Yuval Avital, Vaso aperto, Daimon e Guardiani Effimeri, dalla serie Vasi terrestri, 2025, argilla polimerizzata auto-indurente, polvere di argilla, stucco, colla vinilica, 100 x 100 cm
«La tradizione è l’illusione della permanenza», spara Woody Allen, in uno dei suoi celebri aforismi. Yuval Avital, lo contraddice: sperimenta di continuo nel suo fare arte, mantenendo uno stretto legame con la sua “tradizione”, i suoi simboli e i suoi temi esistenziali. La mostra Con l’argilla dei nostri corpi a cura di Cristiano Leone, visitabile da Building Terzo Piano a Milano fino al 13 dicembre 2025, conferma questa stratificazione espressiva.
Il titolo deriva dai versi del mistico persiano Omar Khayyām: «Con l’argilla dei nostri corpi fanno brocche e coppe; e delle brocche dicono: Io fui come voi, e voi diverrete come me». E Avital lo conferma: «Perché ho scelto l’argilla come materiale? Perché veniamo dalla terra e torniamo alla terra. Per me è anche un viaggio di ritorno alla mia infanzia, quando a 5 anni, abitando a fianco di una ceramista, iniziai a plasmarla. Così è diventata forse il mio medium creativo. È un materiale fragile e vulnerabile come siamo noi. Ho scelto un medium che non ha una dimensione monumentale, ma ha un livello di materialità che mi permette di sfidarlo».
Sono nati così i nuovi bassorilievi di argilla cremosa, verde, nera, marrone e bianca, i Vasi terrestri. «Uso tecniche nuove, così creare è sempre un luogo dove sono vulnerabile: ogni opera è un confronto. Una necessità fortissima di andare oltre a quello che già conosco. Non ho trovato la formuletta del mio modo di creare: amo stare nell’incertezza…è generativa».
Yuval Avital è come un funambolo che desidera stare in bilico cercando infiniti materiali e altrettante opere da realizzare. «I miei lavori sono interconnessi», precisa l’artista, a ricordare il suo rapporto stretto tra il futuro e la tradizione. Lo si comprende con chiarezza in Teatro Mundi, una grande installazione in terra che raccoglie nella galleria lavori tratti da diverse progetti realizzati negli anni, dal Bestiario della Terra alle Maschere sonore. Sempre piccoli oggetti e personaggi con una varietà di materiali, argilla polimerica e resinata, il gres, ceramiche smaltate, engobbi e materiali eterogenei. «È uno spazio rituale, bisogna sedersi e guardare».
Ci sono anche le tele realizzate tra il 2022 e il 2025: gli oli della serie Vasi dell’anima, in cui il vaso diventa simbolo dell’interiorità e metafora della fragilità umana. Il lavoro di Avital attraversa anche altri linguaggi e territori, dalla musica alla performance, dal video alla fotografia, fino alla scultura sonora. Ci toglie la fatica della superficialità.
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