Grazie al suo album Ante-chamber, Laminar è stato definito the duke of noise. E di rumori tratta anche il suo ultimo disco Mainfold (Soleilmoon Recordings, ottobre 2003): una ricerca sui fenomeni sonori naturali della vita di tutti i giorni. Sono questi “fenomeni sonici” che Laminar capta e amplifica rendendoli musica. Al Sonic Light 2003, Laminar si è esibito con Retentions.
Che tipo di studi hai fatto per arrivare a questo punto di sperimentazione? O sei autodidatta?
Ho studiato la teoria DSP (digital signal processing) da autodidatta anche se ho frequentato dei workshop per capirci veramente qualcosa. Adesso è molto più semplice.
Tu sei artista e performer. Ci sono possibilità di lavoro in questo campo? C’è mercato?
Sì, ci sono opportunità di lavorare in questo campo. I festival e le istituzioni che promuovono musica alternativa sono un esempio. Inoltre ci sono più possibilità in Europa che negli Stati uniti.
Come consideri il fenomeno della “laptop culture”, l’attrezzatura leggera delle performance?
Ne sono entusiasta. Questa è la direzione verso cui si sta evolvendo l’arte del live media act.
Come definiresti il tuo lavoro?
Rigidamente massimalista.
Se dovessi suggerire una parola chiave da cui cominciare una ricerca su internet per conoscere di più il tuo campo quale suggeriresti e perché?
Direi “Complessità” (complexity), perché contiene la nozione di caos, di catastrofe (suggerisco in senso etimologico n.d.t.), di anarchia, di irriducibilità e di qualcosa che sta per emergere.
E dopo la ricerca, la documentazione: ci sono delle librerie, delle fondazioni presso cui cercare materiale di studio?
A New York direi di andare al St. Mark’s Books, terza Avenue e St. Mark’s Place. E poi un libro esplicativo e molto bello è sicuramente Microsound, di Curtis Roads per The MIT Press – 2001.
Le università e le istituzioni culturali sono attente alla vostra ricerca?
Sì. Alcune. Soprattutto sono intrigate, ma non sanno bene contestualizzare la materia.
Ti ispiri a qualcuno nel tuo lavoro?
A nessuno in particolare, ma subisco molte influenze, per esempio: Iannis Xenakis, Dziga Vertov, Agostino Di Scipio, e il primo Karlheinz Stockhausen.
Qual è il tuo sogno?
Applicare l’audio-visivo su modelli di dinamica fluida.
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Sonic Light 2003
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jdkproductions.com
live streaming
è possibile rivedere il festival in differita
dfm.nu/tech/warez/list.htm
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francesca d’antona
intervista 14 febbraio 2003
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