Kathryn Weir, foto di Amedeo Benestante
«Relazioni, visioni, conoscenza»: il terzo capitolo della storia del Madre, dopo le epoche Eduardo Cicelyn e Andrea Viliani, inizia così, con le prime parole di Kathryn Weir come nuovo direttore del museo d’arte contemporanea di Napoli. Nominata a dicembre 2019, Weir è intervenuta oggi, nella Sala Giunta di Palazzo Santa Lucia, sede della Regione Campania, in occasione della presentazione del suo incarico, insieme al Governatore Vincenzo De Luca e al presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, Laura Valente.
«La mia ricerca sarà orientata alla collettività, per un museo che possa andare oltre le sua mura e che sia coinvolgente anche a livello internazionale», ha spiegato Weir che nella sua precedente esperienza curatoriale al Centre Pompidou ha dato impulso a Cosmopolis, una piattaforma multidisciplinare attiva in progetti come mostre e residenze, e MOVE, progetto dedicato ai linguaggi della performance e della danza. «Sono sicura che questa esperienza potrà essere trasportata anche a Napoli, ma prenderà altre forme e affronterà questioni differenti», ha continuato Weir. Dunque, parola d’ordine sarà la trasversalità, «per un’arte che sia messa in azione».
Proseguendo, così, sulla scia di una impostazione molto vicina ai temi del corpo e del movimento e di una certa “teatralità”, che già era evidente da un po’ di tempo, a partire almeno dalla monografica dedicata a Robert Mapplethorpe, “Coreografia per una mostra”, chiusa ad aprile 2019 e a cura di Laura Valente e del direttore uscente Andrea Viliani – attualmente curatore del centro di ricerca del Castello di Rivoli – che della poetica del fotografo americano sceglieva di mettere in evidenza un’inedita matrice performativa.
Ma il primo passo di Kathryn Weir come direttrice del Madre sarà tra le strade della città, per «conoscere l’ambiente, incontrare, ascoltare e capire quali sono le dinamiche che esistono oggi, qui. Ho già lavorato con degli artisti napoletani ma voglio approfondire questa mia conoscenza della scena e di tutti gli attori, non solo di Napoli ma anche di tutta la regione».
«Si aprono belle suggestioni e si apre una nuova pagina per un Madre dal respiro sempre più internazionale»: auguri di buon inizio da De Luca, che ha poi posto l’accento sugli aspetti della produzione, dell’organizzazione e della gestione ai quali un museo moderno non può che prestare uguale attenzione. Il Governatore ha fatto anche riferimento alla piattaforma digitale in corso di preparazione, che servirà da archivio per tutte le attività in campo artistico della Campania.
«Kathryn Weir è stata nominata all’unanimità da una commissione indipendente e libera, di cui ha fatto parte anche il direttore uscente Viliani, che ha accompagnato con grande professionalità questo traghettamento nella terza vita del Madre. Con Weir poteremo il Madre nel mondo», ha concluso Valente.
Per il momento, l’offerta espositiva del Madre propone un’ampia mostra dedicata a Marcello Rumma che, al secondo e al terzo piano del museo, racconta il breve e luminoso percorso d’arte e di vita del grande collezionista, prematuramente scomparso, animatore della vita artistica e culturale campana, tra i primi promotori dell’Arte Povera, grazie anche alla rassegna “arte povera più azioni povere”, tenuta nel 1968 agli Antichi Arsenali di Amalfi.
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