Figura chiave dell’Architettura radicale, accademico onorario, tra fondatori di Superstudio, Adolfo Natalini è morto a Firenze, nella notte tra il 22 e il 23 gennaio 2020, a 78 anni. I suoi progetti sono stati pubblicati sulle maggiori riviste di architettura e le sue opere, realizzate in particolare tra Italia, Germania e Paesi Bassi, sono conosciute in tutto il mondo.
Tantissimi i messaggi di cordoglio da parte del mondo dell’architettura e della cultura, toccante il ricordo di Stefano Boeri: «Autore instancabile di un pensiero creativo dirompente. Nel 1966, con Cristiano Toraldo di Francia e altri amici fondò Superstudio, innestando la cultura Pop nell’architettura e perturbando l’Accademia italiana del progetto: da allora nulla fu più lo stesso. Firenze, la cultura italiana e la creatività del mondo ne piangono la scomparsa». Ricordiamo che Cristiano Toraldo di Francia era scomparso solo pochi mesi fa, il 30 luglio 2019.
Cordoglio anche dall’Ordine e Fondazione Architetti Firenze: «Con Adolfo Natalini se ne va un pezzo di storia di Firenze e dell’architettura italiana. In questo momento di dolore ci stringiamo attorno alla sua famiglia e alle tantissime persone che ne stanno piangendo la scomparsa».
Nato a Pistoia, il 10 maggio 1941, si laureò nel 1966 in architettura a Firenze e nello stesso anno fondò il Superstudio, insieme a Cristiano Toraldo di Francia, Gian Piero Frassinelli, Roberto e Alessandro Magris e Alessandro Pol. L’esperienza del Superstudio terminò dopo circa venti anni di soddisfazioni e idee particolarmente influenti nel settore dell’architettura, come quelle del monumento continuo e della supersuperficie. Visionaria e controcorrente, itellettuale e ludica, l’attività del gruppo puntava a mettere in discussione il concetto stesso di architettura, intervenendo nella realtà dello spazio. Alla fine degli anni sessanta, con Roberto Barni, Umberto Buscioni e Gianni Ruffi, è stato membro della Scuola di Pistoia, movimento artistico individuato dal critico Cesare Vivaldi.
Il riconoscimento internazionale arrivò presto e già nel 1972 il gruppo di Superstudio partecipò a “Italy New Domestic Landscape”, mostra di capitale importanza, presentata al MOMA di New York, a cura di Emilio Ambasz e in collaborazione con il Ministero degli Esteri. Le opere e progetti realizzati nell’ambito di Superstudio fanno parte delle collezioni di musei come il MOMA di New York, l’Israel Museum di Gerusalemme, il Deutsches Architekturtmuseum di Francoforte e il Centre Pompidou di Parigi.
Particolarmente feconda e fortunata anche l’attività autonoma, che Adolfo Natalini portò avanti dal 1979 con coerenza e con una grande attenzione al disegno, retaggio della sua giovanile attività pittorica, interessandosi a temi come quelli del passaggio del tempo e del rapporto tra la memoria collettiva e individuale. Tre le sue opere: i progetti per il Römerberg a Francoforte e per il Muro del Pianto a Gerusalemme, la banca di Alzate Brianza, il Centro Elettrocontabile di Zola Predosa, la casa in Saalgasse a Francoforte, il Teatro della Compagnia a Firenze.
Nel 1991 diede impulso alla costituzione di Natalini Architetti, studio di architettura al Salviatino, a Firenze, con Fabrizio Natalini, omonimo ma non parente. Tra le loro opere, la ricostruzione della Waagstraat a Groningen, il Museo dell’Opificio delle Pietre Dure a Firenze, la Dorotheenhof sulla Manetstrasse a Lipsia, la Muzenplein a l’Aja, il Centro Commerciale di Campi Bisenzio, il Polo Universitario a Novoli, Firenze, Boscotondo a Helmond, il Polo Universitario a Porta Tufi a Siena, Het Eiland a Zwolle, Haverlej a Den Bosch, il Museo dell’Opera del Duomo e il progetto per i Nuovo Uffizi a Firenze.
Adolfo Natalini è stato anche professore ordinario presso la facoltà di Architettura di Firenze, membro onorario del BDA – Bund Deutscher Architekten e del FAIA – Honorary Fellow American Institute of Architects, oltre che accademico dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, dell’Accademia di Belle Arti di Carrara e dell’Accademia di San Luca.
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