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Balla a Villa Borghese

di - 28 Novembre 2018
Il Museo Carlo Bilotti-Aranciera di Villa Borghese, situato nel cuore del grande parco romano, è il luogo ideale per accogliere questa mostra antologica di Giacomo Balla. È l’occasione per presentare un focus incentrato esclusivamente sulle opere dipinte nella Villa, con un’indagine sulla prima produzione pittorica dell’artista che, non ancora futurista, è già rivolta allo studio della luce e del colore.
L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con la collaborazione della Galleria Mucciaccia di Roma, mentre è prodotta dalla The Boga Foundation. A curarla è Elena Gigli che ci ha concesso questa breve intervista in anteprima.
Dottoressa Gigli, come è nata l’idea di questo progetto di mostra?
«L’idea è venuta al mio maestro, Maurizio Fagiolo dell’Arco, nel 1998 in occasione della preparazione della mostra “Balla verso il Futurismo” ospitata a Palazzo Zabarella a Padova. Ma sicuramente ci pensava già da tempo. Più di una volta mi ha detto che, fino al 1910, anno in cui realizza il grande polittico “Villa Borghese”, il tema della natura ai confini della città era diventato per Balla ciò che era stato per Paul Cézanne la “Montagne Sainte-Victoire”: materia da indagare, da provare e riprovare, da scarnire fino all’astrazione. In quella che potrebbe essere quasi considerata una vera e propria ossessione».
Ogni tanto sul mercato spuntano ancora degli inediti di Balla. Ieri, proprio su questa rubrica, ne abbiamo presentato uno. Anche nella sua mostra ci saranno degli inediti?
«No. Sono tutte opere già note. Si tratta di 37 opere, di cui la maggior parte pastelli a cera su carta, riunite organicamente. Almeno 30 pastelli riproducono la stessa veduta di Villa Borghese, quella scrutata dall’artista dal balcone del suo studio o subito al di fuori della porta della sua abitazione nell’antico monastero in via Parioli 6, l’attuale via Paisiello, all’angolo di via Nicolò Porpora. Nelle stanze-cella di questo angolo felice di natura, ritagliato ai margini periferici, Giacomo Balla si era infatti trasferito nell’estate del 1904, dopo il matrimonio con Elisa Marcucci».
Lei è una studiosa impegnata da anni nella catalogazione dell’opera di Balla. Quanto manca ancora all’uscita del catalogo generale?
«Dipende quando gli eredi si metteranno d’accordo tra loro. Altrimenti occorrerà aspettare ancora 15 anni, quando scadranno i diritti connessi al diritto d’autore di Giacomo Balla».
Qualche rammarico circa il progetto espositivo che inaugura questo pomeriggio?
«Sì. Non ho avuto tutti i prestiti che avrei voluto. Mi riferisco alle opere “Il dubbio” (1907-08) e a “Il sindaco di Roma Ernesto Nathan” (1910), peraltro entrambe riprodotte in catalogo, conservate presso la Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale. E, poi, al grande dittico di “Villa Borghese” (1910), ad “Affetti” (1910) e a “La pazza” (1904) presso la Galleria Nazionale. In entrambi i casi, la motivazione addotta per il rifiuto al prestito è che avrei rovinato l’allestimento del loro percorso museale… Mah….». (Cesare Biasini Selvaggi)
In alto: Villa Borghese dal balcone, 1904 circa, pastello su cartoncino grigio cm. 29.7×39.5 collezione privata
In homepage: Villa Borghese dal balcone, 1904 circa, pastello su cartone, cm. 46×61.5. collezione privata
INFO
Opening: ore 18.30 (su invito)
Balla a Villa Borghese
dal 29 novembre 2018 al 17 febbraio 2019
Museo Carlo Bilotti-Aranciera di Villa Borghese
viale Fiorello La Guardia 6, Roma
orari: da martedì a venerdì ore 10.00-16.00;
sabato e domenica ore 10.00-19.00.
Ingresso consentito fino a mezz’ora prima dell’orario di chiusura

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