Sandra Pinto era una donna di poche parole, che aveva consacrato la vita al lavoro di storica dell’arte stricto sensu. L’ho conosciuta a metà degli anni Novanta, quando sostituì Augusta Monferini alla guida della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, con un immediato cambio di passo all’insegna del rigore. Per alcuni anni siamo stati insieme nel consiglio di amministrazione della Quadriennale di Roma, presieduto da Lorenza Trucchi, e Sandra si fece subito notare per i suoi interventi puntuali e precisi: poche parole ma diritte al punto. Sandra ci aiutò nella preparazione della XII Quadriennale “Ultime Generazioni”, e fece fronte in varie occasioni alle proposte incongruenti dell’allora Segretario Generale Floriano De Santis. La rividi spesso in compagnia di Walter Veltroni nella preparazione del concorso per il Maxxi, e quando Zaha Hadid fu proclamata vincitrice del concorso mi disse “Sono felice che sia stata premiata una donna, è talmente raro nel nostro Paese”. Credo che in quella frase fosse riassunto il suo carattere, che aveva dovuto, in quanto donna, superare tanti ostacoli per arrivare dove era arrivata.
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