il dispositivo, che può “spegnersi” in assenza di cura e attenzione, si nutre della partecipazione attiva della comunità, invitando a ripensare la relazione tra natura e tecnologia, tra cittadino e ambiente. Il progetto si inserisce nel contesto di ArtVerona come gesto poetico e politico, capace di restituire all’arte una funzione vitale di ascolto, coesistenza e rigenerazione.
Il 10 e l’11 ottobre, in occasione di ArtVerona, Cramum e Gaggenau portano nel cuore del capoluogo veneto la visione di Fulvio Morella, artista che ha saputo trasformare un semplice gesto quotidiano – come quello di guardare dentro un forno – in arte. Palazzo Castellani apre le sue porte a InOltre, una mostra a cura di Sabino Maria Frassà, che presenta una selezione di opere tessili dell’artista, tra cui spicca l’inedito Occhio di stelle, collocato all’interno del forno Expressive. Tra materia, segno e parola, diventa così più di una mostra: una soglia, un’occasione per riconoscere l’infinito che ci abita.
Fino al 12 ottobre è possibile visitare le opere dello scultore Raffaello Galiotto, esposte nel cortile di uno dei più antichi musei pubblici d’Europa, inserite all’interno di un dialogo tra una variegata collezione epigrafica, frammenti sepolcrali, urne cinerarie, basamenti di colonne e pietre miliari riuniti insieme per la conservazione e lo studio erudito in un luogo a cielo aperto tra i più caratteristici e l’arte contemporanea.
In occasione di Marmomac e ArtVerona, l’artista Mattia Bosco presenta due sculture in Piazzetta Navona a Verona. Per Bosco questa esposizione ha un significato speciale: non solo un momento per mostrare opere finite, ma l’occasione per raccontare il lungo percorso che ogni scultura compie prima di arrivare in uno spazio espositivo, un percorso che ha origine nelle cave di marmo. Le opere, esposte fino al 12 ottobre, appartengono alla serie Sezione Aurea, un ciclo che Bosco porta avanti da anni.
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