Paolo Di Paolo, Inaugurazione autostrada del Sole, 1964. Courtesy Archivio Fotografico Paolo Di Paolo
A cent’anni dalla nascita di Paolo Di Paolo, Palazzo Ducale di Genova rende omaggio al grande fotografo con la mostra PAOLO DI PAOLO. Fotografie ritrovate, curata da Giovanna Calvenzi e Silvia Di Paolo e allestita negli spazi medievali del Sottoporticato.
L’esposizione presenta trecento fotografie – molte inedite e alcune per la prima volta a colori – provenienti dall’archivio del fotografo, rimasto nascosto per quasi cinquant’anni. Fu la figlia Silvia Di Paolo, alla fine degli anni Novanta, a riportarlo alla luce: tra scatole dimenticate ritrovò oltre duecentomila negativi e, con essi, la voce di un autore capace di raccontare come pochi il Novecento italiano.
Oggi Palazzo Ducale ci accompagna in un percorso che ci permette di riscoprire quelle immagini non solo come frammenti della sua biografia, ma anche come tasselli di una narrazione più ampia, che ci restituisce la storia di un Paese intero attraverso il suo sguardo. Dagli scatti di Di Paolo emerge un’Italia sospesa tra memoria e modernità, dove la quotidianità si intreccia alla grande Storia e diventa specchio della nostra identità collettiva. «Un artista che ha saputo attraversare con sguardo unico gli anni cruciali della ricostruzione, del boom economico e delle trasformazioni sociali italiane», lo definisce Ilaria Bonacossa, direttrice di Palazzo Ducale.
La mostra segue la cronologia della sua attività, dagli esordi negli anni Cinquanta con le pubblicazioni su Il Mondo, fino alla conclusione della carriera professionale negli anni Sessanta, tra reportage e collaborazioni con le più principali testate giornalistiche. Un arco temporale breve ma intensissimo – quindici anni appena – in cui Di Paolo documenta un Paese in rapido mutamento, immortalando città, volti, moda, intellettuali, attori e gente comune.
Una sezione è dedicata a Genova e alla Liguria, territori che fotografa tra gli anni Cinquanta e Sessanta: dai cantieri navali alle estati balneari raccontate per Tempo e altri periodici. In queste immagini si coglie la grazia sobria del suo sguardo, capace di restituire la vita quotidiana con leggerezza e al contempo profondità, senza mai cadere nella retorica. Si definiva un “dilettante”, nel senso più puro del termine – colui che opera per diletto, per piacere – e proprio questa gioia di osservare e raccontare traspare da ogni scatto, rivelandoci la sua straordinaria capacità narrativa.
«Di Paolo non raccontava mai per immagini singole», spiega la curatrice Giovanna Calvenzi, «ma per piccole sequenze di immagini. Eppure, ogni singola fotografia è una storia compiuta». Così, nelle riprese dell’inaugurazione dell’Autostrada del Sole o nei funerali di Palmiro Togliatti, ogni fotogramma diventa un frammento di racconto, tassello di una memoria condivisa. Accanto ai reportage, la rassegna celebra i ritratti dei grandi artisti e intellettuali dell’epoca – da Anna Magnani a Giuseppe Ungaretti, da Lucio Fontana a Pier Paolo Pasolini, da Eugenio Montale a Ezra Pound – colti in momenti di spontanea intimità.
Paolo Di Paolo sapeva instaurare con i soggetti un rapporto di naturale confidenza, lontano da pose e artifici, ottenendo immagini spontanee e dirette, capaci di restituire la verità dei volti e delle presenze. La mostra di Palazzo Ducale si presenta dunque come un viaggio che attraverso la biografia di uno dei protagonisti più significativi del fotogiornalismo italiano, ci offre una chiave per osservare l’Italia del Novecento da nuovi punti di vista. Ogni fotografia in mostra restituisce la sensibilità di un autore che, con passione, ha saputo trasformare l’immagine in memoria viva, consegnandoci un patrimonio visivo capace di raccontare la complessità e la ricchezza di un secolo intero.
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