MEI – Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana
Un nuovo spazio dedicato a un tema fondativo della nostra contemporaneità: a Genova sono iniziati i lavori di risistemazione dell’antica Commenda di San Giovanni di Prè, che ospiterà il MEI – Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana. 5,3 i milioni di euro destinati per gli interventi, che riguardano l’adeguamento funzionale e tecnologico dell’edificio, di cui 300mila provenienti da Fondazione San Paolo, 3 milioni vengono invece dal MIBACT, nell’ambito del programma Grandi Progetti Beni Culturali. I restanti 2 milioni sono infine la dotazione del Patto per Genova, l’accordo stipulato tra Comune e Governo nel novembre 2016, per realizzare una serie di interventi sul territorio della città di Genova e dell’Area Metropolitana.
«Un progetto importante per storia, cultura e turismo che oggi arriva alla fase esecutiva», ha detto il sindaco di Genova, Marco Bucci. «Sappiamo che Genova ha avuto un ruolo strategico nella storia dell’emigrazione italiana grazie al suo porto, crocevia di persone, merci, culture. “Dovve i Zeneixi vàn, ‘n’atra Zena fan” diceva, secondo la tradizione, l’Anonimo Genovese: una testimonianza della nostra storia da migranti del mondo. Storia che troverà spazio qui, in locali ristrutturati e ripensati per questo scopo. Il MEI godrà inoltre di una posizione strategica: con l’Acquario e il Museo del Mare a due passi, il Museo dell’emigrazione completerà un’offerta museale e turistica di primo livello», ha concluso Bucci.
I lavori dureranno circa un anno e riguarderanno l’intera struttura della Commenda di Prè, un capolavoro dell’architettura romanica medievale, la cui storia è ricca di persone di passaggio, viaggiatori e navi. Fatta edificare a partire dal 1180 dai Cavalieri Gerosolomitani, l’ordine religioso militare che aveva il compito di offrire supporto e riparo ai pellegrini, la Commenda ospitava viandanti, cavalieri e mercanti diretti in Terrasanta dove, all’epoca, stava svolgendosi la III Crociata. Alla base del campanile, un’epigrafe ricorda Frate Guglielmo, il fondatore della Commenda. Con il tempo, alla funzione di ostello si affiancò anche quella di ospedale per i malati e gli indigenti della città.
«Una grande operazione di memoria popolare e collettiva del nostro Paese», ha commentato Paolo Masini, presidente del Comitato di indirizzo per la realizzazione del MEI. «Partendo dalle singole storie personali si arriva a ricostruire un fenomeno che è nell’anima stessa delle radici dell’umanità. Donne e uomini con le storie più diverse che spesso hanno saputo trasformarsi in semi preziosi in terre generose».
L’edificio si sviluppa su tre piani ed è già aperto al pubblico, dopo anni di restauri e di ricerche archeologiche. I lavori apporteranno tutte le migliorie funzionali a un museo di “nuova generazione”, con modalità museologiche innovative e interattive. Il percorso espositivo del MEI sarà scandito dalle storie di vita dei protagonisti dell’emigrazione.
Le esperienze dei singoli saranno proposte al visitatore attraverso fonti primarie come le autobiografie, i diari, le lettere, le fotografie, i giornali, i canti e le musiche che accompagnavano gli emigranti, i documenti conservati da enti, istituzioni statali e locali, archivi, musei, associazioni di emigrati, quali il CISEI – Centro Internazionale di Studi sull’Emigrazione Italiana di Genova, l’Istituto centrale per i beni sonori e gli audiovisivi, l’Istituto Luce – Archivio Storico Luce, la Rai, l’Archivio Centrale dello Stato, l’Ellis Island National Museum of Immigration, il MUNTREF – Museo de la Inmigración di Buenos Aires.
Ci sarà anche uno spazio di riflessione, il “Memoriale”, in cui approfondire, attraverso le suggestioni dell’arte, alcune tra le storie più dolorose dell’emigrazione italiana, dai fatti di Aigües Mortes (1893) alla strage di Marcinelle (1956). Ma il Museo racconterà anche l’emigrazione interna, declinata nelle sue due grandi direttrici, dalla campagna alla città e dal Sud al Nord, e l’emigrazione contemporanea, con le forme che ha assunto dopo il 1973, anno del cambio epocale, in cui da paese di emigrazione, l’Italia diviene paese di immigrazione.
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