Ha inaugurato la Sydney Modern, ampliamento dellâArt Gallery of New South Wales, il celebre museo affacciato sul porto della cittĂ australiana. Un progetto da 228 milioni di dollari e dieci anni di lavoro, presentato come il piĂš significativo intervento di carattere culturale promosso in cittĂ dai tempi della costruzione dellâiconica Sydney Opera House, inaugurata nel 1973.
Mentre lâedificio neoclassico della Art Gallery of New South Wales continuerĂ a ospitare le opere di maestri europei antichi e moderni e le collezioni contemporanee, lâarte aborigena e le mostre temporanee troveranno collocazione in un nuovo edificio realizzato da SANAA, studio di architettura composto da Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa, che nel 2022 ha ricevuto il prestigioso Praemium Imperiale, attribuito dalla Japan Art Association e nel 2010 il Pritzker Prize, il piĂš importante riconoscimento al mondo nellâambito dellâarchitettura.
<<Il nostro obiettivo è progettare un museo dâarte che sia in armonia con lâambiente circostante, che respiri con la cittĂ , il parco e il porto>>, hanno dichiarato Sejima e Nishizawa. Gli architetti sono riusciti nellâimpresa con successo: collegato al nucleo espositivo storico tramite un giardino, il nuovo edificio, ampio 7.000 metri quadrati (quasi il doppio dellâarea dellâArt Gallery of New South Wales), comprende un gruppo di padiglioni connessi tra loro e raggruppati attorno a un grande atrio con pareti di vetro, che nel punto piĂš alto offre una splendida vista sul Royal Botanic Gardens e sul porto della cittĂ .
<<La nostra visione è stata quella di trasformare la galleria dâarte in un campus museale dâarte con connessioni senza soluzione di continuitĂ tra arte, architettura e paesaggio>>, ha affermato Michael Brand, direttore dellâArt Gallery of New South Wales.
In cima e tra i padiglioni ci sono un totale di 3.400 metri quadrati di cortili e terrazze, che saranno utilizzati per ospitare varie installazioni. Altre quattro gallerie, di cui due di oltre 1.000 metri quadrati ciascuna con soffitti alti piĂš di 5 metri, sono situate ai livelli inferiori. Lâedificio contiene anche una serie di aree espositive piĂš piccole, spazi dedicati ai bambini e ai gruppi scolastici e uno studio interamente dedicato alla creazione di opere multimediali.
Il nuovo museo vanta una collezione di oltre 30.000 opere che comprende arte aborigena australiana, ospitata nella nuova Galleria Yiribana, arte europea e arte asiatica, dal XV alla fine del XX secolo.
Altro elemento chiave del progetto è il Tank, un bunker utilizzato per il rifornimento della flotta navale durante la Seconda Guerra Mondiale trasformato in uno spazio espositivo di 2.200 metri quadrati e utilizzato per commissioni site-specific su larga scala. Il primo artista a inaugurarlo è lâargentino-peruviano AdriĂĄn Villar Rojas, con lâinstallazione The End of Imagination.
Nel complesso gli artisti tra australiani e internazionali attualmente esposti nel museo sono piĂš di 900, tra cui il neozelandese Francis Upritchard, Kimsooja che ha presentato Archive of Mind, unâinstallazione partecipativa in cui invita i visitatori a creare le proprie sfere di argilla su un ampio tavolo posto in una delle gallerie, Samara Golden, protagonista insieme a Tracey Moffatt, Simone Leigh, Michael Parekowha e Isabel e Alfredo Aquilizan della mostra Dreamhome: Stories of Art and Shelter.
La sgargiante installazione di Jeffrey Gibson The Stars are our Ancestors invita i visitatori a sedersi sulla sua âqueered kissing chairâ .
Altrettanto avvincente è Groundloop dellâartista neozelandese Lisa Reihana, opera riprodotta su un enorme schermo LED di cinque metri per venti sospeso sopra lâatrio centrale dellâedificio. E ancora lo srilankese Ramesh Mario Nithiyendran, Howie Tsui e Pitjantjatjara Iluwanti Ken. Cinque artisti del Wik & Kugu Arts Center di Aurukun, sulla costa occidentale della penisola di Cape York, nel Queensland, hanno supervisionato lâinstallazione di Pack of Ku, unâopera collettiva di cani cerimoniali intagliati nel legno venerati come custodi di entitĂ ancestrali. Nella galleria sono presenti anche opere di Emily Kame Kngwarreye, Richard Bell, Yhonnie Scarce, Rover Thomas e Reko Rennie, in una mostra ispirata alla parola burbangana, che significa âprendimi la mano e aiutami ad alzarmiâ.
Anche lâedificio meridionale ha subito un intervento: sopra lâingresso campeggia To See or Not to See dellâartista Wiradjuri Karla Dickens, unâopera verde giada, riflettente, con sei figure incappucciate.
Massima lâattenzione sul fronte della sostenibilitĂ : il Sydney Modern è il primo museo dâarte pubblico del Paese ad aver raggiunto i piĂš elevati standard sulla base delle disposizioni del Green Building Council of Australia, ottenendo una valutazione di Green Star, la certificazioni per lâedilizia ecologica, a sei stelle. Lâedificio è alimentato interamente da energia rinnovabile, di cui il 10% viene fornita dai pannelli solari posti sul tetto del padiglione dâingresso. Lâacqua piovana viene raccolta per essere riutilizzata nellâirrigazione e nelle torri di raffreddamento.
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