Categorie: Mostre

Manifesti d’artista, il Museo Nazionale del Cinema apre i suoi archivi

di - 1 Novembre 2025

Il Museo Nazionale del Cinema apre il suo archivio al pubblico con una preziosa selezione di 10 manifesti d’artista, celebrando il ruolo centrale del manifesto come richiamo del pubblico nelle sale del Novecento. I manifesti, scelti tra i 540.000 custoditi, raccontano contemporaneamente la storia cinematografica e l’evoluzione estetica e sociale del secolo scorso. Nati per promuovere la produzione del film, si legano anch’essi al concetto di riproduzione, racchiudendo il legame tra arte e cartellonistica. I manifesti selezionati sono proposti come vere e proprie opere d’arte realizzate da celebri artisti come Renato Guttuso, Enrico Baj, Aleksandr Michajlovič Rodčenko, Enrico Prampolini scelti per la promozione cinematografica dei propri film da registi del calibro di Giuseppe De Santis, Francesco Rosi e i fratelli Taviani.

Per il manifesto di Kaos (1984), il film dei fratelli Taviani tratto dalle Novelle per un anno (1922) di Luigi Pirandello, Renato Guttuso (1911 – 1987) realizza uno dei suoi paesaggi siciliani, reinterpretato per l’occasione. La composizione è semplice, sullo sfondo l’azzurro del cielo incontra il violetto di cobalto del mare, in primo piano dei cactus sono dipinti con cromie vibranti. Un corvo, ritratto teatralmente qualche istante prima dell’atterraggio, è immerso in una composizione segnata dai tratti espressivi delle pennellate materiche. Anche i piccoli dettagli come le zampe dell’animale rivelano il dinamismo pittorico di Guttuso.

Renato Guttuso, Manifesto per Kaos di Paolo e Vittorio Taviani, Italia, 1984 Cm 140×100. Collezione Museo Nazionale del Cinema, Torino

L’opera più piccola in mostra è la copertina della brochure per Riso amaro (1949) di Giuseppe De Sanctis, raffigurante la tensione sociale del film in un tripudio di colori e tratti decisi. Un altro manifesto che unisce magistralmente il linguaggio cinematografico e pittorico è ideato dal pittore e scultore maestro della neoavanguardia italiana e internazionale, Enrico Baj (1924 -2003). Su invito del regista Francesco Rosi, dà forma al cartellone promozionale di Cadaveri Eccellenti (1976), il film noir tratto dal romanzo Il contesto (1971) di Leonardo Sciascia. Baj sceglie di ritrarre gli assassini della storia in una visione deformata e grottesca, particolarmente d’impatto.

Il Museo del Cinema espone tutte e tre le tre grandi litografie di Filiberto Scarpelli (1870 – 1933) realizzate per Il sogno di Don Chisciotte (1915), la commedia surreale di Amleto Palermi. Il futurismo degli anni Dieci si manifesta perfettamente in queste interpretazioni caricaturali esplosive e colorate del giornalista, scrittore, direttore editoriale e futurista Scarpelli. In mostra anche il famoso manifesto de La corazzata Potëmkin (1925), il film muto sovietico diretto da Sergej Ėjzenštej. Il cartellone è stato ideato dal russo Aleksandr Michajlovič Rodčenko (1891- 1956), importante artista del Costruttivismo. L’opera, realizzata per uno dei film capolavori della storia del cinema, è stata acquistata lo scorso anno alle Aste Bolaffi, simboleggiando la produzione cinematografica sovietica.

Aleksandr Michajlovič Rodčenko, Manifesto per Бронено́сец «Потёмкин» / Bronenosec Potëmkin / La corazzata Potëmkin di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, Unione Sovietica, 1925
Cm 70×99,5. Collezione Museo Nazionale del Cinema, Torino

In contrasto con questi rivoluzionari manifesti, è stata scelta come immagine guida l’opera di Vera Michajlovna Natenson, conosciuta come Vera D’Angara (1886–1971). L’illustratrice, caricaturista, scrittrice e attrice siberiana, unica donna in mezzo alla moltitudine di uomini cartellonisti, ha realizzato il manifesto per il film Al confine della morte (1922) diretto da Toddi e da lei stessa interpretato. Il suo manifesto, caratterizzato da bellezza e eleganza, la vede dipinta come una Venere di Botticelli in una pioggia eterea di fiori, in un’interpretazione liberty già orientata verso lo stile dell’art dèco.

«Con Manifesti d’Artista il piano zero della Mole Antonelliana si trasforma in una piccola, sorprendente, galleria d’arte», afferma Carlo Chatrian, direttore del Museo Nazionale del Cinema. Infatti la mostra, allestita al piano di accoglienza del museo, è accessibile con un biglietto dedicato, ideata come una mostra indipendente dal percorso del Museo del Cinema.

Vera D’Angara. Manifesto per Al confine della morte di Toddi, Italia, 1922 Cm 194×131,5. Collezione Museo Nazionale del Cinema, Torino

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