Installation view, Roger Ballen. Spirits and Spaces, BUILDING TERZO PIANO, Milano, ph. Sarah Indriolo
La galleria Building, nella sede di via Monte di Pietà a Milano, presenta fino al 12 luglio 2025 la nuova serie di Roger Ballen (New York, 1950), che dopo più di 50 anni di lavori esclusivamente in bianco e nero si cimenta con la fotografia a colori. Si tratta di opere realizzate negli ultimi sei anni e che fanno parte della sua nuova monografia Spirits and Spaces in uscita per l’autunno 2025 da Thames & Hudson in collaborazione con Marguerite Rossouw, direttrice artistica dello studio di Ballen. Accanto a queste è presentata una serie di Polaroid realizzate a cavallo tra 2024 e 2025. Attraverso una commistione di mezzi con l’uso di inchiostri a colori di archivio l’artista crea immagini che sfidano il confine tra realtà e finzione. Una estetica psicologica ed esistenziale con fotografie ambientate in spazi claustrofobici abitate da creature e figure oscure che rende le immagini enigmatiche e affascinanti. Il critico Colin Rhodes mette ben in evidenza questa caratteristica: «I mondi creati in queste fotografie sono legati al teatro, un rapporto pienamente riconosciuto dallo stesso Ballen. La loro messa in scena, proposta sempre con inquadrature in primo piano, sostiene microdrammi avvincenti e profondi che parlano di aspetti fondamentali della condizione umana. Non si riferiscono ai grandi teatri, in cui pubblico e dramma sono empaticamente separati, ma ai piccoli e intimi spazi di repertorio, (…) dove il pubblico è avvicinato e spesso coinvolto attivamente nella performance e nello svolgimento della narrazione».
Nella Capitale si svolgono contemporaneamente tre esposizioni in cui è coinvolto l’artista. All’interno della mostra su Mario Giacomelli. Il fotografo e l’artista, in corso a Palazzo Esposizioni, i celebri scatti dell’autore marchigiano sono in dialogo con cinque grandi maestri, tra cui Ballen. Al Mattatoio, Animalism esplora il rapporto profondo e spesso inquietante tra uomo e animali cui Ballen parteciperà anche a una conversazione col curatore Alessandro Dandini de Sylva. Infine, al Festival de Cabanes a Villa Medici, dal 5 giugno al 30 settembre, l’artista trasforma una capanna nello studio di un artista Brut.
Nato negli Stati Uniti ma residente in Sudafrica, Roger Ballen è tra i più importanti fotografi della sua generazione con oltre 25 volumi al suo attivo e presente in alcuni dei più importanti musei del mondo. Partendo dalla fotografia documentaria, in oltre 50 anni è approdato ad opere che integrano i linguaggi di cinema, installazione, teatro, scultura, pittura e disegno, creando veri e propri «psicodrammi esistenziali» che toccano il subconscio. Le sue fotografie mirano a far breccia nei pensieri repressi, nei temi del caos e dell’ordine, del rapporto con le altre specie viventi, la psiche, la vita e la morte. Presente alla Biennale del 2022, è anche autore di diversi cortometraggi che si ricollegano alle sue serie fotografiche. Inoltre ha fondato a Johannesburg l’Inside Out Center for the Arts con l’obiettivo di promuovere la consapevolezza dei problemi legati all’Africa attraverso mostre e programmi educativi.
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