Categorie: Personaggi

Addio a Faith Ringgold, morta l’artista e attivista delle trapunte narrative

di - 15 Aprile 2024

Artista multidisciplinare e attivista, punto di riferimento tra gli autori afroamericani per la sua capacità di raccontare, attraverso opere incisive e di forte impatto formale, i temi più urgenti delle propugnati dai movimenti per i diritti civili e delle donne, Faith Ringgold è morta sabato, 13 aprile, nella sua casa di Englewood, in New Jersey, all’età di 93 anni. La sua morte è stata confermata dalla figlia Barbara Wallace. Conosciuta anche come scrittrice e illustratrice di fortunatissimi libri per bambini, Ringgold ha lavorato con la pittura e la scultura ma anche con la performance e, in particolare, con l’arte tessile: le sue trapunte narrative rappresentano un manifesto di libertà, usate dall’artista statunitense per dissociarsi dalla tradizione pittorica occidentale. Nel corso della sua lunga carriera ha scritto e illustrato 17 libri per bambini e nel 1968, insieme all’artista Poppy Johnson e alla critica d’arte Lucy Lippard fondò l’Ad Hoc Women’s Art Committee, con il quale animarono una vibrante protesta contro una mostra d’arte modernista al Whitney Museum of American Art.

Faith Willi Jones nacque l’8 ottobre 1930 a New York, in una famiglia discendente della classe operaia che risentì della Grande Migrazione degli Afroamericani dalle zone rurali del Sud alle aree urbane del Nordest. Crebbe nel quartiere di Harlem e decise di diventare un’artista mentre era ancora a scuola. Frequentò il City College di New York, dove conseguì una laurea e un master in educazione artistica, nel 1959. Avrebbe voluto specializzarti in belle arti ma in quell’epoca il City College non permetteva alle donne di frequentare tutti i corsi. Tra gli anni ’50 e i ’60 fece numerosi viaggi all’estero, in particolare a Parigi, Firenze e Roma. Assunse il cognome di Ringgold nel 1962, dopo aver sposato il suo secondo marito, Burdette Ringgold. In una delle prime serie di dipinti, del 1963, intitolata American People, ritrasse il movimento per i diritti civili da una prospettiva femminile, mettendo in discussione la questione razziale negli Stati Uniti.

Nel 1972, su commissione del Creative Artists Public Service Program, Ringgold realizzà For the Women’s House, nel carcere femminile di Rikers Island, un’opera muraria su larga scala, composta da raffigurazioni di donne in ruoli professionali e pubblici, a proporre delle alternative positive all’incarcerazione. Nello stesso anno intraprese un altro viaggio in Europa, in Germania e soprattutto nei Paesi Bassi, dove, ad Amsterdam, visitò il Rijksmuseum: fu un’esperienza decisiva per lo sviluppo dei suoi dipinti su trapunta. Nel museo, Ringgold ebbe modo di vedere una collezione di dipinti nepalesi del XIV e XV secolo, che la spinsero a realizzare dei bordi in tessuto attorno ai propri lavori. La sua prima storia completamente trapuntata, Who’s Afraid of Aunt Jemima?, è del 1983 e descrive la storia di zia Jemima, per riproporre in modo romanzato lo stereotipo della donna nera.

Fondamentale il suo contributo nell’attivismo. Negli anni ’70 tenne molte conferenze d’arte femministe e cercò di promuovere l’integrazione razziale del mondo dell’arte statunitense. Attraverso le sue manifestazioni, contribuì a ottenere l’ammissione degli artisti neri al programma di mostre del MoMA Museum of Modern Art di New York. Nel 1970 Ringgold e una delle sue figlie fondarono il gruppo Women Students and Artists for Black Art Liberation.

Ha ricevuto oltre 80 premi e riconoscimenti e 23 dottorati onorari e nel 2022 il New Museum di New York le ha dedicato un’importante retrospettiva, intitolata Faith Ringgold: American People. Nel 2019 un’importante retrospettiva sul suo lavoro è stata presentata alle Serpentine Galleries di Londra, prima grande mostra di Ringgold in un’istituzione europea. Nel 2022 è stata eletta dal Time come tra le persone più influenti dell’anno, unica artista visiva.

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