G. Gasperini, Rebus 2018, © Olivia Gozzano
«Il bronzo, per la sua qualità di assorbire la luce ma soprattutto di rifletterla, è un materiale che sfida lo scultore a cercarne l’equilibrio nella superficie oltre a quello compositivo», scrive Chiara Spangaro. Restano pochi giorni per visitare, prima della chiusura del 29 aprile, “Equilibri”, la prima mostra di Gianlorenzo Gasperini a Milano, negli spazi della Galleria Antonia Jannone in Corso Garibaldi.
Il percorso espositivo prevede 11 sculture in bronzo, delle piccole figure umane filiformi, persone indefinite nel genere, nell’etnia, nell’età, che sembrano divertirsi negli spazi della galleria, saltellando al centro della stanza. Queste persone sembrano essere sospese, alla ricerca di equilibri anche banali, come quello di una seduta, così come gli azzardi acrobatici di un esercizio a metà dell’aria in aria, alla ricerca di una stabilità che si sposa in modo efficace con il sentimento comune che contraddistingue l’umanità negli ultimi anni. Il percorso è completato da una selezione di opere realizzate con la tecnica della tempera su carta, in cui il soggetto principale è quello femminile, degli studi leggeri e delicati di donne colte in alcuni movimenti, mai statuarie, mai fisse.
L’opera di Gasperini presenta anatomie universali, persone dall’equilibrio precario, con un animo leggero e un atteggiamento ludico, indagate sulla linea di confine che separa spazio e figura, inserite in un luogo anch’esso universale. I materiali di cui l’artista fa uso sono resina, bronzo e gesso e sono funzionali a esplorare il tema del bilanciamento e dell’equilibrio, attraverso il senso della linea e del movimento: la leggerezza e l’ironia sono componenti decisive nel lavoro dell’artista di Civitavecchia, anche perché gli offrono la possibilità di liberarsi dal pesante carico della tradizione e di operare in un presente instabile, restituendo queste incertezze con eleganza e personalità.
La mostra è accompagnata da un catalogo con un testo di Chiara Spangaro.
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