Matteo Fato, Gentile come un ritratto, 2020 (circa) Un momento del workshop in FIME Elica Motors Division, Castelfidardo Courtesy: Fondazione Ermanno Casoli Foto: Michele Alberto Sereni
Un gesto da condividere, per riscoprire il senso di una nuova prossimità con l’altro, con se stessi, con il territorio. Da questa pratica simbolica e urgente è partito Matto Fato per Gentile come un ritratto, progetto con il quale l’artista nato a Pescara, nel 1979, ha vinto la 18ma edizione del Premio Ermanno Casoli, riconoscimento istituito nel 1998 dalla Famiglia Casoli e promosso dalla Fondazone Casoli per ricordare Ermanno Casoli, imprenditore e fondatore di Elica, azienda leader nella progettazione e nella produzione di cappe da cucina. Il progetto di Matteo Fato, a cura di Marcello Smarrelli, direttore artistico del Premio Casoli, rientra nelle celebrazioni per il 50mo anniversario della nascita dell’azienda, fondata nel 1970, a Fabriano.
Ed è infatti all’azienda, intesa come società composta da individui, che richiama Gentile come un ritratto, progetto scelto «per la sensibilità e l’efficacia con cui è riuscito ad affrontare questo aspetto», si legge nelle motivazioni. L’artista ha infatti deciso di aprire la sua autorialità a un’operazione collettiva, «traducendo il gesto pittorico, cifra distintiva del suo lavoro, in un “fare insieme” ricreando un senso di vicinanza e d’incontro con l’altro. Quello che ne deriva è l’espressione dell’identità di una comunità aziendale e di un territorio, oltre che un segnale di ripartenza che trae dal passato per guardare al futuro».
L’opera è il momento finale di un atelier di pittura temporaneo, allestito in azienda e condotto da Matteo Fato, al quale hanno partecipato 159 dipendenti di Elica delle sedi di Fabriano, Mergo e Castelfidardo. L’ispirazione è quella storica, una narrazione in cui la grande arte del passato e le prospettive dell’azienda coincidono: il titolo è infatti una citazione del presunto autoritratto del pittore Gentile da Fabriano che compare nella tavola dell’Adorazione dei Magi (1423), oggi conservata agli Uffizi. Partendo da un capolavoro del passato e legato al territorio, concepire in maniera collettiva un’opera del presente, trasformare dunque l’autoritratto di Gentile in un ritratto attuale, dalla bottega rinascimentale al laboratorio e all’industria dell’azienda.
I dipendenti di Elica partecipanti al progetto hanno avuto la possibilità di confrontarsi con l’artista, rispettando le misure di sicurezza imposte dall’emergenza Covid, riflettendo insieme sulla natura del ritratto. Il risultato è un’opera che, nella sua pluralità e nella sua astrazione, è capace di rappresentare tutti quelli che hanno contribuito a realizzarla. Il ritratto, come di consuetudine nella ricerca di Matteo Fato, entra a far parte di una più ampia installazione, composta da altre opere legate al suo processo di lavoro: da questa operazione collettiva sono state estratte infatti altre tele, ricavate dai panni utilizzati per la pulizia dei pennelli a ogni cambio di mano e di colore, a loro volta intelaiati e incorniciati all’interno delle loro casse da trasporto. L’opera corale è stata quindi allestita nell’ufficio deI CEO Elica, Mauro Sacchetto, ed entrerà a far parte della Elica Corporate Collection.
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