Categorie: Mostre

Milano: Erika Verzutti porta a Fondazione ICA la crisi dell’informazione nell’era digitale

di - 14 Aprile 2024

Nel momento di quiete prima della tempesta di opening del triumvirato capeggiato da miart, Salone del Mobile e Biennale di Venezia, il piano terra di Fondazione ICA ha inaugurato con la prima personale milanese di Erika Verzutti. Costituita da opere quasi interamente realizzate nel capoluogo lombardo tra il 2023 e il 2024 e qui inserite all’interno del contesto architettonico della fondazione, la mostra Erika Verzutti. Notizia, curata da Chiara Nuzzi e Alberto Salvadori, si costruisce a partire da diverse linee di ricerca. La natura dell’essere umano, la natura in senso stretto, la storia dell’arte e soprattutto l’influenza di un continuo e indiscriminato flusso di informazione, amplificato nell’era digitale, si riuniscono nel dialogo tra le sculture disposte a terra e i bassorilievi a parete.

Figure totemiche, in piedi o sdraiate, attraversano lo spazio creando traiettorie vettoriali che rinviano l’una all’altra fino a giungere alla Venus Revolta/Venus in Revolt, il bronzo sinuoso ricoperto di pittura a olio che rimanda alla nota antenata, la Venere di Willendorf, qui presentato in una posizione inusuale. Se solitamente infatti le sculture dell’artista brasiliana si rivelano al pubblico ben erette e impettite nella loro verticalità, sembrano ora crollate in seguito a un assestamento tellurico – come riporta anche il testo curatoriale – battendo la testa su blocchi in resina che custodiscono una memoria di carta. All’interno di cubi trasparenti, plichi di giornali la cui traccia ritorna anche a parete in Homeopatia and news, giacciono immobilizzati sussurrando la propria conoscenza alle teste bronzee che riposano sui cuscini spigolosi.

Erika Verzutti. Notizia. Veduta della mostra. Ph. Andrea Rossetti. Courtesy Fondazione ICA Milano e l’artista

La scultura si presta quindi a una nuova prospettiva, irriverente in rapporto a un canonico allestimento legato alla statuaria, ma ossequioso nei confronti del visitatore che si trova ora in una posizione di osservazione privilegiata. L’unica entità totemica ad aver resistito alla scossa di assestamento sembra essere Notizia, la catena che richiama elementi organici, come noci o chicchi di caffè, che si sviluppa verso l’alto, all’apparenza tranciata di netto.   La sua sommità sembra giacere reclinata in Crise da Escultura/Crisis of Sculpture interrompendo così il suo slancio verso il cielo, sustanziale invece nella Colonna infinita di Brâncuși che l’opera ricorda.

Il discorso rimane quindi ancorato alla dimensione terrestre e umana, tralasciando la sfera del misticismo, la quale, quando viene esplorata, è più legata a una ritualità relativa alla natura e ai suoi elementi. Il citazionismo dichiarato dilaga, non solo Brâncuși, ma anche Jasper Johns, Sarah Lucas; arte povera e cubismo sono alcuni dei riferimenti qui riletti attraverso una chiave materica, vegetale e minerale. Ma l’impronta dell’artista compare ovunque, impressa e scavata nel corpo delle sculture e dei bassorilievi, come a siglarne l’autenticità e a tutelarne la manipolazione. La mostra finisce per restituire una visione poliedrica della sfaccettata produzione artistica di Verzutti abbandonando forse il sentiero promesso dal titolo: il tema della circolazione di notizie non sembra infatti cucirsi su tutte le opere presentate, le cui voci annunciano discorsi molteplici che si perdono all’interno di questa stanza.

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