Il Museo Nazionale Romano si fa contemporaneo, con i vincitori di Italian Council

di - 6 Luglio 2019
Ha inaugurato il 20 giugno, presso la sede di Palazzo Altemps, l’ultimo evento d’arte contemporanea promosso dal Museo Nazionale Romano, Empire di Elisabetta Benassi, vincitrice della terza edizione del bando Italian Council.
Il concorso, ideato dalla DGAAP-Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane del Mibac per la promozione degli artisti italiani contemporanei all’estero, ha visto nel 2018 una duplice partecipazione da parte dell’istituzione romana, presieduta da Daniela Porro, che è stata selezionata anche con il progetto Senza Titolo di Diego Perrone.
Una preziosa occasione, per il circuito museale, che raccoglie sotto la stessa egida anche Crypta Balbi, Palazzo Massimo e Terme di Diocleziano, per proseguire sull’ormai avviato percorso delle contaminazioni fra archeologia, arte antica e arte contemporanea, rinfrescando l’offerta culturale e l’affluenza di visitatori delle quattro sedi. Una scelta che ormai sempre più luoghi della cultura italiani intraprendono, a riprova del fatto che il contemporaneo piace ai visitatori, avvicina target di pubblico più ampi ai musei e permette di creare dialogo e interesse verso le splendide collezioni storiche poco fruite o di nicchia, di cui il nostro Paese è ricco.
Nel caso del Museo Nazionale Romano, questa tendenza è cresciuta anche, come ha spiegato la direttrice Daniela Porro, in seguito alla sua fondazione come Istituto Autonomo del Mibac nel 2017: «Da quando siamo stati dotati di autonomia gestionale, scientifica e di bilancio, abbiamo potuto puntare fin dall’inizio su queste iniziative. Il Museo Nazionale Romano rappresenta una delle principali raccolte di arte antica di Roma, ma è sempre stato un luogo per un pubblico colto. Poiché questo è un patrimonio che appartiene a tutti – famiglie, bambini, giovani – abbiamo pensato che anche qui si potesse tenere vivo il fuoco dell’arte contemporanea».
Sono dunque ormai alcuni anni che le quattro sedi romane ospitano diverse manifestazioni, tra mostre ed eventi, sulla scia di questa volontà: dal grande successo di “Citazioni Pratiche: Fornasetti a Palazzo Altemps”, con cui è stato celebrato il ventennale dell’apertura della sede in Piazza di Sant’Apollinare, a Passi, l’intervento site specific di Alfredo Pirri nella loggia bianca di Palazzo Altemps; dall’installazione Split Stone (7:34) di Sarah Sze a Crypta Balbi, realizzata in collaborazione con Gagosian Gallery, alla mostra “Arabesque” a Palazzo Massimo dove, fra le altre, erano esposte opere di Diego Perrone e Luigi Ontani. E i risultati sono incoraggianti: «Nel 2018 abbiamo registrato un incremento di visitatori del 6,30% rispetto al 2017 e abbiamo chiuso l’anno con 350 mila visitatori. Sicuramente le domeniche gratuite hanno contribuito a questa fruizione così ampia, ma già quest’anno gli aumenti sono molto consistenti: per esempio, solo nel mese di marzo 2019 abbiamo registrato quasi 52 mila visitatori nel circuito museale», ha continuato Porro. «Si può quindi dire che il Museo Nazionale Romano ci ha preso gusto, per questo abbiamo deciso di partecipare all’Italian Council, vincendo con ben due progetti!».
Una partecipazione che dimostra anche di saper cogliere una sfida e di aver voglia di crescere in questa direzione, poiché il bando comporta l’installazione permanente delle opere d’arte contemporanea selezionate all’interno delle sedi museali, oltre alla creazione di una rete di collaborazioni con altre realtà culturali a livello internazionale.
Empire, infatti, è stata promossa anche dall’Accademia di Virtuosi del Pantheon presieduta da Pio Baldi, ex-direttore del MAXXI. L’opera è già stata presentata all’Istituto Italiano di Cultura a Londra e, dopo Palazzo Altemps, dove resterà visitabile fino al primo settembre 2019, andrà alla MOSTYN Gallery, sempre in Gran Bretagna e, infine, tornerà definitivamente a Roma, trovando dimora nella Crypta Balbi.
Non resta che attendere la conferenza stampa che, a breve, illustrerà i piani del Museo per l’anno successivo, nell’augurio che si possa continuare sulla scia di queste incoraggianti premesse. (Alice Bortolazzo)

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