Irene Fenara, Supervision (Leaves and other blurrings), 2021, 63 Premio Termoli, Museo MACTE, Termoli 2023. Foto © Gianluca Di Ioia
Valorizzazione della collezione permanente e attenzione alla ricerca storico-artistica e ai nuovi linguaggi dell’arte contemporanea. Ma anche creazione di uno spazio collettivo per approfondire le relazioni con il territorio e implementazione di contenuti digitali. Insomma, attività a 360 gradi per il MACTE – Museo di Arte Contemporanea di Termoli, che ha presentato il programma di mostre e progetti del 2024, nel segno del continuo aggiornamento e della continuità, garantita anche dalla conferma della direttrice Caterina Riva.
«Dal 2020 il MACTE ha messo radici, si è spinto sul digitale, ha lavorato con artiste e artisti, curatrici e curatori a mostre, eventi, libri e molto altro. Con il progetto Le 3 Ecologie ho immaginato il museo come un ecosistema, come è poi successo con la pianta che è germogliata durante la mostra sub e che sopravvive in relazione al luogo in cui si trova», ha dichiarato Riva che, già dalla sua nomina, nel 2020, aveva accettato la sfida di un museo dalle tante vite. Gestito dalla omonima Fondazione partecipata dal Comune di Termoli, il MACTE è stato istituito nel 2019, per valorizzare le opere dello storico Premio Termoli che, dal 1955, attraverso la formula del premio acquisto, ha riunito una collezione di 500 opere, dall’Arte Informale a quella Programmata, realizzate da artisti come Alberto Burri, Lucio Fontana, Enrico Prampolini, Achille Perilli, Carla Accardi, Mirella Bentivoglio, Nanda Vigo, Dadamaino, Tano Festa, Achille Perilli, Jesús Rafael Soto, Gastone Novelli, Bice Lazzari, Mario Schifano, Giulio Turcato, Sergio Lombardo e Giuseppe Uncini. Un’eredità importante, dunque, da rileggere alla luce del contemporaneo.
«Dopo tre anni e una pandemia, il mio incarico di direttrice si rinnova», ha proseguito Riva. «Nel 2024, con la mia regia, artiste e artisti continueranno a portare al MACTE idee, ricerche e visioni di un mondo che si trasforma negli occhi di chi lo guarda e lo interroga. Il museo è fatto dalle opere che custodisce, ma soprattutto delle persone che lo frequentano e che lo rendono vivo, e da chi ci lavora ogni giorno».
Il programma 2024 si apre a marzo con la mostra Ersilia. Praticare l’altrove, a cura di Alice Labor e Ginevra Ludovici e incentrata su Ersilia, città immaginaria delineata nel libro Le città invisibili da Italo Calvino e raccontata anche nel podcast di MACTE Digital. Così, i luoghi, gli abitanti e le condizioni di vita della città acquisiranno una e più forme, attraverso le opere di Aterraterra, Pietro Ballero, Beatrice Celli, Anouk Chambaz, Allison Grimaldi Donahue, Eleonora Luccarini, Alice Pontiggia, Perla Sardella, Teresa Satta e VacuaMoenia.
Nella sala centrale del museo, come in una piazza, gli interventi degli artisti comporranno un luogo di scambio e condivisione. Installazioni di diversa natura popoleranno il MACTE, insieme a eventi speciali che si attiveranno a Termoli nei mesi di apertura, mettendo in dialogo ricerche artistiche con pubblici locali e realtà attive sul territorio.
Da giugno a settembre invece, la personale di Salvatore Arancio (1974, Catania), vincitore dell’avviso pubblico PAC2021 – Piano per l’Arte Contemporanea promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, porterà al museo Bruno’s House, il gruppo di nuove sculture che rielaborano le suggestioni della mitologia orientale e dei racconti popolari europei che hanno profondamente ispirato l’artista durante una sua visita al Bruno Weber Park, vicino a Zurigo. In esposizione anche il video Bruno’s House che racconta il viaggio psichedelico dell’artista tra le architetture e le sculture che animano il parco, con riprese di Arancio e musiche originali del musicista Robin Rimbaud-Scanner.
Da ottobre 2024 a gennaio 2025 sarà infine la volta della personale di Irene Fenara (1990, Bologna), artista vincitrice del Premio mostra alla 63ma edizione del Premio Termoli. La pratica fotografica perseguita e decostruita dall’artista con la ricerca di immagini generate dall’occhio meccanico delle telecamere di sorveglianza sarà il punto di partenza per un’esposizione che mette in scena le immagini che “ci guardano” e circondano.
Ogni mostra verrà accompagnata da speciali allestimenti di opere dalla collezione permanente, mentre il portale online MACTE Digital proseguirà per tutto l’anno la sua attività di spazio di sperimentazione.
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