MAH, Chromatisme, ph. Julien Gremaud
Grazie alla âcarte blancheâ che il nuovo direttore del MAH, Marc-Olivier Wahler, offre ai curatori, lâampia collezione del Museo dâarte e di storia di Ginevra, può trovare modo di rivivere il suo passato con brio. Alla prima edizione della serie di interventi curatoriali mirati a riscoprire la collezione del Museo è stato invitato Jakob Lena Kneblâartiste che al momento rappresentano lâAustria alla Biennale di Venezia. Per la sua mostra âWalk on the Waterâ (âIl cammino sullâacquaâ) inaugurata al MAH allâinizio del 2021, Knebl ha capovolto la collezione, costruendo un immaginario spaziale al confine del surreale. La seconda edizione del progetto appare piĂš calma. Ora, ad affrontare la stessa sfida il noto curatore francese Jean-Hubert Martin con la mostra âDraw Your Own Conclusionâ da vedere fino al 19 giugno 2022.
Museo dâarte e di storia di Ginevra (MAH) è uno dei tre piĂš grandi musei della Svizzera. Con circa 650.000 oggetti storici, pitture, sculture, strumenti musicali, e altri, spaziando dalle arti applicate, alle belle arti e allâarcheologia, il Museo testimonia lâevoluzione dellâarte e della vita quotidiana nel corso di diversi millenni. Lâedificio progettato dallâarchitetto Marc Camoletti e inaugurato nel 1910 ha una superficie di circa 7mila metri quadrati ed è situato nel cuore del centro storico di Ginevra.
Considerando lâabbondanza delle possibilitĂ (ovvero, stupisce giĂ il solo numero degli oggetti a disposizione) è facile capire che parliamo della vera sfida curatoriale, che, per quanto sia adatta alle capacitĂ del curatore e possibilmente piacevole per la sua mente aperta, rimane uno sforzo intelettuale enorme. Basta ricordare il tentativo espositivo relativamente minore di Wes Anderson e Juman Malouf  âIl sarcofago di Spitzmaus e altri tesoriâ nel 2019-2020 alla Fondazione Prada per cui il regista e lâillustratrice dovevano scegliere 538 opere dâarte e oggetti dai Kunsthistorisches Museum e Naturhistorisches Museum di Vienna. Lâesperienza era stata conclusa dai curatori con la dichiarazione che non avrebbero mai deciso di farlo se avessero immaginato quanto sarebbe stata difficile lâimpresa.
âDraw Your Own Conclusion,â ovvero âTraete le vostre conclusioniâ -il progetto curatoriale concepito da Jean-Hubert Martin per MAH- è nato per reinterpretare lâampio contenuto artistico e storico del Museo attraverso strumenti curatoriali e il titolo spiega bene, fin dallâinizio, che a reinterpretare saremo noi, visitatori, e di non aspettarci risposte pronte. Non è unâesposizione leggera. Basta dire che la prima sala del percorso è titolata âDalla croce al globoâ e ci accoglie con le varie rappresentazioni di crocifissi di grandezza umana, come Christ on the Cross (circa 1660) successivo ad Antoon van Dyck o Skinned Ox (1646) di Jan Victors. Tutta la mostra non fa volare tra gli oggetti con la passione dellâesploratore, ma piuttosto chiede di muoversi lentamente, fermandosi spesso a guardare da vicino. Ma prima di essere delusi dal ritmo calmo ricordiamoci che questa mostra è composta da materia âcriticaâ in tutti i sensi. La quantitĂ , la forma del contenuto e lo stile dello spazio espositivo non alterano la percezione. Non câè dubbio che queste cose ne abbiamo giĂ viste infinite volte, dalle scuole primarie fino ad oggi.
Eppure certi momenti fortunatamente distraggono dal ritmo di marcia costante del prevedibile ordine museale. Vediamo per esempio il punto dove âBurchellâs zebraâ dal MusĂŠe de zoologie a Lausanne è giustapposta con una vasta gamma di bandiere con vari pattern (allo stesso tempo sciogliendo dolcemente il confine tra âarteâ e ânon arteâ), oppure una statuetta in legno di un Buddha che ride guarda il video Snowing Buddha (1989) di Nam June Paik appoggiato al cuscino del letto del 19esimo secolo accanto al quadro di Wolfgang-Adam TĂśpffer del 1846.
La mostra è divisa nelle sezioni: Microcosmo, Dalla croce al globo, Tenendo il conto, Dalla bandiera alla coperta, Dallâamore allâodio, Dal baccanale al bistrot, Dalla gloria al luogo comune, Dal seno alla maternitĂ , Dai capelli alla barba, Ricchi e poveri, DallâambiguitĂ allâenigma, Dallâocchio al vedere, Dalla truffa alla decapitazione, I sensi, I lillipuziani e i giganti, Inverno, La condizione umana, Natura morta, Morfologia, Gamma di colori, e lâomaggio allâartista Svizzero Markus Raetz; per quanto la spiegazione del contenuto delle diverse sezioni non vada sempre liscia, le categorie in se sono stimolanti e partendo dalla parola possiamo sempre trovare la strada. In piĂš, cercavamo innovazione? Siamo al museo dâarte e di storia e completamente non facciamo caso alle date.
MAH vuole liberarsi dellâimmagine autoritaria del museo enciclopedico e andare nella direzione immersiva, polifonica e transdisciplinare, avviando cosi la nuova fase nella storia del museo. La mostra âDraw Your Own Conclusionâ approccia la sfida coraggiosamente e con successo, ma calarsi dentro di essa e sperimentarla richiede tempo. Non si digerisce al volo, come siamo abituati con lâarte oggi. Si tratta di una esposizione piena di potenziali scoperte e sicuramente un passo avanti nel cambiare lâapproccio dellâistituzione alla creazione di mostre e alla ricontestualizzazione della sua collezione permanente, cosi come ripensare il futuro dei musei negli anni che verranno.
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