© Fondazione Franco Battiato
«Lascio agli eredi l’imparzialità / La volontà di crescere e capire». Il 18 maggio 2021 moriva Franco Battiato: dal 31 gennaio al 26 aprile 2026, lo Spazio Extra del MAXXI di Roma accoglie Franco Battiato. Un’altra vita per celebrare l’anniversario a cinque anni dalla scomparsa dell’artista. Una mostra-evento che prova a restituire un attraversamento complesso e stratificato dell’universo umano e creativo di uno degli artisti più singolari del panorama italiano contemporaneo. Cantautore, musicista, sperimentatore, pensatore irregolare, Battiato ha abitato territori diversi senza mai aderire del tutto a nessuno, costruendo un percorso che ha costantemente messo in discussione i confini dei linguaggi e delle gerarchie culturali.
Curata da Giorgio Calcara con Grazia Cristina Battiato e coprodotta dal Ministero della Cultura e dal MAXXI, in collaborazione con la Fondazione Franco Battiato ETS e C.O.R. Creare Organizzare Realizzare, la mostra si articola in sette sezioni che seguono una scansione insieme cronologica e tematica. Dall’inizio, segnato dal passaggio dalla Sicilia a Milano, alla stagione della sperimentazione elettronica e dell’avanguardia, fino al successo popolare e alla successiva deriva mistica. Il percorso espositivo evita una narrazione lineare e privilegia, piuttosto, una costellazione di materiali e rimandi.
Il centro dello spazio – un ambiente ottagonale che richiama esplicitamente un’ottava musicale – diventa il cuore pulsante dell’allestimento: un sistema di ascolto immersivo avvolge il visitatore, riportando il suono al centro dell’esperienza. È qui che la musica di Battiato si fa corpo e spazio, «centro di gravità permanente».
Accanto ai materiali musicali – copertine, poster, fotografie, cimeli rari – emerge con forza la dimensione pittorica, meno frequentata ma tutt’altro che marginale. Sfondi dorati, simboli, archetipi e richiami a un immaginario mediorientale compongono un universo visivo coerente con la ricerca spirituale dell’artista, lontano da qualsiasi decorativismo. È un Battiato che guarda all’Oriente e all’Occidente come territori da mettere in relazione, non da contrapporre. Le ultime sezioni si aprono infine alla dimensione cinematografica, tra film narrativi e documentari che portano avanti, con altri strumenti, le stesse domande sulla conoscenza, sul tempo, sull’identità.
Un’altra vita dialoga con una linea curatoriale – quella del MAXXI – che guarda ai linguaggi come territori porosi, attraversabili. Lontana da ogni nostalgia, la mostra su Franco Battiato sceglie di confrontarsi con un’eredità ancora attiva, con un immaginario abitato da astronavi e viaggi interstellari, traiettorie impercettibili, zingare del deserto e distese di sale. «E mi piaceva tutto della mia vita mortale / Noi non siamo mai morti / E non siamo mai nati».
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