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Fino al 15.III.2002 | Ignoti nulla cupido – Lawrence Weiner | Pozzuoli (na), galleria Artiaco

di - 7 Febbraio 2002

Sulle quattro pareti più estese della galleria sono collocate le frasi, le cui lettere sono realizzate in PVC adesivo o ritagliate all’interno di una fascia dello stesso materiale, e che qui di seguito riportiamo solo in italiano nell’ordine in cui sono visibili accedendo allo spazio:

Sistemato dietro gli alberi
Fuori dalla vista
Fuori di testa

La prima frase è ritagliata in negativo su una fascia argentata opaca e si staglia lungo tutta la parete a circa 60 cm dal soffitto; le lettere delle altre due frasi sono in positivo di PVC lucido nero

Slegato dagli ormeggi
Fuori dalla vista
Fuori di testa

Realizzata con le stesse modalità della frase precedente

Ignoti nulla cupido
Ritagliata in negativo su una fascia rossa, è posta in diagonale a 40° dalla linea del pavimento e dà il titolo all’esposizione

Messo sotto i pedi
Fuori dalla vista
Fuori di testa

Presentata come le altre due frasi analoghe

Le giovani generazioni sembrano parlare sempre meno: semplificano notevolmente il loro vocabolario, ricorrendo sempre più allo stesso gruppo di frasi che in un certo qual modo contraddistingue il gruppo di cui fanno parte. Al contrario fanno uso delle immagini quasi come degli ideogrammi che rappresentino parti di ragionamento trasmissibile per associazione di idee. L’uso sfrenato di immagini che consentono la televisione, prima, e Internet poi, ci sta conducendo tutti verso una forma di comunicazione nuova e diversa che riduce il linguaggio verbale. L’impiego che Lawrence Weiner fa delle parole, però, anziché contraddire questa tendenza della società, ne accentua le caratteristiche, ponendo l’accento proprio sul ruolo che il linguaggio sta assumendo nella trasformazione dei processi di comunicazione. Un tempo la parola scritta o comunicata era l’unico mezzo attraverso il quale la popolazione riusciva a ricevere ed a scambiarsi notizie: determinate situazioni erano prima di tutto raccontate, scritte, lette e solo in un secondo momento raffigurate visivamente. Attualmente viviamo in un periodo in cui le notizie, le informazioni, vengono prima di tutto filmate, “raffigurate” e soltanto successivamente descritte, raccontate e, in un certo senso, ”commentate”. Chi detiene il controllo degli strumenti visivi e riesce così a manipolarli secondo la propria volontà, può naturalmente far credere agli “altri” ciò che intende fargli credere; e le parole semplicemente assecondano la realtà mostrata dalle immagini.
Le frasi scelte dall’artista suscitano nell’osservatore la capacità di generare autonomamente delle immagini visive; ma l’ambiguità delle parole mette in luce proprio la difficoltà del lettore di dargli un senso univoco, per la mancanza di figure cui riferirle. L’azione del mettere qualcosa sotto i piedi, presuppone un oggetto che sia tanto piccolo da stare appunto sotto i piedi; l’essere sistemato dietro gli alberi denota uno scenario che, grande o piccolo che sia, è sicuramente connotato naturalmente; così come l’essere slegato dagli ormeggi presuppone la presenza di una barca e di una superficie navigabile. Tutte le frasi hanno però un significato secondario o metaforico: l’essere messo sotto i piedi può denotare uno stato di sottomissione, il sistemarsi dietro gli alberi il desiderio di porsi al centro della natura o di essere protetti da essa, l’essere slegato dagli ormeggi può descrivere il raggiungimento di uno stato di libertà da qualcosa che precedentemente frenava.Se dunque queste azioni accadono “fuori dalla vista”, accadono anche “fuori dalla testa”, non ci consentono cioè alcun ulteriore ragionamento; non prestandosi ad un unico significato non possono dare nessuna informazione. Semplicemente ci fanno riflettere sulla nostra dipendenza dalle immagini, anche lì dove la parola determina un primo ragionamento.
La frase che da titolo alla mostra è stata scelta in latino (che è una lingua “morta”) per porre l’accento sul valore simbolico delle parole più che sulla loro funzione comunicativa; essa fa riferimento al fatto che “non si può desiderare ciò che non si conosce”. La società di massa non può ambire a mutare la propria condizione di passività nei confronti dei mezzi di comunicazione, se non riconosce la propria condizione.

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Marco Izzolino


Ignoti nulla cupido- Lawrence Weiner
Galleria Alfonso Artiaco
C.so Terracciano 56, Pozzuoli (NA)
Dal martedì al venerdì dalle 16 alle 19
Tel.0815267988
alfonsoartiaco@libero.it


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